sabato 29 settembre 2012

SCUOLE...

Ho insegnato, nel Sud e tanti anni fa, in scuole che non erano nate per esserlo; erano case di civile abitazione, ex ospizi, perfino le carceri del paese.
Ho insegnato, al Nord, in scuole che erano nate per esserlo.
Ma il discorso di fondo è più complesso.
Ci sono gli alunni e le condizioni in cui vivono; in alcuni paesi la scuola è tutto: aggregazione, desiderio di riscatto, voglia di apprendere.
In altri, nonostante la crisi, alunni e genitori vivono in un relativo benessere o almeno inseguendo un benessere standard fatto di tecnologia e di mille attività collaterali: nuoto, pallavolo, danza, musica e potrei continuare all' infinito.
Poi ci sono i genitori: quelli che credono che la scuola possa veramente essere uno strumento formativo, parteggiano per gli insegnanti, chiedono ai figli una disciplina costante.
E quelli che credono nella " scuola imbuto ": più  gli insegnanti ci mettono dentro e più, in automatico,  il figlio impara, i genitori che sono SEMPRE gli avvocati difensori dei figli e delle loro mancanze perchè così riesce loro più semplice vivere.
Questa tipologia è, generalmente, frutto della società del benessere o almeno del " tendere al benessere " a tutti i costi.
Poi, ci sono gli insegnanti: quelli che fanno questo mestiere per lo stipendio di fine mese e quelli che vanno avanti per passione e inseguono, per " conquistarlo " anche l' ultimo e il più svogliato degli alunni.
Come è bella la foto di questo bambino che vive in una società nella quale la scuola è " l' elemento primario di aggregazione e sapere "
Una foto del genere dovrebbe essere affissa, obbligatoriamente, in tutte le nostre classi, dove ragazzi svogliati, con zaini, diari e quaderni firmati, dimenticano spesso e non per colpa loro quale bene grande sia la scuola.

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