mercoledì 30 ottobre 2013

" RIACCHIAPPO " RICORDI...

Giuseppe Maffucci pubblica periodicamente foto del " luogo delle memorie", mio, suo e di molti altri ammalati di " vicanite".
L' " Antico Bagno Astarita " di proprietà dell' omonima famiglia era LA SPIAGGIA di Vico Equense.
Noi ragazzi, a volte con la barca, altre a nuoto, altre a piedi, andavamo oltre, al di là dello stabilimento e ci tuffavamo dallo Scoglio della Tartaruga o passavamo la mattina a fare il bagno alle "Spiagge dei preti " o facevamo il tifo in occasione del torneo di pallanuoto o delle gare di nuoto.
Ora il mare ha mangiato un bel po' di spiaggia; in quegli anni c' era spazio per due o anche tre file di ombrelloni.

Poi, come giustamente ricorda Maffucci, Franco Astarita, fratello maggiore di Antonio, aprì il varco che permetteva l' accesso alla " Spiaggia delle Sirene " che divenne quasi una " dependence " dello stabilimento.
Quanti ricordi e che bella gente!
Quasi tutti noi " vecchi " villeggianti e molti vicani che ora andiamo alle Axidie, allora eravamo fedelissimi bagnanti dell' Astarita.
Quando ho conosciuto mio marito, Vittorio Siravo, eravamo ragazzi e anche loro villeggiavano a Vico, ma a mare andavano a Seiano.
Poi, da fidanzati, Vittorio venne all' Astarita.
Ci si conosceva tutti: i Mansi che venivano con una macchina piena di ragazzi da Gragnano, i Capuano, i la Monica, i Chiaromonte, i Fermariello.
La nostra cabina, quella della mia famiglia, era una delle ultime.
Dopo la nostra c' era quella del farmacista, il dottor Cuomo, Vittoriano per tutti anche se il suo nome vero è Achille ( ma è un' usanza vicana) e i Cannavale.
Il dottor Cannavale era medico e, per un periodo fu sindaco del paese.
Le loro cabine erano particolari: anche il legno era loro ed erano diverse dalle altre: di poco, ma diverse.
Dopo una lunga, pigra, non frettolosa come sono oggi le vacanze " mordi e fuggi", estate che cominciava a giugno e finiva a ottobre, prima di tornare a Napoli ( e io invidiavo i vicani che rimanevano là, felici della nostra partenza), lo stabilimento veniva smontato e Franco Astarita lasciava solo tre o quattro cabine fra cui le nostre che rimanevamo a lungo.
Mia mamma, con la nostra domestica preparava crocchè di patate e arancini di riso ed era quasi un rito di settembre con i Cuomo e i Cannavale, nostri vicini di cabina, fare un pic-nic con questi cibi portati da casa!
Passa il tempo.
Ho lasciato Napoli ormai da 27 anni e vivo a Milano: posso fare a meno della mia città, ma Vico Equense, quella no, mai!.
Non si va più alla Marina di Vico; tanti ci vanno ancora, ma noi andiamo in albergo e quindi alle Axidie, anche se fino a qualche anno fa, avevamo la casa; poi è stata più comoda questa soluzione.
Ma quando si va in paese, vedi volti amici, e ci guardiamo sempre con gli occhi di " allora " e ci sembra di non invecchiare.
Agli angoli delle strade volti di fantasmi gentili si affacciano, al di là del tempo, per salutarci.
E allora basta allungare una mano e gli anni non sono passati e la " Spiaggia delle sirene" e le nostre estati antiche e le nostre memorie dolci sono là e nessuno ce le può togliere.
Grazie Giuseppe Maffucci per questa foto!

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