LA PIAZZA DI VICO PER NOI RAGAZZI NEGLI ANNI '60
Questa è la Piazza Umberto I di Vico Equense in una foto degli anni '60.
Non è che una piazza di un paese.
Per noi, ragazzi di allora, era tutto.
Ci si vedeva alle 18,30 del pomeriggio; c' era il Bar del Sole o "Sunshine Bar" aperto nel '61; noi ci sedevamo, una folla di adolescenti e ordinavamo in venti un solo caffè freddo finchè Antonio, il barista ci cacciava esasperato; più tardi Pietro, gentile proprietario ci diede il permesso di sederci all' interno.
Dall' altra parte della piazza c' era il Bar Lauro e vicino il circolo dell' Unione che poi si trasferì altrove e divenne la " nostra " prima discoteca.
Nel '60 il Circolo era ancora in Piazza e tutto il paese vi si riunì per vedere in tv, alle Olimpiadi di Roma Fritz Dennerlein: era del posto, tutti a tifare per lui.
Quando eravamo cacciati dal bar cominciavamo le nostre ininterrotte passeggiate Piazza- Villetta e ritorno.
Poi crescemmo e la sera ci sedevamo fino a tardi o dopo il cinema a chiacchierare e consumare gelati e bibite.
Dopo mezzanotte arrivava mio padre con il maggiolone e strombazzava per raccogliere noi e i nostri amici.
Spesso al bar come al circolo i genitori con i loro amici sedevano a tavoli vicini, ma questo non ci dava fastidio: erano villeggiature lunghe, riposanti e innocenti.
C' era il juke-box e Peppino cantava " Voce' e notte " o " Malatia".
Poi da più grandi si andava la sera a ballare all' Africana e si tornava all' alba: faceva strano vedere il bar chiuso, ma ci sentivamo adulti e sofisticati e aspettavamo che Astarita, il fornaio, facesse il pane fresco, per poterlo mangiare caldo con il prosciutto o, magari la brioche con la panna!
Ancora adesso vado ogni anno: sarà anche cambiata, ma per me resta il luogo delle memorie care; fantasmi gentili sono ad aspettarci ad ogni angolo e il tempo sembra, almeno per noi, fermarsi.
http://www.facebook.com/ photo.php?fbid=492940499457 6&set=a.1417720804666.2066 890.1282015032&type=1&thea ter
La foto è di Giuseppe Maffucci
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Non è che una piazza di un paese.
Per noi, ragazzi di allora, era tutto.
Ci si vedeva alle 18,30 del pomeriggio; c' era il Bar del Sole o "Sunshine Bar" aperto nel '61; noi ci sedevamo, una folla di adolescenti e ordinavamo in venti un solo caffè freddo finchè Antonio, il barista ci cacciava esasperato; più tardi Pietro, gentile proprietario ci diede il permesso di sederci all' interno.
Dall' altra parte della piazza c' era il Bar Lauro e vicino il circolo dell' Unione che poi si trasferì altrove e divenne la " nostra " prima discoteca.
Nel '60 il Circolo era ancora in Piazza e tutto il paese vi si riunì per vedere in tv, alle Olimpiadi di Roma Fritz Dennerlein: era del posto, tutti a tifare per lui.
Quando eravamo cacciati dal bar cominciavamo le nostre ininterrotte passeggiate Piazza- Villetta e ritorno.
Poi crescemmo e la sera ci sedevamo fino a tardi o dopo il cinema a chiacchierare e consumare gelati e bibite.
Dopo mezzanotte arrivava mio padre con il maggiolone e strombazzava per raccogliere noi e i nostri amici.
Spesso al bar come al circolo i genitori con i loro amici sedevano a tavoli vicini, ma questo non ci dava fastidio: erano villeggiature lunghe, riposanti e innocenti.
C' era il juke-box e Peppino cantava " Voce' e notte " o " Malatia".
Poi da più grandi si andava la sera a ballare all' Africana e si tornava all' alba: faceva strano vedere il bar chiuso, ma ci sentivamo adulti e sofisticati e aspettavamo che Astarita, il fornaio, facesse il pane fresco, per poterlo mangiare caldo con il prosciutto o, magari la brioche con la panna!
Ancora adesso vado ogni anno: sarà anche cambiata, ma per me resta il luogo delle memorie care; fantasmi gentili sono ad aspettarci ad ogni angolo e il tempo sembra, almeno per noi, fermarsi.
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La foto è di Giuseppe Maffucci
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