venerdì 7 giugno 2013

DA DOVE VIENE LA PAROLA " ZEPPOLA "

Ci sono varie ipotesi:

- zeppa: dal latino “cippus”, pezzetto di legno in grado di risolvere piccoli problemi di slivellamento. La zeppa è piccola, e per questo somiglia a quel “pizzico” di pasta lievitata che, messo a friggere nell’olio bollente, si gonfia, fino a dar vita alla classica “pastacrisciuta”. La zeppola si fa infatti come la pastacrisciuta, ma è dolce: e come lei, a Napoli ha un’origine “stradale”.


- serpula: dal latino serpe: la zeppola (quella antica,di San Giuseppe) ha la forma di una serpe acciambellata.

- cymbala, imbarcazione fluviale dal fondo piatto e l’estremità arrotondata, dunque a forma di ciambella. Col tempo, attraverso una serie di modificazioni linguistiche, cymbala è diventato “zippula”, da cui zeppola.

- Saeptula, da saepio, cingere. Questo termine designava gli oggetti di forma rotonda in genere.

- Zi’Paolo: il nome del friggitore napoletano,presunto inventore della zeppola.

Le zeppole di San Giuseppe sono un dolce tipico della cucina italiana e derivano da una tradizione antica risalente addirittura all’epoca romana.
Secondo la tradizione dell’epoca, dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera e, per questo motivo, i romani gli diedero il simpatico appellativo di “frittellaro”.

Proprio per questo motivo, in tutta Italia, le zeppole sono i dolci tipici della festa del papà, preparati per festeggiare e celebrare la figura di San Giuseppe.
Ogni città, provincia o regione ha ovviamente la sua variante delle zeppole ma l’elemento fondamentale che accomuna e contraddistingue questi dolci è che devono essere fritti in abbondante olio, proprio come tradizione vuole.
Negli ultimi anni, però, ha preso piede anche una variante al forno delle zeppole che risultano così essere un po’ più leggere e meno caloriche rispetto alle classiche frittelle.

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La foto è di Gennaro Esposito
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