COME VIVIAMO
E' un periodo difficile per noi e per il nostro paese.
Viviamo tra la rabbia e il sospetto, tra notizie di giornali che ci raccontano di massacri che avvengono in famiglie insospettabili e il desiderio di aiutare chi realmente ne ha bisogno.
Ho scelto questa foto bellissima di Gennaro Esposito per non usare una porta chiusa che simboleggerebbe meglio il nostro stato d' animo del momento. A casa mia i ladri sono venuti tre volte, ma il clima non era quello che c'è adesso.
Siamo isolati dall' esterno da cancelli, giardini, chiavi e citofoni eppure viviamo in un clima di sospetto.
Circa un mese fa, una sera di sabato, un tizio ha suonato al nostro citofono e ha pregato mio marito di scendere; diceva di aver avuto un incidente, che sanguinava, che aveva bisogno di soldi, che era disposto a mostrare carta di identità e documenti.
Vittorio con gentilezza si è scusato, ma ha detto che vi viviamo in tempi nei quali non è possibile fidarsi e non gli avrebbe aperto il cancello.
Ieri sera, nell' ora in cui di solito torna mia marito, io ero in bagno e il campanello della porta ha cominciato a suonare ripetutamente con squilli brevi e insistenti come fa uno di famiglia.
Chiunque non conoscesse Vittorio come lo conosco io avrebbe aperto.
Io so che apre con le chiavi, so che se le avesse perse o dimenticate suonerebbe una volta sola e mai con insistenza.
Quindi sono andata alla porta, ho guardato attraverso lo spioncino: era uno sconosciuto che si è qualificato come uno di una tale società di cui non ricordo il nome e che veniva per comunicazioni.
Ho risposto che non aspettavo nessuno e non ho aperto.
E' andato via senza sapere noi chi fossimo ( non abbiamo targhetta fuori alla porta) nè ha suonato ai vicini; certo qualcuno dei condomini doveva aver aperto il cancello al suono del citofono se era riuscito ad arrivare alla nostra porta.
Non viviamo un bel momento: da una parte diffidenza e dall' altra pietà e comprensione per quanta povertà e incertezza e paura sono intorno a noi e possono anche spingere la gente a compiere gesti inconsulti.
Viviamo tra la rabbia e il sospetto, tra notizie di giornali che ci raccontano di massacri che avvengono in famiglie insospettabili e il desiderio di aiutare chi realmente ne ha bisogno.
Ho scelto questa foto bellissima di Gennaro Esposito per non usare una porta chiusa che simboleggerebbe meglio il nostro stato d' animo del momento. A casa mia i ladri sono venuti tre volte, ma il clima non era quello che c'è adesso.
Siamo isolati dall' esterno da cancelli, giardini, chiavi e citofoni eppure viviamo in un clima di sospetto.
Circa un mese fa, una sera di sabato, un tizio ha suonato al nostro citofono e ha pregato mio marito di scendere; diceva di aver avuto un incidente, che sanguinava, che aveva bisogno di soldi, che era disposto a mostrare carta di identità e documenti.
Vittorio con gentilezza si è scusato, ma ha detto che vi viviamo in tempi nei quali non è possibile fidarsi e non gli avrebbe aperto il cancello.
Ieri sera, nell' ora in cui di solito torna mia marito, io ero in bagno e il campanello della porta ha cominciato a suonare ripetutamente con squilli brevi e insistenti come fa uno di famiglia.
Chiunque non conoscesse Vittorio come lo conosco io avrebbe aperto.
Io so che apre con le chiavi, so che se le avesse perse o dimenticate suonerebbe una volta sola e mai con insistenza.
Quindi sono andata alla porta, ho guardato attraverso lo spioncino: era uno sconosciuto che si è qualificato come uno di una tale società di cui non ricordo il nome e che veniva per comunicazioni.
Ho risposto che non aspettavo nessuno e non ho aperto.
E' andato via senza sapere noi chi fossimo ( non abbiamo targhetta fuori alla porta) nè ha suonato ai vicini; certo qualcuno dei condomini doveva aver aperto il cancello al suono del citofono se era riuscito ad arrivare alla nostra porta.
Non viviamo un bel momento: da una parte diffidenza e dall' altra pietà e comprensione per quanta povertà e incertezza e paura sono intorno a noi e possono anche spingere la gente a compiere gesti inconsulti.
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