martedì 25 settembre 2012

25 SETTEMBRE 1975


Non è per avere gli auguri che scrivo queste cose e inoltre ne ho già avuti tanti quando ho parlato della piantina dell' ing.
E' che guardarsi indietro nel tempo e vedere come attraverso un cannocchiale posizionato al contrario un giorno qualunque che in questo caso è un giorno " particolare " di tanti anni prima fa un certo effetto e fa riflettere.
Stamattina mio figlio Paolo era nei paraggi e ci ha mandato come regalo scherzoso la foto della chiesa con su scritto: " Presto che tra 2 ore inizia".
Era una giornata bellissima; c' erano tantissimi invitati, più di 250 persone.
Che nessuno guardi mai gli album di fotografie di matrimoni così indietro nel tempo: è un' ecatombe!
Papà era malato e molto.
Non potè accompagnarmi all' altare perchè da due giorni non camminava più e allora Vittorio mi aspettò all' ingresso della chiesa ed entrammo insieme.
C' era molta commozione ma anche sorrisi e allegria perchè come ci è stato insegnato, era un giorno di festa e bisognava sorridere e anche perchè eravamo giovani ed era comunque il nostro giorno anche se il futuro era un' incognita.
Vittorio era appena laureato, io facevo supplenze, eravamo due incoscienti che, con i soldi messi da parte grazie ai regali dei parenti, si avviavano verso il futuro.
C' era tutta la famiglia dei miei suoceri ed erano tanti, la famiglia di papà che già da soli erano una folla, tutti i dipendenti dell' Inps di mio suocero,  i nostri amici,  i ragazzi e i giovani del Circolo del Tennis, amici vari di Vico.
Ci sposavamo alla fine delle vacanze; l'ing che già allora organizzava bene aveva pianificato tutto tanto che ci restarono anche gli ultimi cinque giorni prima del matrimonio per fare solo bagni.
Fu una bella e informale giornata:  i ragazzi del Circolo del Tennis suonarono l' organo e cantarono per noi, un ragazzino che ora ha 41 anni e allora ne aveva quattro spinse in piscina una bambina vestita a festa creando scompiglio e risate ( non credo della bambina).
Quando andammo via alcuni dei ragazzi si " appesero" alla macchina per accompagnarci nel momento della partenza.
Non ricordo se prevalesse la gioia o un insieme di paura, emozione, senso di irrealtà; credo che per tutti sia così.
E' molto meglio pensarci oggi quando tutto, il quotidiano e l' eccezionale, i giorni tristi e quelli gioiosi sono passati.
Altri ce ne saranno; l' importante è che quel giorno che sembra insieme lontanissimo e ieri quasi che allungando una mano si possa ancora toccarlo e sentirne il profumo e le voci, vederne le persone e i gesti, ci trovi ancora insieme a poterlo ricordare.

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