sabato 31 dicembre 2011

IL COMPLEANNO DEL MAGO


I maghi, si sa, sono creature magiche e la loro vita è avvolta nel mistero.
Per quanto riguarda IL MAGO per eccellenza, nemmeno la data di nascita è sicura; alcune fonti riportano  l' 1 gennaio ma altre, orali , parlano di alcuni giorni prima; se tutto fosse chiaro che MAGO sarebbe?
La mia personale amicizia con lui, inizialmente stentava a partire: si sa è un artista, un po' spigoloso, diffidente.
Poi ( essendo un po' maghetta anche io, pur se di categoria inferiore ), ne scoprii le tante qualità umane: affettuosità, tenerezza, fedeltà verso gli amici, anche alcune fragilità che tutti abbiamo e che ci rendono umani.
Mi aiutò anche il fatto che, per una certa magìa, riuscii a parlargli; la voce, se non puoi vedere una persona, ti aiuta però molto a sentirla più vicina.
Da allora so che c'è e che è mio amico.
Come artista ci fa sognare tutti: il suo mare, i suoi " ciuriddi", i mercati, i cani, realtà e fantasia mescolate, le notti profumate e poi  BITTA e la sua vita intensa, BITTA e il suo fascino e il suo amore per le barche e i paesi d' oltremare di cui esse le parlano al ritorno dai loro viaggi.
Caro MAGO o come ti chiamo io carissimo Giuse, sei una bella persona, uno di quei doni che fb fa di tanto in tanto e che si contano sulle dita di una mano: quello di trasformare un nome in una essere umano e, cosa più importante, in un amico reale.
Cosa augurarti nel giorno precedente a quello del tuo compleanno ufficiale?
Ti auguro felicità, serenità, il poter sempre conservare quel cuore fanciullo che ti permette di trasformare in dipinti e foto i tuoi sogni e la realtà come la vedi e come, grazie alla tua magìa, riesci a farla vedere a noi.
A me, basta che resti come sei ed è già tanto!
AUGURI MAGO!!!

mercoledì 28 dicembre 2011

SPAGHETTI ALLE VONGOLE


Gli spaghetti alle vongole,  più spesso in gergo" lo spaghetto", è un piatto base della cucina napoletana, diventato poi internazionale.
A Natale è d' obbligo per tutti i napoletani e " napolidi" sparsi ovunque.
E' piatto della Vigilia che, per noi, è più importante del giorno di Natale, ma può essere cucinato anche in altri periodi dell' anno a differenza dell' insalata di rinforzo e della pizza di scarola che, chissà perchè, si preparano solo per questa festività.
Io sono una discreta cuoca e gli spaghetti con le vongole sono uno dei piatti preferiti dell'ing; a me, non so perchè, generalmente non riescono bene.
Quelli buoni, anzi eccelsi, li mangiamo a Vico da " Gigino" un ristorante che c'è da sempre, famoso per la pizza a metro ma degno di nota anche per altre pietanze.
Quando li gustiamo là Vittorio fa chiamare il proprietario, che conosciamo da bambini, e gli comunica la sua gioia per aver assaporato qualcosa di apparentemente semplice ma con quel " quid " in più che rende un insieme di ingredienti qualcosa di unico e particolare.
Tra me e gli spaghetti alle vongole c'è da sempre stato un contenzioso: non mi sono mai riusciti male ma banali, appunto un insieme di ingredienti uniti insieme e non " lo spaghetto"  unico, irripetibile!
Per alcuni anni li avevo messi da parte, ignorati, finto di dimenticare.
Quest' anno sono partita all' attacco: dovevo cucinarli e dovevano essere speciali!
La ricetta in sè è semplice,  la conosco e li ho preparati infinite volte ma quest' anno dovevano avere il sapore giusto, il famoso " quid"!
Ho iniziato un' infinita serie di consultazioni con amiche e parenti napoletane accogliendo o eliminando suggerimenti: rapporto esatto vongole- spaghetti, tempi di cottura, introduzione dei pomodorini ( li avevo sempre cucinati bianchi), filtraggio del sugo di cottura delle vongole con apposito colino, spadellamento finale.
E' stato un sacrificio per me che sono una che cucina " a occhio";  non peso perchè sono abile e abituata a cucinare  e, senza falsa modestia, bene.
E' stato un duello con esito incerto fino alla fine, ma a tavola il successo è stato clamoroso e il mio palato ha confermato! La battaglia, dopo anni di " rimozioni" è stata affrontata, combattuta e vinta.
Mi sono sentita come Albert Sordi nella famosa scena del film: " Un americano a Roma "!
Spaghetti alle vongole, siete miei ormai!

venerdì 23 dicembre 2011

BUON NATALE AI MIEI AMICI DI FB


Non è un bel mondo e non è un momento dei migliori, ma comunque è Natale e va festeggiato.
Per chi è credente è una festa religiosa, per molti è l' occasione per scambiarsi regali e far festa comunque.
Nei miei 60 e passa anni di vita è uno dei rari momenti, quest' anno, che vivo con vegogna. non solo il Natale, il periodo in genere.
Mi vergogno  se penso che io  forse posso permettermi un superfluo che per altri è necessità; mi vergogno quando vedo anziani pensionati che, al supermarcato, guardano il prezzo di generi alimentari, facendo mentalmente i conti con le loro magre entrate; mi vergogno pensando a padri separati costretti a mangiare alle mense della Caritas; mi vergogno se penso che ci sono padri NON seoarati che non sanno se riusciranno a regalare qualcosa ai loro figli.
Siamo la generazione cresciuta col boom economico, siamo venuti su con l' idea che il merito e il duro lavoro sarebbero stati premiati.
Stiamo invecchiando in un mondo dove la ricchezza è spesso raggiunta con scorciatoie;  persone che hanno lavorato per una vita non sanno come far quadrare il bilancio e i giovani sempre più spesso smettono di sperare e non è giusto.
Festeggiamo il Natale il modo "umano" e non solo il Natale, ma tutto l' anno.
Cerchiamo di "guardare " veramente chi ci passa vicino, regaliamo un sorriso, un saluto, la nostra attenzione.
Stamattina sono andata al supermercato;  nel parcheggio c'è un uomo del Bangladesh. I clienti prendono da lui lo scontrino ma raramente lo guardano, quasi nessuno lo saluta.
Io  di solito  mi fermo a fare quattro chiacchiere e  a volte gli offro il caffè; stamattina gli ho dato dieci euro e l' ho abbracciato. Mi ha raccontato della sua famiglia, mi ha mostrato la fotografia del suo bambino lontano. Gli ho augurato buon Natale, poi gli ho chiesto se fosse cristiano. Mi ha risposto che è musulmano e io, che ho la " capa fresca " gli ho risposto che non aveva importanza se noi lo chiamavamo Dio e lui Allah; se c' era, c' era...altrimenti...chissà! Nel frattempo ci eravamo comportati da " cristiani", inteso come " esseri umani".
Non so dire altro se non auguri a tutti.
A proposito, ho assistito a un miracolo, proprio con questi occhi!
Io ho una vecchia Opel del '98; faccio fatica a separarmene, le voglio bene. Prima la dividevo con i figli, ora la uso io sola, l' ing non ci entra, è troppo lurida e maltenuta. Da un anno si era bloccato il finestrino dalla parte del guidatore con una serie di inconvenienti ( caldo d' estate, scendi e risali quando c'è da infilare scontrini per parcheggi...ecc ).
Mi sono finalmente decisa e ho stabilito che a gennaio sarebbe stato il momento adatto per cambiarla con una più piccola; penso che abbia origliato, ascoltato, sentito, percepito, non so.
So solo che stamattina, miracolo di Natale, il finestrino  dopo un anno esatto ha ripreso a funzionare; credo che l' auto rifiuti di abbandonarmi o di essere abbandonata!
Che anche la Opel abbia un' anima???
Tanti auguri a tutti con affetto; possiate essere felici o, almeno,  sereni!
BUON NATALE!!!

sabato 10 dicembre 2011

RADIO E TELEVISIONE


Quelli che hanno la mia età e dintorni, i " diversamente giovani ", ricordano da piccolissimi un' epoca in cui la televisione non c'era. Si ascoltava la radio: canzoni, concerti, commedie, i radiodrammi, i varietà come " Rosso e nero " e poi " La corrida " con Corrado e " Il motivo in maschera " con Mike Bongiorno.
La fantasia e l' immaginazione mettevano le ali: ciò che non vedevamo, immaginavamo.
Ricordo una sera; eravamo a casa di mia nonna, quella milanese.
Abitava all' ultimo piano di una casa al Corso Vittorio Emanuele, dal balcone si vedeva tutta Napoli, quella delle cartoline, dall' alto.
Ci riunivamo  nella grande cucina; ho in mente una sera: zia Vittoria, che  era signorina, sferruzzava, la nonna leggeva,  e ascoltavamo alla radio non so che cosa.
Geppina, la domestica della nonna disse che tra poco ci sarebbe stata la televisione e ragionava su come ci si sarebbe dovuti disporre; pensava che sarebbe stato poco comodo non poter continuare a fare ognuno le sue cose come accadeva ascoltando la radio ma tenere la testa rivolta verso qualcosa.
Poi venne la televisione e esplose il fenomeno di " Lascia o raddoppia?".
Nel palazzo una sola famiglia l' aveva, i Rizzotti che abitavano al piano di sopra; l' avevano in camera da letto, disponevano le sedie e andavamo tutti noi vicini a vedere Mike e qualche volta il " Perry Como Show " che era tutto in inglese e nessuno ci capiva niente ma guardavamo incantati.
C'era un solo canale, la tv dei ragazzi al pomeriggio; chi ricorda " Il club dei castori"?
Poi lo spettacolo serale o la prosa il venerdì; la signora diceva a noi :" Bambini spegnete la televisione che si consumano le valvole".
I miei erano radical-chic, di quelli: " Noi la televisione, mai! Fa male alle bambine, poi non si legge più".
Ci volle l' epidemia di poliomielite del' 58; restammo a Vico fino a tutto settembre. Poi, un bambino e una bambina che giocavano con noi la presero.
La paura dei miei fu tanta! Tornammo di corsa in città, ci vaccinarono e, per tenerci buone si comprò la televisione.
Allora, erano gli anni de " Il Musichiere ", diventammo noi gli ospitanti;  il sabato sera salivano i signori Bianchi che abitavano al piano di sotto e venivano messe le sedie in fila in salotto.
Furono gli anni dei primi sceneggiati televisivi che ci avvicinavano alla  letteratura: " Orgoglio e pregiudizio", con una Virna Lisi giovanissima e Franco Volpi " Jane Eyre " con Ilaria Occhini e Raf Vallone e poi altri, tanti, nel corso degli anni.
Le gemelle Kessler con le calze nere a coprire le gambe e il padre di una mia amichetta che non permetteva che la figlia vedesse " quelle sconcezze"!
E poi Carosello e negli anni il secondo canale e noi, diventati più grandi, che riscoprimmo la radio e "Alto Gradimento" con Arbore e Boncompagni e " Hit parade" con Lelio Luttazzi e " Per voi giovani", sempre con Arbore e la mia tesi preparata ascoltando Maurizio Costanzo e Dina Luce in " Buon pomeriggio".
Ma per decenni, radio e televisione sono state il collante delle famiglie,  il luogo del raduno naturale il momento del " tutti insieme".
Ora ognuno vede come vuole, scarica in anticipo le serie cult, col pc e su you tube; è insomma un " vedere da soli ", quasi come leggere. Quel momento di aggregazione appartiene al passato.
Certo che la povera Geppina, la cameriera della nonna quella sera in cui disse: " Ma per vedere questa televisione staremo tutti con il collo storto" non sapeva, povera, di aver pronosticato la cervicale che, ormai, è appannaggio di tutti noi, televisione o no!!!

sabato 3 dicembre 2011

TRA VESTITI CHE BALLANO


Oggi girava un link su fb che trattava della " morte del congiuntivo".
Che il congiuntivo sia morto o moribondo o sul punto di... non ci sono dubbi.
C'era chi scriveva che è colpa dei messaggi telefonici e dei giovani dì' oggi; io ho insegnato fino a cinque anni fa e già da qualche  tempo gli alunni scrivevano nei temi " xkè" invece di perchè e " cmq " invece di comunque ( questo spesso lo scrivo anche io ).
Io pregavo loro che lo facessero nella " brutta copia" dei temi ma che in " bella " scrivessero bene.
Il migliore dei miei alunni degli ultimi  venti anni che ora studia ingegneria, l' anno scorso e due anni fa su fb scriveva senza vocali, solo le consonanti; qualche volta abbiamo fatto delle gare di comprensione scritta.
Il problema del congiuntivo deriva da uno scarso, sbagliato e impoverito uso della lingua italiana, dovuto sia al fatto che non vengono letti più i classici e, nell' adolescenza, i " romanzi di formazione ", opere senza tempo e sempre vive e valide e sia all' uso che la televisione fa della lingua italiana.
Provate a riguardarvi una qualunque trasmissione di qualche tempo fa: che uso complesso e articolato della lingua rispetto alle trasmissioni di oggi!
Oppure  sfogliate un' antologia o un  libro di storia o di geografia delle scuole medie di appena dieci anni fa: sembra un testo universitario per ricchezza e complessità di linguaggio rispetto a quelli in uso ora.
 Avviene  poi una reazione a catena; meno si usano la lingua, i verbi, i vocaboli, le subordinate e meno li si conosce; conoscendoli meno si usano meno e via  di questo passo.
A me è successo un fatto strano: anche Google che non è come " la signora Rinascente " di Luciano De Crescenzo, si adegua talvolta, anzi spesso alla generale ignoranza.
Tempo fa cercavo una commedia di Rosso di San Secondo, commediografo vissuto tra la fine dell' 800 e la prima metà del '900.
Di lui avevo visto anni fa a teatro con uno splendido Luigi Vannucchi:  "Inferni "  e, in televisione, quella in bianco e nero, quando il venerdì sera c' era la prosa:  "Tra vestiti che ballano", una commedia che, credo, parlasse di Alessandra di Rudinì e che si svolgeva in una sartoria.
Beh ci credete, quando ho digitato il titolo della commedia mi è venuto come risposta " forse cercavi TRAVESTITI CHE BALLANO".  Anche Google si è adeguato!
Stasera ci ho riprovato: mi ha dato il nome della commedia e l' autore, ma, sull' intreccio, silenzio, nessuna risposta.
Bravo Google ti sei messo a studiare, fai un piccolo sforzo e, la prossima volta, preparati anche sulla trama!

venerdì 2 dicembre 2011

UN MOMENTO DI PURA GIOIA


A Milano io abito vicino ai Navigli in un quartiere, un tempo zona industriale (vicino casa casa mia c'è l' ex Ansaldo da cui, il 25 aprile i partigiani si mossero per andare in Piazza del Duomo), diventato ora, grazie ad Armani, la moda, eventi vari, il design, locali e pub, una zona "in".
Il mio giardino confina con un asilo infantile, subito dopo c' è la scuola elementare.
Dalla finestra della camera che era dei ragazzi vedo sotto di me, io sono al primo piano, i bambini giocare e le loro corse, le merende, i momenti in cui disegnano.
E' un rumore piacevole che non mi dà fastidio: ho vissuto per tanti anni in una scuola e poi, sono bambini tranquilli; quelli della scuola elementare sono appena più in là, subito oltre l' asilo.
Ieri guidavo verso casa; erano le undici del mattino e tornavo dal parrucchiere. Poco prima di svoltare per imboccare la strada in cui abito ho  rallentata; sul marciapiede alla mia sinistra passava una classe delle elementari, forse una quinta, erano abbastanza grandi; andavano, con le maestre fuori, in uscita scolastica.
E' stato un impatto visivo fenomenale, seguito all' istante da un momento di gioia profonda e irrazionale.
Erano allegri, felici di star fuori maschi e femmine, ridevano, mescolati tra loro, alcune ragazze, come usa, si tenevano a braccetto o per mano.
Erano di tante razze e colori: italiani, filippini, cingalesi, sudamericani; anche quelli dell' asilo sono così  ma li vedo sempre e non ci faccio caso; quello che ieri mi ha colpito era la naturalezza e la gioia che li univano in modo visibile e naturale.
Il Presidente Napolitano ha detto, giorni fa che è giusto e sacrosanto che i figli di stranieri nati in Italia abbiano la cittadinanza; grande persona il nostro Presidente!
Ma quei ragazzini  ERANO tutti italiani; belli, giocosi, senza differenze, portatori della ricchezza di culture diverse e felici con semplicità della loro uscita mattutina.
Vorrei che tutti quelli che straparlano, che brontolano, che mormorano contro questa meravigliosa mescolanza fossero stati là ieri per vedere quanto l' infanzia è saggia, innocente, naturale; che siano benedetti questi nostri italiani, uomini e donne di domani!