VICO EQUENSE
Vico Equense è un comune italiano della provincia di Napoli, in Campania: situato all'inizio della costiera sorrentina, ha alle spalle i Monti Lattari e si affaccia sul golfo di Napoli.
La prima citazione scritta riguardante il territorio di Vico Equense risale al I secolo, quando Silio Italico, nel poema "Punica", cita un certo guerriero di nome Murrano, proveniente dall'Aequana, un territorio vicino Sorrento; documenti di epoca medievale confermano poi l'esistenza del borgo di Aequa, nel tratto di costa che oggi viene identificato nella frazione di Seiano.
Tuttavia doveva anche esistere un piccolo borgo sul pianoro dove sorge l'attuale città, di cui non si conosce il nome e che andò spopolandosi poi durante il medioevo.
Con l'arrivo degli Aragonesi e poi degli Angioini, il vecchio paese sul pianoro ritornò a vivere, grazie anche allo spopolamento dell'abitato di Aequa, divenuto oggetto di razzie da parte dei pirati: vennero cosi costruite mura, al cui interno fu poi edificata la cattedrale ed il castello.
Con il passare degli anni intorno al centro si svilupparono, sparsi sui monti circostanti, spesso intorno a chiese, piccoli borghi, che costituisco le attuali frazioni; fu tuttavia nel XIX secolo che si ebbe un totale riassetto dell'urbanistica: vennero infatti eliminate le mura e fu aperta la strada che collegava Castellammare di Stabia con Sorrento; fu in questo periodo inoltre che iniziò la forte vocazione turistica del paese, soprattutto durante il periodo estivo, sia come luogo balneare che termale, grazie alla presenza del complesso dello Scrajo.
Nel 1906 l'isolamento terminò con l'apertura della linea tranvia Castellammare di Stabia - Sorrento, sostituita poi nel 1948 dalla ferrovia Torre Annunziata - Sorrento che collega la costiera sorrentina con Napoli; durante gli anni sessanta e settanta del XX secolo Vico Equense fu interessata da un notevole sviluppo edilizio; danni si ebbero con il terremoto del 1980, successivamente in parte riparati.
La chiesa della Santissima Annunziata ( in alto nella foto )
La chiesa della Santissima Annunziata è stata la cattedrale della diocesi di Vico Equense fino al 1818.
Eretta agli inizi del XIV secolo su un costone roccioso a strapiombo sul mare, è uno dei rarissimi esempi dell'architettura gotica, all'interno, della costiera sorrentina mentre la facciata è in stile baracco, ricostruita nel XVIII secolo. L'interno è suddiviso in tre navate e conserva tele di Giuseppe Bonito, Jacopo Cestaro e Francesco Palumbo e l'urna funeraria di Gaetano Filangieri.
Chiusa per molti anni, è stata ristrutturata e riaperta con una bellissima cerimonia nell' estate del 1995.
Molto si è adoperato per questio don Fabio Savarese, parroco di Vico Equense fino a pochi mesi fa.
Due sono i santuari sul territorio vicano: il santuario di Santa Maria del Toro fu costruito nel XVI secolo a seguito di diverse leggende e avvenimenti miracolosi attribuiti all'affresco della Vergine col bambino: restaurato all'inizio del XIX secolo, dopo essere stato utilizzato come stalla, il santuario è a unica navata e conserva una statua di Maria con Gesù Bambino che stringe tra le mani un giglio d'argento, affreschi di Francesco Solimena ed altre numerose opere pittoriche.
Il Santuario di San Michele Arcangelo si trova sul monte Faito, nei pressi del luogo in cui l'arcangelo Michele apparve ai santi eremiti Catello e Antonino: ricostruito più volte, l'attuale edificio è stato consacrato il 24 settembre 1950 e si presenta a navata unica in stile contemporaneo; ha un altare in legno, una statua di San Michele realizzata da Edoardo Rubino e due statue raffiguranti san Catello e Sant'Antonino opera di Francesco Jerace.
La chiesa dei Santi Ciro e Giovanni è la principale della città: consacrata nel 1774, al suo interno viene venerato il patrono di Vico Equense, ossia San Ciro; ha croce latina, conserva una statua lignea dell'Immacolata, una tela raffigurante la deposizione, opera di Antonio Asturi e due busti reliquiari in argento, rispettivamente di San Ciro, risalente al XVII secolo e di San Giovanni, realizzato nel 2008.
Le due statue vengono portate in processione dai pescatori di Vico Equense durante una festa nella terza domenica di agosto; in quell' occasione ci sono bancarelle, spettacoli e, di sera, lo spettacolo di fuochi alla Marina di Vico.
Caratteristica è la cappella di Santa Lucia, nella frazione di Massaquano, che conserva un ciclo di affreschi del tardo trecento di scuola giottesca: le raffigurazioni riguardano l'assunzione di Maria, scene della vita di Santa Lucia e quelle di Gesù.
Numerose poi sono altre chiese sparse per le varie frazioni della cittadina.
Il castello Giusso
Edificato tra il 1284 ed 1289, si narra per volere del re Carlo II d'Angiò, ma più probabilmente del feudatario Sparano di Bari, il castello Giusso è stato sia utilizzato come struttura militare, ma soprattutto per uso residenziale: viene così chiamato dal nome dei proprietari Luigi ed il figlio Girolamo Giusso, che durante il XIX secolo eseguirono numerosi lavori di restauro e abbellimento, come la costruzione di una cappella e la creazione di un ciclo di affreschi all'interno di alcuni saloni; il 21 luglio 1788, morì al suo interno il giurista napoletano Gaetano Filangieri.
Nel 1934 fu ceduto alla Compagnia di Gesù che a sua volta lo cedette a privati nel 1970.
Attualmente ospita un complesso residenziale con ristorante e discesa a mare per i soci.
L'Antiquarium Silio Italico è un museo archeologico fondato nel 1966 che raccoglie principalmente i corredi funerari di una necropoli, scoperta a Vico Equense durante la costruzione di alcuni palazzi negli anni sessanta e settanta: si tratta di buccheri, oggetti in bronzo, ceramiche a figure nere e rosse, oltre ad armi e vasi, di cui uno caratteristico poiché riporta caratteri dell'alfabeto nucerino .
Il museo mineralogico campano è stato inaugurato il 22 ottobre 1992 ed ospita una collezione di minerali, raccolti in oltre a cinquant'anni di ricerca, dall'ingegnere Pasquale Discepolo: nel corso del tempo si è arricchito di numerose donazioni come meteoriti, fossili ed una sezione dedicata interamente alle gemme.
Il museo di arte sacra di San Vito offre un'esposizione di oggetti sacri realizzati tra il XVI e XVIII secolo, provenienti da diversi regioni italiane: oltre a dipinti, si osservano anche opere lavorate in corallo ed in argento.
Nella Chiesa della Confraternita dell' Assunta, nei pressi della Cattedrale vi è un altare intarsiato di coralli e madreperla che fu restaurato grazie anche all' interessamento di Susanna Agnelli.
Tra le attrazioni naturalistiche della zona, le terme dello Scrajo, fondate nel 1895, grazie a diversi sorgenti di acqua solfurea, offrono terapie per diverse patologie sia dermatologiche che respiratorie: grazie alla vicinanza del complesso al mare, viene sfruttato anche per il turismo balneare; ospita anche dei ristoranti.
Sulle spiagge è possibile scorgere torri di vedetta, alcune ridotte a ruderi e resti di una villa romana sulla spiaggia del Pezzolo.
Il paesaggio collinare e quello montano offrono invece itinerari escursionistici, come nelle frazioni di Arola o Santa Maria a Castello,( da quest' ultima si ammira una veduta spettacolare della sottostante Positano) fino ad arrivare alle vette più alte della catena dei monti Lattari, come il monte Faito che fa anch' esso parte del Comune di Vico Equense.
Per me, e molti altri, è il luogo dei ricordi, di anni e anni di vacanze ( o villeggiature come si chiamavano una volta) che si ripetono tuttora e ci fanno amare questo luogo.
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La foto è di Gennaro Esposito
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