L' ISOLA DELLE SIRENE
Ulisse è un eroe popolare e amato; oltre che nell' Odissea, lo ritroviamo ne " La Divina Commedia " dove Dante, pur mettendolo tra i condiglieri fraudolenti nell' Inferno non nasconde la sua ammirazione per la sete di conoscenza dell' eroe; infine è il protagonista dell' " Ulisse " di Joyce, opera suo modo epica, dove per la prima volta viene applicata la tecnica linguistica del " flusso di coscienza".
Ma qua voglio parlare un po' sul serio e un po' per gioco di Ulisse e le Sirene e lo farò come lo facevo con i miei alunni mescolando nozioni importanti a un po' di gossip.
Cos' altro è l' epica se non il gossip dei popoli antichi: fantasia e realtà mescolate insieme e tramandate.
Le Sirene erano creature mitologiche di cui nell' Odissea non è descritto l' aspetto fisico: chi dice metà donna e metà uccello, chi invece sostiene essere donne con una lunga coda di pesce.
Ammaliavano con il loro canto i naviganti promettendo con la loro dolce voce il sapere e poi li dilaniavano.
La Maga Circe aveva messo in guardia Ulisse e lui per non perdere il canto di queste creature ma aver salva la vita escogitò, come sempre, un trucco.
Imbottì di cera le orecchie dei suoi compagni ma non le sue, si fece legare da loro all' albero maestro della nave esortandoli a non slegarlo in nessun caso.
Del resto quelli non potevano perchè con la cera nelle orecchie non sentivano.
Il canto ammaliatore lo spinse a urlare più volte affinchè lo slegassero ma quelli non lo fecero ed ebbero tutti salva la vita.
La leggenda vuole che l' isola delle Sirene si trovasse al largo del golfo di Napoli e che una di loro si chiamasse Partenope: forse si tratta dell' isola di Capri ma non è certo.
Poi Ulisse ritorna a casa ( rimaniamo alla versione dell' Odissea).
Da " brav' uomo meridionale " non era contento di essere stato dieci anni in guerra e altri dieci a gironzolare per il mondo intendendosela con sicurezza con: 1) La ninfa Ogigia, 2) la maga Circe,3 ) un po' con Nausicaa con la quale ci aveva provato mostrandosi nudo sulla spiaggia e supplicandola di aiutarlo ( e non dimentichiamo che la ragazza era probabilmente minorenne anche se oggi non conta).
Torna a Itaca, ammazza i Proci che per anni e anni avevano corteggiato inutilmente la fedele Penelope che faceva e disfaceva la tela, si fa riconoscere da " cani e porci "; infatti il cane Argo lo riconosce e muore e subito dopo lui va dal porcaro Eumeo e gli si rivela ma non fa lo stesso con la sua sposa.
Anzi a lei prima si presenta in vesti di mendìco e poi per metterla alla prova le chiede di ordinare alle ancelle di portare in sala il loro letto.
La poveretta pensa :" Questo è pazzo! " e con pazienza gli spiega che non si può, che il loro letto è costruito nel tronco cavo di un ulivo intorno al quale era stata edificata tutta la casa.
A questo punto la sua gelosia di " maschio latino" è soddisfatta e finisce a " tarallucci e vino " con Penelope non prima di aver fatto ancora un piccolo viaggio al quale nell' Odissea si accenna appena.
Nella splendida elaborazione di Mario Bozzi le sirene sono come ai due lati di un sipario pronte a entrare in scena!
Io immagino questo dialogo tra Ulisse, che vuole togliersi " lo sfizio" di tornare a vedere le sirene e organizzare, come usa ora, uno spettacolino di burlesque e la moglie.
Ulisse :" Penelopuccia, ho dimenticato di comprare le sigarette; prendo la nave,vado e torno".
Penelope ( rasssegnata ): " Marito mio, vai e cerca di non impiegarci altri 20 anni che tu quando esci poi dimentichi la via del ritorno!"
Penelope prende la tela in mano ( non si sa mai ) e Ulisse, felice come una Pasqua fa una doccia veloce e scappa!
Le due Sirene sono là come ai lati di un sipario pronte a entrare in scena ed esibirsi in uno spettacolo di burlesque come usa ora; tanto Ulisse è speciale, per uno come lui lo spettacolo è gratis!
GRAZIE AL MAGO MARIO PER LA SUA ELABORAZIONE!
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