venerdì 31 gennaio 2014

FEBBRAIO di Vincenzo Cardarelli

Nel girotondo di quei dodici fratelli che sono i mesi dell'anno, Vincenzo Cardarelli ritiene che per febbraio l'aggettivo sbarazzino, sia quello indovinatissimo e nella sua breve poesia lo dimostra in modo convincente.

Febbraio è sbarazzino.
Non ha i riposi del grande inverno,
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Dalla bora di febbraio
requie non aspettare.
Questo mese è un ragazzo
fastidioso, irritante
che mette a soqquadro la casa,
rimuove il sangue, annuncia il folle marzo
periglioso e mutante

sabato 25 gennaio 2014

AUSCHWITZ

" AUSCHWITZ " DI Peter Paul Wiplinger

considerare ogni parola
su gli oggetti

su gli occhiali
su le scarpe
su i capelli tagliati

su le brune valigie
con i nomi

immagini di dolore
documenti d’orrore

le scatole ammassate
di Zyklon B

le bambole rotte
nella vetrina

le lunghe file
nella latrina

i ferrigni attrezzi
nel crematorio

considerare ogni parola
su la realtà

ad Auschwitz
sbocciano rose rosse

e il cielo
è blu




Peter Paul Wiplinger

giovedì 23 gennaio 2014

L' ATTESA E ANCHE IL RICORDO

Il bellissimo film di Ettore Scola " La famiglia ", si svolge, nell' arco di ottant' anni, all' interno di un appartamento.
Tra un episodio e l' altro una carrellata lungo il corridoio dà allo spettatore il senso del tempo che passa.
Questa bellissima foto di Gennaro Esposito mi suggerisce ricordi, sogni, considerazioni.
In questo spicchio di mare che si vede e nel paese che c'è sopra sono racchiusi i ricordi più belli e importanti della mia vita.
Non solo della mia, ma di tante persone che amano questo luogo.
E come questo ci sono molti altri luoghi che rappresentano le " memorie " felici di tanta gente.
Perchè trovo poetica e splendida questa foto?
Il vedere un luogo " attraverso " ovvero incorniciato da una finestra mi sembra che al tempo stesso lo racchiuda, lo renda intimo e insieme lo dilati al massimo grado.
Ognuno di noi può riempirlo di storie, volti scomparsi o presenti, ricordi e aspettative.
La finestra è un simbolo: il nostro cuore fa da cornice al luogo amato; nulla ce lo può togliere.
Ciascuno di noi se ne sente il padrone perchè dentro ci siamo noi con la nostra storia.
Nell' eterno fluire del tempo noi siamo come granelli di sabbia; il luogo non è sempre stato così e antiche fotografie ce lo mostrano diverso.
E altri lo hanno abitato e popolato e " connotato " con le loro storie e i loro sentimenti.
Dovremmo sentirla come bella questa " catena" infinita e guardare il luogo che amiamo sapendo che ci sopravviverà anche se, chiuso nell' arco della finestra come nel nostro cuore, è facile sognare che appartenga solo a noi.

martedì 21 gennaio 2014

COME MI SENTO IN QUESTI GIORNI

Non voglio paragonarmi alla " regina del giallo ", ma in questi giorni mi sembra di vedermi così.
Siamo dopo una settimana a 200 libri catalogati e solo al secondo scaffale (di otto), della libreria numero uno.
Ci sono gli aspetti negativi come polvere e libri da dover necessariamente eliminare.
Ma anche tanti ricordi e profumi e carta da toccare e memorie antiche che mi assalgono.
I libri di studio: quelli miei e del mio primo figlio che studiavamo leggendo e rileggendo senza mai ripetere a voce alta, anzi senza ripetere per niente ( ci usciva tutto in sede di interrogazione o di esame) sono logori. " vissuti " sottolineati nelle varie riletture, con colori diversi, tratti di penna più decisi nei punti salienti, note riassuntive a margine.

Quelli di Paolo che studiava con metodo e precisione sono conservati perfettamente; sembrano nuovi anche se, visti i voti che prendeva, li approfondiva eccome!
Ogni libro è " vissuto " intensamente e ha una sua storia che me lo rende caro e mi rende spesso impossibile privarmene.
E' vero che oggi basta aprire Internet e leggere tutti i " Promessi sposi" o qualunque altro testo, è vero che ci sono gli ebook.
E io uso tutto questo, ma per consultare non per leggere.
L' altro ieri ho ritrovato il testo latino di Orazio che la mia amica e io fingevamo di studiare mentre in realtà, sotto di esso, leggevamo avidamente " L' amante di Lady Chatterley ", molto più istruttivo, a nostro parere.
Oggi posso apprezzare come meritano le note di Ugo Emilio Paoli.
Allora, studiando la famosa satira dello scocciatore che inizia con:" Ibam forte Via Sacra ...", penammo non poco perchè nelle note lo scocciatore veniva definito " parvenu" e noi, prima di capire che si trattava del francese " arrampicatore sociale, arricchito ", cercammo invano un latino "parvenus" della IV declinazione, naturalmente non trovandolo.
L' episodio la dice lunga su come la cultura fosse " posta " a noi ragazzi in modo molto più elevato di oggi!
Che lo capissimo poco, dice forse che gli adolescenti di ogni tempo si assomigliano più di quanto si creda.
E poi romanzi, riletti tante volte che le copertine sono consunte se non lacerate in qualche caso.
Ogni libro è legato a un' epoca e ogni epoca a ricordi.
Ci sono i miei, quelli della mia mamma, addirittura libri editi a Milano nell' 800 prima che la mia nonna si trasferisse da qua a Napoli, quelli di studio di Vittorio, e quelli di Stefano e Paolo e libri sulla comunicazione ( tanti) e sullo sport, calcio in particolare ( tanti) e romanzi e poesie.
Quelle di Catullo lette e " consumate" con la passione dei sedici anni al liceo e poi di nuovo all' Università.
Ogni giorno passo un'ora o due a scartare, esitare, conservare ( per lo più), catalogare.
Finirà prima o poi e sarà come aver ripercorso la storia di tante vite.
Per ora, guardatemi, io mi vedo così; rivolgetemi un caro pensiero!

mercoledì 15 gennaio 2014

GLI ANNI DEL NOSTRO " SAPORE DI MARE "

Per noi ammalati di " vicanite " ( potremmo chiamarci così) : il mare non aveva ancora " mangiato " la spiaggia e c' era posto per due file di ombrelloni.
"L' Antico Bagno Astarita" via via che donna Rosa e il marito invecchiavano erano gestiti con garbo e amicizia dai figli Franco e Antonio.
Le cabine erano di legno, bianche e rosse.
A fine settembre, primi di ottobre ( da giugno eravamo là) le smontavano, ma ne lasciavano sempre qualcuna per quelli che continuavano a fare bagni fino all' apertura delle scuole.
Noi ragazzi, incuranti del sole, passavamo la giornata sotto quella pagliarella là in fondo, giocavamo a carte e sognavamo l' amore tra flirt estivi ricambiati o meno.
Erano anni che nessuno dimentica, i mitici " anni '60 " e noi abbiamo avuto la fortuna di trovarci al momento giusto, nell' età giusta.
O forse è sempre così per gli anni splendenti e insieme dolorosi dell' adolescenza e della prima giovinezza: ognuno ha i " suoi " anni da ricordare.
Se vedo questa foto il tempo, magicamente, torna indietro e io sono " là dentro " e vedo persone e sento il rumore del mare e profumi e canzoni del juke-box.
Basta allungare una mano e siamo là: ognuno di noi ha un luogo delle memorie e io ho Vico Equense.
E finchè esisterà gente che quei tempi li ha vissuti con me, e che quando mi guarda mi vede con gli occhi di " allora", amerò sempre questo posto e i ricordi che là ci tengono legati.

giovedì 9 gennaio 2014

VICO EQUENSE

Vico Equense è un comune italiano della provincia di Napoli, in Campania: situato all'inizio della costiera sorrentina, ha alle spalle i Monti Lattari e si affaccia sul golfo di Napoli.


La prima citazione scritta riguardante il territorio di Vico Equense risale al I secolo, quando Silio Italico, nel poema "Punica", cita un certo guerriero di nome Murrano, proveniente dall'Aequana, un territorio vicino Sorrento; documenti di epoca medievale confermano poi l'esistenza del borgo di Aequa, nel tratto di costa che oggi viene identificato nella frazione di Seiano.
Tuttavia doveva anche esistere un piccolo borgo sul pianoro dove sorge l'attuale città, di cui non si conosce il nome e che andò spopolandosi poi durante il medioevo.
Con l'arrivo degli Aragonesi e poi degli Angioini, il vecchio paese sul pianoro ritornò a vivere, grazie anche allo spopolamento dell'abitato di Aequa, divenuto oggetto di razzie da parte dei pirati: vennero cosi costruite mura, al cui interno fu poi edificata la cattedrale ed il castello.
Con il passare degli anni intorno al centro si svilupparono, sparsi sui monti circostanti, spesso intorno a chiese, piccoli borghi, che costituisco le attuali frazioni; fu tuttavia nel XIX secolo che si ebbe un totale riassetto dell'urbanistica: vennero infatti eliminate le mura e fu aperta la strada che collegava Castellammare di Stabia con Sorrento; fu in questo periodo inoltre che iniziò la forte vocazione turistica del paese, soprattutto durante il periodo estivo, sia come luogo balneare che termale, grazie alla presenza del complesso dello Scrajo.
Nel 1906 l'isolamento terminò con l'apertura della linea tranvia Castellammare di Stabia - Sorrento, sostituita poi nel 1948 dalla ferrovia Torre Annunziata - Sorrento che collega la costiera sorrentina con Napoli; durante gli anni sessanta e settanta del XX secolo Vico Equense fu interessata da un notevole sviluppo edilizio; danni si ebbero con il terremoto del 1980, successivamente in parte riparati.

La chiesa della Santissima Annunziata ( in alto nella foto )
La chiesa della Santissima Annunziata è stata la cattedrale della diocesi di Vico Equense fino al 1818.
Eretta agli inizi del XIV secolo su un costone roccioso a strapiombo sul mare, è uno dei rarissimi esempi dell'architettura gotica, all'interno, della costiera sorrentina mentre la facciata è in stile baracco, ricostruita nel XVIII secolo. L'interno è suddiviso in tre navate e conserva tele di Giuseppe Bonito, Jacopo Cestaro e Francesco Palumbo e l'urna funeraria di Gaetano Filangieri.
Chiusa per molti anni, è stata ristrutturata e riaperta con una bellissima cerimonia nell' estate del 1995.
Molto si è adoperato per questio don Fabio Savarese, parroco di Vico Equense fino a pochi mesi fa.
Due sono i santuari sul territorio vicano: il santuario di Santa Maria del Toro fu costruito nel XVI secolo a seguito di diverse leggende e avvenimenti miracolosi attribuiti all'affresco della Vergine col bambino: restaurato all'inizio del XIX secolo, dopo essere stato utilizzato come stalla, il santuario è a unica navata e conserva una statua di Maria con Gesù Bambino che stringe tra le mani un giglio d'argento, affreschi di Francesco Solimena ed altre numerose opere pittoriche.
Il Santuario di San Michele Arcangelo si trova sul monte Faito, nei pressi del luogo in cui l'arcangelo Michele apparve ai santi eremiti Catello e Antonino: ricostruito più volte, l'attuale edificio è stato consacrato il 24 settembre 1950 e si presenta a navata unica in stile contemporaneo; ha un altare in legno, una statua di San Michele realizzata da Edoardo Rubino e due statue raffiguranti san Catello e Sant'Antonino opera di Francesco Jerace.
La chiesa dei Santi Ciro e Giovanni è la principale della città: consacrata nel 1774, al suo interno viene venerato il patrono di Vico Equense, ossia San Ciro; ha croce latina, conserva una statua lignea dell'Immacolata, una tela raffigurante la deposizione, opera di Antonio Asturi e due busti reliquiari in argento, rispettivamente di San Ciro, risalente al XVII secolo e di San Giovanni, realizzato nel 2008.
Le due statue vengono portate in processione dai pescatori di Vico Equense durante una festa nella terza domenica di agosto; in quell' occasione ci sono bancarelle, spettacoli e, di sera, lo spettacolo di fuochi alla Marina di Vico.
Caratteristica è la cappella di Santa Lucia, nella frazione di Massaquano, che conserva un ciclo di affreschi del tardo trecento di scuola giottesca: le raffigurazioni riguardano l'assunzione di Maria, scene della vita di Santa Lucia e quelle di Gesù.
Numerose poi sono altre chiese sparse per le varie frazioni della cittadina.

Il castello Giusso
Edificato tra il 1284 ed 1289, si narra per volere del re Carlo II d'Angiò, ma più probabilmente del feudatario Sparano di Bari, il castello Giusso è stato sia utilizzato come struttura militare, ma soprattutto per uso residenziale: viene così chiamato dal nome dei proprietari Luigi ed il figlio Girolamo Giusso, che durante il XIX secolo eseguirono numerosi lavori di restauro e abbellimento, come la costruzione di una cappella e la creazione di un ciclo di affreschi all'interno di alcuni saloni; il 21 luglio 1788, morì al suo interno il giurista napoletano Gaetano Filangieri.
Nel 1934 fu ceduto alla Compagnia di Gesù che a sua volta lo cedette a privati nel 1970.
Attualmente ospita un complesso residenziale con ristorante e discesa a mare per i soci.

L'Antiquarium Silio Italico è un museo archeologico fondato nel 1966 che raccoglie principalmente i corredi funerari di una necropoli, scoperta a Vico Equense durante la costruzione di alcuni palazzi negli anni sessanta e settanta: si tratta di buccheri, oggetti in bronzo, ceramiche a figure nere e rosse, oltre ad armi e vasi, di cui uno caratteristico poiché riporta caratteri dell'alfabeto nucerino .

Il museo mineralogico campano è stato inaugurato il 22 ottobre 1992 ed ospita una collezione di minerali, raccolti in oltre a cinquant'anni di ricerca, dall'ingegnere Pasquale Discepolo: nel corso del tempo si è arricchito di numerose donazioni come meteoriti, fossili ed una sezione dedicata interamente alle gemme.

Il museo di arte sacra di San Vito offre un'esposizione di oggetti sacri realizzati tra il XVI e XVIII secolo, provenienti da diversi regioni italiane: oltre a dipinti, si osservano anche opere lavorate in corallo ed in argento.

Nella Chiesa della Confraternita dell' Assunta, nei pressi della Cattedrale vi è un altare intarsiato di coralli e madreperla che fu restaurato grazie anche all' interessamento di Susanna Agnelli.

Tra le attrazioni naturalistiche della zona, le terme dello Scrajo, fondate nel 1895, grazie a diversi sorgenti di acqua solfurea, offrono terapie per diverse patologie sia dermatologiche che respiratorie: grazie alla vicinanza del complesso al mare, viene sfruttato anche per il turismo balneare; ospita anche dei ristoranti.

Sulle spiagge è possibile scorgere torri di vedetta, alcune ridotte a ruderi e resti di una villa romana sulla spiaggia del Pezzolo.
Il paesaggio collinare e quello montano offrono invece itinerari escursionistici, come nelle frazioni di Arola o Santa Maria a Castello,( da quest' ultima si ammira una veduta spettacolare della sottostante Positano) fino ad arrivare alle vette più alte della catena dei monti Lattari, come il monte Faito che fa anch' esso parte del Comune di Vico Equense.
Per me, e molti altri, è il luogo dei ricordi, di anni e anni di vacanze ( o villeggiature come si chiamavano una volta) che si ripetono tuttora e ci fanno amare questo luogo.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202315360157897&set=at.10202264327562114.1073741842.1608428868.1282015032&type=1&theater
La foto è di Gennaro Esposito

martedì 7 gennaio 2014

ADDOBBI NATALIZI

Nel soppalco corridoio:
1) Scatola Terasaki: presepe ( parte dei pastori e Bambino li ha Paolo)

2) busta bianca e blu PISOTTI:
A- decorazioni casa ( non le abbiamo usate tutte )
B- ghirlanda porta

3) Busta grigia:
A) fili d' oro
B) lampadine- 2 serie
C) palle d' oro ( in busta aggiunta), una si è rotta.( Ce ne sono di nuove in due scatole chiuse )
D) base albero già montata  - Il filo della prolunga con interruttore è nel cassetto del bagno piccolo.

4) scatola albero lunga (la base già montata è nelle busta grigia )

5) busta giallo-arancione fantasia contiene presepe avvolto in giornali
    Madonna ( avvolta giornali)
    S Giuseppe ( avvolto giornali)
    Bambino - nella sua scatolina