sabato 10 dicembre 2011

RADIO E TELEVISIONE


Quelli che hanno la mia età e dintorni, i " diversamente giovani ", ricordano da piccolissimi un' epoca in cui la televisione non c'era. Si ascoltava la radio: canzoni, concerti, commedie, i radiodrammi, i varietà come " Rosso e nero " e poi " La corrida " con Corrado e " Il motivo in maschera " con Mike Bongiorno.
La fantasia e l' immaginazione mettevano le ali: ciò che non vedevamo, immaginavamo.
Ricordo una sera; eravamo a casa di mia nonna, quella milanese.
Abitava all' ultimo piano di una casa al Corso Vittorio Emanuele, dal balcone si vedeva tutta Napoli, quella delle cartoline, dall' alto.
Ci riunivamo  nella grande cucina; ho in mente una sera: zia Vittoria, che  era signorina, sferruzzava, la nonna leggeva,  e ascoltavamo alla radio non so che cosa.
Geppina, la domestica della nonna disse che tra poco ci sarebbe stata la televisione e ragionava su come ci si sarebbe dovuti disporre; pensava che sarebbe stato poco comodo non poter continuare a fare ognuno le sue cose come accadeva ascoltando la radio ma tenere la testa rivolta verso qualcosa.
Poi venne la televisione e esplose il fenomeno di " Lascia o raddoppia?".
Nel palazzo una sola famiglia l' aveva, i Rizzotti che abitavano al piano di sopra; l' avevano in camera da letto, disponevano le sedie e andavamo tutti noi vicini a vedere Mike e qualche volta il " Perry Como Show " che era tutto in inglese e nessuno ci capiva niente ma guardavamo incantati.
C'era un solo canale, la tv dei ragazzi al pomeriggio; chi ricorda " Il club dei castori"?
Poi lo spettacolo serale o la prosa il venerdì; la signora diceva a noi :" Bambini spegnete la televisione che si consumano le valvole".
I miei erano radical-chic, di quelli: " Noi la televisione, mai! Fa male alle bambine, poi non si legge più".
Ci volle l' epidemia di poliomielite del' 58; restammo a Vico fino a tutto settembre. Poi, un bambino e una bambina che giocavano con noi la presero.
La paura dei miei fu tanta! Tornammo di corsa in città, ci vaccinarono e, per tenerci buone si comprò la televisione.
Allora, erano gli anni de " Il Musichiere ", diventammo noi gli ospitanti;  il sabato sera salivano i signori Bianchi che abitavano al piano di sotto e venivano messe le sedie in fila in salotto.
Furono gli anni dei primi sceneggiati televisivi che ci avvicinavano alla  letteratura: " Orgoglio e pregiudizio", con una Virna Lisi giovanissima e Franco Volpi " Jane Eyre " con Ilaria Occhini e Raf Vallone e poi altri, tanti, nel corso degli anni.
Le gemelle Kessler con le calze nere a coprire le gambe e il padre di una mia amichetta che non permetteva che la figlia vedesse " quelle sconcezze"!
E poi Carosello e negli anni il secondo canale e noi, diventati più grandi, che riscoprimmo la radio e "Alto Gradimento" con Arbore e Boncompagni e " Hit parade" con Lelio Luttazzi e " Per voi giovani", sempre con Arbore e la mia tesi preparata ascoltando Maurizio Costanzo e Dina Luce in " Buon pomeriggio".
Ma per decenni, radio e televisione sono state il collante delle famiglie,  il luogo del raduno naturale il momento del " tutti insieme".
Ora ognuno vede come vuole, scarica in anticipo le serie cult, col pc e su you tube; è insomma un " vedere da soli ", quasi come leggere. Quel momento di aggregazione appartiene al passato.
Certo che la povera Geppina, la cameriera della nonna quella sera in cui disse: " Ma per vedere questa televisione staremo tutti con il collo storto" non sapeva, povera, di aver pronosticato la cervicale che, ormai, è appannaggio di tutti noi, televisione o no!!!

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