X AGOSTO
Molti non comprendono quanto questo poeta, a distanza di venti anni dal Carducci, abbia rivoluzionato la poesia italiana: ha introdotto frasi nominali, onomatopee, mancanza di rima, parole gergali, parole dotte e parole d' uso comune.
Alcuni lo hanno definito un grande poeta ma un uomo con molti problemi: oggi si direbbe che il bimbo che era in lui non dimenticò mai il ritorno di quel calesse che riportava a casa il padre ucciso e quella famiglia, " il nido", improvvisamente distrutta.
Stranamente viene studiato molto in età infantile eppure è un poeta per adulti è il poeta del tramonto, della sera.
Io lo amo e ho cercato di farlo amare ai miei alunni: mi piacerebbe essere a Castelvecchio di Barga la sera del 10 agosto.
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.
Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
Oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male! ( X Agosto - G. Pascoli )