mercoledì 25 giugno 2014

PER SIMONETTA


lunedì 23 giugno 2014

LA CERIMONIA


SCENE DA UN MATRIMONIO


21 GIUGNO 2014

Matrimonio di Paolo e Vale alla Cascina dei Giacinti


giovedì 19 giugno 2014

1956 IL PRIMO ANNO A VICO EQUENSE

Quando ero piccola, non andavamo in vacanza d' estate.
Erano gli anni del dopoguerra, periodi non facili e a Napoli si potevano fare i bagni a Torregaveta o a Coroglio e tornare in giornata.
Poi nel '56 affittammo con una famiglia di amici, i Cugnin che già andavano là, una grande casa a Vico Equense.
Per chi conosce la zona la casa era ed è a via Nicotera, conosciuta come " L' ex Pensione Oriente", distrutta dal terremoto dell' '80 e ora rimessa a nuovo e riportata all' antica bellezza.
Dentro, il palazzo è un intrico di scale, giardini, cortili interni.

Casa nostra era all' ultimo piano; la proprietaria e la figlia conservavano per sè una stanza e il resto della casa era largamente occupato dalle nostre due famiglie.
Tra noi, c'è ancora ora una di quelle amicizie di cui nessuno ricorda l' inizio; pare ci sia sempre stata come e più di una parentela; loro, i figli e poi i figli dei figli, i cugini Muca nostri vicini di casa anche a Napoli e anche loro uniti a noi da tanti ricordi.
Uno di loro, Giulio,con grande coraggio e sprezzo del pericolo,anni dopo,diede lezioni di guida a mio padre.
La casa era enorme: mi pare che la cucina fosse in comune o almeno la loro, quella più grande, aveva una terrazza..
Davanti il panorama di Vico con mare e Vesuvio, dalle finestre sul retro tutta la collina fino al Faito piena di verde e non ancora contaminata dal cemento.
Tra la cucina e la terrazza c' era una finestrella.
Era l' epoca delle prime trasmissioni televisive e i " ragazzi " Cugnin, più giovani dei miei genitori, erano uno spasso.
A noi si univano famiglie che conoscemmo quell' anno e che poi sono stati i nostri amici di una vita.
Noi ci sedevamo di sera tutti sulla terrazza e alcuni, attraverso la finestrella, che simulava un apparecchio televisivo, improvvisavano imitazioni sgangherate e divertenti di trasmissioni.
La preferita, oltre " Lascia o raddoppia" in cui ci si limitava all' annuncio della puntata, era " L' amico degli animali".
Nella realtà il presentatore era Angelo Lombardi affiancato dalla giornalista Piccinino, dall' ascaro Andalù e dalla scimmia Cita.
Si parlava di animali, era uno dei primi esempi di divulgazione scientifico-naturalistica.
I nostri amici a turno interpretavano il presentatore; una padella nera era Andalù e Chita qualche " collaboratore " di buona volontà che si prestava.
Tra queste serate semplici condite anche da canzoni cantate in coro, mattinate al mare, risate e compagnia si svolse la nostra prima, indimenticabile estate a Vico Equense.
L' anno dopo tornammo nella stessa casa, ma con un'' altra famiglia.
Dei Cugnin uno si sposò quell' inverno, l' altro un paio di anni dopo.
Continuammo sempre e continuiamo ancora dopo sessanta anni a frequentarci; la figlia, Luciana rimase con me a Vico fino a ottobre nell' anno della mia licenza liceale, in un paio di settimane in cui lei avrebbe dovuto farmi da " chaperon", ma in realtà ci divertimmo come due dissennate.
Uno dei fratelli, Gigi, è poi ritornato per tutta la sua vita a Vico e abbiamo trascorso estati bellissime sempre insieme.
I cugini Muca, come ho detto, nostri vicini anche a Napoli, carissimi e " tifosissimi" del Napoli come noi, li sento più spesso adesso, dopo anni di lontananza mia a Milano, grazie a fb.
Per anni e anni i miei genitori, poi noi divenuti adulti e altri amici hanno avuto l' abitudine di riunirsi anche d' inverno il venerdì sera.
E anche dopo la morte di papà e a Vico fino ad a oltre il 2000 sulla nostra terrazza a vedere i " fuochi " nelle sera della festa di S.Ciro.
Tutti invecchiati, ma indomabili e pronti alla battuta e alla risata, amici fino in fondo.
Spesso ricordo quella lontana estate, con il nostro semplice modo di divertirci; in questa foto siamo "fissati " nel tempo, loro giovani e belli, mia sorella ed io le due bimbette davanti.
Un motivo in più per amare Vico Equense, il luogo delle memorie.
 —

LE PICCOLE VOLPI

"Le piccole volpi" è un dramma teatrale di Lillian Hellman noto soprattutto per la versione cinematografica del 1941 interpretata da Bette Davis.
Ieri sera su Rai 5 il canale digitale che spesso trasmette reperti preziosi,è andata in onda la commedia che venne rappresentata in televisione nel 1965.
Che goduria vedere attori del calibro di Roldano Lupi, Mario Feliciani, Lyda Ferro, Giancarlo Sbragia, Diana Torrieri e due giovanissimi Enzo Cerusico e Laura Efrikian esibirsi in tutto il loro naturalistico talento.
Oggi questi nomi non dicono nulla o quasi alla maggior parte del pubblico, ma noi "diversamente giovani " ci acculturammo anche così, vedendo opere famose recitate da attori che ebbero un' intensa vita sia teatrale che come doppiatori e, in quegli anni, come interpreti di pregio in televisione.
Ora sembra una rarità, guardare è come ammirare un gioiello, allora era la norma!

domenica 1 giugno 2014

LA CATENA E IL PETTINE

C’erano una volta due sposi il cui amore non aveva smesso di crescere dal giorno del loro matrimonio.
Erano molto poveri, ma ciascuno sapeva che l’altro portava nel cuore un desiderio inappagato: lui possedeva un orologio da tasca d’oro, ereditato dal padre e sognava di comprare una catena dello stesso metallo prezioso; lei aveva dei lunghi e morbidi capelli biondi e sognava un pettine di madreperla da poter infilare tra i capelli come un diadema.
Col passare degli anni avevano dimenticato pettine e catena, non ne parlavano più, ma dentro di loro nutrivano segretamente il sogno impossibile.
Il mattino del ventesimo anniversario di matrimonio, il marito vide la moglie venirgli incontro sorridente, ma con la testa quasi rasata, senza i suoi lunghi e bellissimi capelli.
“Che cosa hai fatto cara?” chiese, pieno di stupore.
La donna apri le sue mani nelle quali brillava una catena d’oro.
“Li ho venduti per comprare la catena d’oro del tuo orologio”.
“Ah,tesoro, che cosa hai fatto?” Disse l’uomo,aprendo le mani in cui splendeva un prezioso pettine di madreperla.
“Io ho venduto il mio orologio per comprarti il pettine che desideravi”
Si abbracciarono,senza più niente,ricchi soltanto uno dell’altro.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10201813435630044&set=oa.10151880138927736&type=1&theater
La foto è di Ferdinando Kaiser
Il testo, tratto dal web, è stato riscritto da vari autori; originariamente credo fosse una novella russa, ma c'è anche una versione napoletana.