martedì 3 dicembre 2013

I " MIEI " ALBERI DI NATALE

Chiariamolo una volta per tutte: la mia creatività si è, forse, estrinsecata nell' insegnamento, ma per il resto non sono capace quasi di niente, tranne che cucinare!
Credo di aver preso da mio padre che pagava un tizio che veniva a casa nostra a farci il Presepe.
L' albero di Natale toccò farlo a me.
Mia sorella che è creativa, a differenza di me, fa delle cose bellissime a casa sua che a me non verrebbero mai in mente come ornare con nastri e foglie e rami il caminetto, fa presepi surreali e belli.
Io no, non sono capace.

Ho già detto nel mio " stato" che l' anno in cui sono sposata, arrivai a un punto di isteria tale nel preparare l' albero ( era lilla quell' anno), che Vittorio uscì di casa dicendo che sarebbe tornato quando tutto fosse finito.
E' vero che quel primo anno ( avevamo una casetta piccolissima) lui fece il presepe nel bagno, se così si poteva chiamare ( il bagno non il presepe).
C' era una parete di " roccia naturale " nella quale lui mise pastori, capanna e tutto.
Farlo visitare agli ospiti era divertente o imbarazzante a seconda dei pareri.
Negli anni era Stefano che faceva l' albero e Paolo il presepe.
Quando Stefano si è apprestato a andare a vivere per conto suo ( era gennaio) a dicembre mi ha dato una specie di " ripetizione privata" facendomi chiaramente capire che non avrei potuto più contare su di lui.
Quando è andato via Paolo che faceva presepi bellissimi gli ho regalato il Bambino che era una vera opera d' arte e si è portato il sughero e dei pastori che avevamo fin dai tempi di Napoli e di S. Gregorio Armeno.
Nel frattempo, avendo io comprato un albero finto e palle e fili d' oro ormai ogni anno l' albero è uguale a se stesso.
Mi aiuta Delia che si diverte molto avendo anche lei, come me, la mania della " simmetria".
Per il presepe ho comprato anni fa al super una capanna da poter mettere nell' "à jour" di un buffet: c'è un S. Giuseppe, una Madonna e un Bambinello tipo Botero ed è molto carino e poco ingombrante.
Vivo il giorno dell' albero con un' agitazione del genere " visita medica grave".
Quando tutto è compiuto, come oggi, sono felice, uso gli arredi per addobbare la casa ( mi riesce meglio) e cerco di NON guardare più l' albero per non notare che, casomai c'è un punto in cui mancano le lucine perchè sarei tentata di " rovinare".
E' tale la mia fissazione che una delle frasi del nostro " lessico familiare " ( di Vittorio a me ) è :" Non rompere il presepe ", che in questo caso sarebbe l' albero, ma la frase nacque quando facevamo il presepe insieme e io rovinavo tutto per toccare e "migliorare" .
Eccoci qua; ormai siamo troppo " diversamente giovani " e c'è troppa povertà intorno a noi per sprecare gli arredi che abbiamo e cambiare aspetto all' albero.
Penso che sarà una copia di se stesso fino alla fine.
Tanto quello che conta è che la sera della Vigilia siamo tutti qua : noi, figli, nuore e nipotini a godere della reciproca compagnia e, perchè no, della pizza di scarola!!!
P.S. Questo è quello dell' anno scorso; se volete chiedo a Vittorio di fotografare quello di quest' anno, ma tanto, poco cambia!!!
 — con Sandro Moscato e altre 41 persone.

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