JIM WILLIAMS, LA FIDES PARTENOPE BASKET, LA COPPA DELLE COPPE 1970...RICORDI
L' altro ieri mi telefona mia sorella e mi dice che a Napoli è previsto il ritorno dagli U.S.A. di Jim Williams un grande pivot che entusiasmò noi napoletani appassionati di basket alla fine degli anni '60 per culminare con la vittoria della squadra napoletana nella Coppa delle Coppe del 1970.
Ecco, come dico io, basta allungare una mano e il passato è là, dietro l' angolo.
Mia sorella e io e poi l' ing ( non ancora ing ) e i nostri amici la domenica affollavamo il Palasport ( in cui andammo anche per il concerto degli Inti Illimani ).
All' inizio era una squadra " poverella " quella napoletana; una dipendenza dell' Ignis di padron Borghi e infatti si chiamava Ignis Sud.
Poi cambiò il nome in Fides e incominciò l' epoca d' oro; fu una squadra sfortunata nel tempo, non ne restano molti.
C'erano Maggetti, bravo e basso per il basket ma con una grande velocità e testa e Bufalini e Gavagnin che dall' Ignis, divengtati vecchi, erno stati riciclati alla Fides e Ossola fratello minore del calciatore scomparso a Superga.
I primi due non ci sono più, ma mancano anche i fratelli Errico morti in modo fulmineo e da giovani, per quelle strane morti improvvise di cui, allora, non si parlava tanto.
Forse per un difetto congenito perchè la sorella, che era mia collega, morì anche lei giovane e improvvisamente.
E manca all' appello anche Leonardo Coen Cagli che allora era ragazzo e giocava poco, poi diventato nazionale di basket negli anni ’70, per 15 anni scenografo di Hollywood con 3 candidature all’Oscar e, dopo una pluriennale esperienza come architetto, creativo e visual designer in Europa, anche disegnatore per Walt Disney.
E' scomparso nel 2009 e i funerali, lo apprendo ora da Google, sono stati celebrati in S. Maria delle Grazie, qua a Milano.
Ma la stella, l' astro indiscusso era Jim Williams uno splendido negro; noi ragazze ce lo mangiavamo con gli occhi!
Mia sorella e io, approfittando del fatto che spesso lo incontravamo nella pizzeria Lombardi a S Chiara, luogo di culto per gli amanti della pizza e del basket, non esitammo ad avvicinarlo a cena più volte istaurando con lui una sorta di amicizia.
Allora non c' era Internet e, complice quella santa donna di mia madre, quando la squadra giocava in esterna, la costringevamo a telefonare al " Mattino " il quotidiano napoletano, per conoscere il risultato della partita in tempo reale.
Che bei genitori avevamo!
Si avvicinava il giorno della finale della Coppa delle Coppe: mia sorella e io mettemmo da parte tutti i risparmi che potemmo per comprare i biglietti nella tribuna numerata e assistere da vicino alla finalissima.
C' era inoltre una mezza scommessa con un nostro amico, Enzo Pacella, che ancora oggi è tra le " presenze storiche " dell' estate vicana.
Lui sosteneva che noi non conoscevamo Jim Williams e inventavamo tutto.
Emozione, agitazione, arriva il giorno della partita; la Fides, dopo una partita allo spasimo vince la Coppa e noi vediamo lassù, in alto, il nostro amico che se la ride.
Era questione di onore: scendiamo di corsa sul parterre, afferriamo Williams e lo salutiamo.
Lui, grazie alle numerose volte in cui ci eravamo bvisti in pizzeria, ci riconosce e mette le sue braccia sulle spalle di entrambe: sguardo di trionfo nostro ( allora non si usava il gesto dell' ombrello!) e sguardo ammirato di Enzo, incredulo dall' alto.
L' anno dopo io ero con Vittorio e al Palasport si andava insieme: durante una partita Jim Williams, nell' eseguire una schiacciata mamdò in frantumi il tabellone ferendosi malamente.
Pretese di essre medicato e di scendere di nuovo in campo.
Un boato accompagnò il suo ingresso!
Ieri si sono incontrati a Napoli, lui e i superstiti della squadra di allora con Dino Meneghin che presentava un libro.
Nonostante i 67 anni Jim Williams si è conservato benmissimo e il ricordo del calore del pubblico napoletano lo accompagna ancora.
Il Palasport di Napoli ora si chiama Palabarbuto dal nome di Lello Barbuto giornalista appassionato e competente che contribuì a farci amare il basket in quegli anni!
Del resto cos' è il passato quando i ricordi sono così vivi che se ci pensi li provi ancora; basta allungare una mano e diventa presente!
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