GELOSIA
« La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre »
(William Shakespeare, Otello)
Oggi vorrei parlare di gelosia.
Perchè ne parlo?
L' altra sera si chiacchierava a tavola con l'ng che tra pochi giorni andrà a Glasgow per lavoro.
Ci va spesso come prima andava spesso anche in Giappone, in Malesia, in America, e sovente va ancora in Spagna.
Ci va a volte solo, a volte con il fratello che lavora con lui, a volte con dipendenti uomini o, come stavolta, con dipendenti donne.
La cosa non mi ha mai turbato.
Tutti penseranno che ho fiducia in lui.
Ne ho, ora soprattutto, ma non è questo il punto.
Credo che la gelosia sia un sentimento difficilmente controllabile: o ne soffri o no.
Secondo me chi ne soffre ( a meno che non abbia vicino una persona che tradisca d' abitudine e allora farebbe bene a lasciarla ) ha scarsa autostima e un forte senso di possesso.
Io so con certezza di avere un forte senso di autostima e di non avere senso di possesso.
Questo mi deriva dall' educazione ricevuta da mio padre.
A me è stato insegnato che nulla e nessuno ci appartiene, nemmeno i figli: dobbiamo essere grati per l' affetto che riceviamo " qua ed ora " per usare un' espressione cara agli psicologi.
Quando l' altro/a non sono a portata di vista hanno la loro vita, le loro relazioni amicali, professionali e questo capita anche a noi.
Può capitare, nel corso di tali relazioni, che ci si senta attratti da altra persona.
Se il progetto di vita insieme resta in piedi, chi siamo noi per criticare o giudicare?
Può capitare anche a noi se già non è successo.
Ora siamo " diversamente giovani " e, almeno per mio marito e me è quel periodo piacevole della vita, forse il migliore, in cui si è sposi, amici, compagni, fratelli e complici anche grazie alla lunga frequentazione.
Ma ci sono stati periodi che io chiamo "bui " in cui sembra di non riconoscere più l' altro.
Sono anni interi che, visti in prospettiva, nell' arco di una vita, sembrano giorni, ma mentre li si vive, pesano come macigni.
Cosa ho fatto io in quei periodi?
La mancanza di " gelosia fisica " mi è venuta in aiuto; non ho domandato, non ho indagato, ho accantonato la pena naturale che la mancanza dell' affetto consueto dell' altro poteva procurarmi.
Ho goduto di ciò che la vita, il lavoro, le amicizie mi offrivano e della compagnia reciproca quando l' altro c' era.
Se non si litiga, tutto è come sempre; io lo chiamo " costruire l'interno dall' esterno".
Forse sono stata brava, forse solo superficiale, forse incosciente.
So che " curve " esistono in ogni vita matrimoniale; io mi sono rifatta, grazie anche al mio carattere, alle mogli di stampo ottocentesco che non parlavano, rimanevano le regine della casa, le " titolari", insomma.
Inoltre ho sempre provato amicizia e solidarietà per lui che mi aveva dato tante prove di amore e indagato in me perchè se l' altro non è felice può anche essere colpa nostra; si aspettava, forse, da noi di più e di meglio e noi, presi dalla frenesia del vivere lo abbiamo trascurato.
Quando, come un' onda che si ritrae, tutto è passato e si tornati alla normalità, come e meglio di prima, non c' era niente da recriminare, non c' era rancore, nemmeno la certezza di un tradimento.
Solo un periodo di " minore intesa ", ma, si sa, in tanti anni insieme, può capitare.
E il cammino ricomincia con serenità.
E' solo la mia esperienza, ma come l' ho vissuta, così ve la racconto.
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