venerdì 1 aprile 2016

LXXVIII.
SU I CAMPI DI MARENGO1
la notte del sabato santo 1175

Su i campi di Marengo batte la luna; fósco
Tra la Bormida e il Tanaro s’agita e mugge un bosco;
Un bosco d’alabarde, d’uomini e di cavalli,
4Che fuggon d’Alessandria da i mal tentati valli.

D’alti fuochi Alessandria giú giú da l’Apennino
Illumina la fuga del Cesar ghibellino:
I fuochi de la lega rispondon da Tortona,
8E un canto di vittoria ne la pia notte suona:

— Stretto è il leon di Svevia entro i latini acciari:
Ditelo, o fuochi, a i monti, a i colli, a i piani, a i mari.
Diman Cristo risorge: de la romana prole
12Quanto novella gloria vedrai domani, o sole! —
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Ode, e, poggiato il capo su l’alta spada, il sire
Canuto d’Hohenzollern pensa tra sé — Morire
Per man di mercatanti che cinsero pur ieri
16A i lor mal pingui ventri l’acciar de’ cavalieri! —

E il vescovo di Spira, a cui cento convalli

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