sabato 14 settembre 2013

LA " MIA " STAZIONE

E' come un segno.
Ogni tanto Ferdinando Kaiser, come un genio benevolo, posta una delle sue splendide fotografie e spesso capita che siano legate in qualche modo alla mia vita.
E allora vado a " riacchiappare " ricordi.
Prendetevela anche con lui!
Nel 1955 io ero proprio piccola.

Eravamo tutti abbastanza poveri nel dopoguerra e anche in una famiglia come la mia, con due stipendi, non c' era da scialare.
A me non disturbava: non avevo conosciuto un' epoca diversa, essendo nata in quegli anni.
I miei, forse, venendo da una vita agiata, ci soffrivano, ma erano persone intelligenti, amavano ricevere gli amici e lo facevano in una casa modesta come l' avrebbero fatto in una reggia.
Non eravamo mai stati in villeggiatura; mamma e papà ricordavano quelle di prima della guerra.
Io ero abituata a prendere con loro la Cumana e andare a passare d'estate la giornata a Torregaveta o a Coroglio.
Mamma insegnava, papà lavorava alla Circumvesuviana: era un impiego modesto che lui faceva con l' allegria e la signorilità che ebbe sempre, ma che lasciò dopo qualche anno, insofferente come era alla vita sedentaria, per dedicarsi per tutta la vita al lavoro di assicuratore anche per migliorare la sua posizione e la nostra.
Quell' estate quindi prendemmo il treno della Circumvesuviana ( avevamo i biglietti gratis) e scendemmo a questa stazione.
Una famiglia di amici era là in vacanza e ci avevano chiesto di andare a trovarli.
Fu il mio primo approccio con Vico.
Ci mettemmo in cammina per la salita che porta a quella chiesa che si vede in fondo, S. Maria del Toro, ma poi non riuscimmo a trovare la casa dei nostri amici e si risolse tutto in una scampagnata.
Ma durante l' inverno, forse le nostre condizioni economiche erano migliorate, affittammo casa proprio vicino a loro, in cima a quella salita che l' anno prima avevamo percorso.
Ricordo ancora la prima mattina in cui ci svegliammo e mamma e io ci affacciammo dove allora era campagna e ora è pieno di palazzi.
Ci sembrava un sogno!
Più di due mesi al mare!
Credo che da allora l' amore per Vico e il senso di stupore, di riconoscenza e gioia siano andati di pari passo.
Poi, nella vita, questa stazione è diventata per me un luogo familiare.
Quando arrivavo con il treno era il primo posto da cui vedevo il luogo a me caro; ho abitato per anni e anni in una casa in alto a picco sulla stazione dalla quale si vedeva un panorama da favola.
Ci sono stata prima da bambina, poi da ragazza scatenata e pronta a divertirsi, da fidanzata perchè Vittorio veniva anche lui da anni in vacanza là, da giovane sposa, da mamma, poi con mia mamma, mio suocero e mia zia ormai anziani, poi di nuovo a luglio, da sola, lasciando i ragazzi, ormai grandi, e Vittorio a Milano.
Mi sedevo la sera, con un libro da leggere sul balcone da cui si guardava il mare e sotto di me c' era la stazione e intorno quel panorama da sogno che per me evocava stagioni belle e persone care.
Da qualche anno vado in albergo, arriviamo in macchina.
Quando oltrepassiamo lo Scrajo e stiamo per avvicinarci alla stazione, Vittorio rallenta e dice che si faccia anche la coda dietro di noi, tanto non gliene importa: dobbiamo salutare Vico che rivediamo ancora una volta.
E ci sembra sempre quasi un miracolo.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10201155275456451&set=gm.10151646392731966&type=1&theater
La foto è di Ferdinando Kaiser

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