venerdì 27 aprile 2012

LA CASA DELLE FAVOLE

La  casa era là e tutti, per anni l' avevano sotto gli occhi.
Prima non c'era e lo sguardo poteva spaziare lontano; poi avevano cominciato a costruirla e dopo ancora era rimasta là, mezza finita e mezza in costruzione, brutta e ingombrante.
Un giorno fu vista una coppia con un bambino traslocare con un furgone con pochi, poveri mobili.
Anche dal loro abbigliamento si vedeva che non erano ricchi; erano allegri e cantavano spesso, questo sì.
Come fossero entrati in possesso della casa non fu dato saperlo; i vicini si sbizzarrirono in congetture perchè la gente, si sa, si occupa spesso di quello che accade intorno.
L' avevano ereditata, occupata abusivamente, l' avevano comprata con un mutuo: ognuna di queste ipotesi  fu valutata e sviscerata.
Purtroppo i tre, pur essendo chiaramente una famiglia allegra e felice, erano gentili con i vicini ma poco loquaci e queste curiosità non furono mai soddisfatte.
Quello che migliorò molto ( e di questo si accorsero tutti ) fu l' aspetto della casa e dello spazio che la circondava.
E questo diede molto da parlare ai vicini.
Un bel giardino ben presto la circondò, un grazioso muretto e un piccolo laghetto la resero ben presto simile a una casa da favola.
Quello che i vicini non sapevano era che i tre, venendo da un paese lontano, non conoscevano la nostra lingua e non potevano vedere i telegiornali o leggere sui giornali le tremende notizie sulla crisi che ci tormentano ogni. giorno.
Quindi passavano il loro tempo, oltre che a lavorare sodo, a sperare e puntare sul futuro.
Erano arrivati in quel luogo perchè il bambino era stato molto malato e solo da poco era guarito.
La loro gioia era tale che nemmeno la povertà li spaventava: erano giovani, avevano braccia robuste e lavoro, anche umile, se ne trovava.
Bastava guardare avanti.
Se i vicini avessero osservato con maggiore attenzione si sarebbero accorti che gli alberi erano delle pianticelle che i due avevano acquistato per pochi soldi al mercato e che avevano attecchito abbastanza, anche se agli occhi degli altri apparivano MOLTO più alte e folte di quanto fossero.
Il muretto era stato costruito con pietre raccolte qua e là, unite con calce e costruito poco a poco di sera, dopo il lavoro.
In quanto al laghetto, era un fosso che i due avevano scavato e recintato che raccoglieva l' acqua piovana e quella di una roggia che passava là vicino e di cui nessuno si era mai accorto.
In realtà, a parte la cura, la gioia e la speranza di quelli che l' abitavano, se i vicini avessero guardato con attenzione si sarebbero accorti che erano più loro a vedere i cambiamenti: tranne poche riparazioni la casa, grosso modo, era sempre la stessa.
Questione di punti di vista!

Grazie ad Alina Bartolini e Mario Bozzi per le loro foto " prima e dopo ".

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