CAPODANNO A NAPOLI
Oggi un amico di fb che, pur non essendo napoletano, ha vissuto molti anni a Napoli, parlava di Capodanno.
Il mare e Capodanno con i fuochi sono le due cose di Napoli che mi mancano.
A casa i " patiti " dei fuochi eravamo papà e io.
Mamma e la nonna milanese erano fermamente contrarie.
Ma l' avevamo vinta noi e i fuochi li compravamo.
Di solito a San Silvestro c' era festa a casa nostra: venivano gli amici di mamma e papà, si aspettava la mezzanotte, si brindava, si " sparavano i fuochi" e poi, quando noi diventammo più grandi uscivamo con i nostri amici e poi con i nostri ragazzi.
A Napoli si usava andare per locali o a feste.
All' alba però tutti ( le ragazze in abito lungo e i ragazzi in smoking) si incontravano agli chalet di via Petrarca: questa era l' usanza.
Da là tutta la Napoli giovane vedeva sorgere il sole e si faceva la prima colazione.
Poi si tornava a casa, si andava a letto e mamma ci svegliava per pranzare.
Il primo dell' anno era una " non giornata "; uno spazio vissuto in qualche modo tra il 31 dicembre e il 2 gennaio.
A Napoli abitavamo al Corso Vittorio Emanuele e da casa nostra a mezzanotte Napoli si accendeva di mille colori.
E' veramente uno spettacolo da non perdere.
L' anno in cui morì papà non festeggiammo ma già l' anno seguente e anche in onore suo che amava tanto quella festa, la ripristinammo.
L' ultimo Capodanno tra l' 86 e l'87 già sapevamo che saremmo venuti a Milano; tra noi amici si respirava un' aria di addii.
Dopo, per anni, finchè abbiamo mantenuto la casa a Vico e anche dopo siamo andati là.
Lo spettacolo, specialmente dall' alto, è bello anche se non come quello di Napoli; ogni contrada prepara i suoi " fuochi " ed è tutto un illuminarsi dalla Marina a Ticciano, Moiano, fino a Monte Faito.
Ovviamente io sono " addetta " aglì acquisti e allo sparo dei botti, bengala per lo più.
Gli amici ci tengono che si " spari " ma hanno paura, l'ing è contrario ma poi alla fine viene fuori al balcone a darmi una mano.
A me piace vedere il bengala che si consuma, in mille colori, tra le mie mani.
E' come un buon augurio per l' anno nuovo.
Lo so che è male, ho sempre evitato i fuochi pericolosi ma il bengala è d' obbligo.
Anche i ragazzi con i loro amici amavano Capodanno a Napoli o a Vico.
Da qualche anno non andiamo più.
La famiglia si allarga, i figli si sposano, è arrivata la nipotina, si sta insieme in famiglia.
Nel giardino del mio condominio qua a Milano c'è sempre qualcuno, specie genitori e bambini che " fanno i fuochi " ma non è come a Napoli.
E' come un fiammifero rispetto a un falò!
Ma l' avevamo vinta noi e i fuochi li compravamo.
Di solito a San Silvestro c' era festa a casa nostra: venivano gli amici di mamma e papà, si aspettava la mezzanotte, si brindava, si " sparavano i fuochi" e poi, quando noi diventammo più grandi uscivamo con i nostri amici e poi con i nostri ragazzi.
A Napoli si usava andare per locali o a feste.
All' alba però tutti ( le ragazze in abito lungo e i ragazzi in smoking) si incontravano agli chalet di via Petrarca: questa era l' usanza.
Da là tutta la Napoli giovane vedeva sorgere il sole e si faceva la prima colazione.
Poi si tornava a casa, si andava a letto e mamma ci svegliava per pranzare.
Il primo dell' anno era una " non giornata "; uno spazio vissuto in qualche modo tra il 31 dicembre e il 2 gennaio.
A Napoli abitavamo al Corso Vittorio Emanuele e da casa nostra a mezzanotte Napoli si accendeva di mille colori.
E' veramente uno spettacolo da non perdere.
L' anno in cui morì papà non festeggiammo ma già l' anno seguente e anche in onore suo che amava tanto quella festa, la ripristinammo.
L' ultimo Capodanno tra l' 86 e l'87 già sapevamo che saremmo venuti a Milano; tra noi amici si respirava un' aria di addii.
Dopo, per anni, finchè abbiamo mantenuto la casa a Vico e anche dopo siamo andati là.
Lo spettacolo, specialmente dall' alto, è bello anche se non come quello di Napoli; ogni contrada prepara i suoi " fuochi " ed è tutto un illuminarsi dalla Marina a Ticciano, Moiano, fino a Monte Faito.
Ovviamente io sono " addetta " aglì acquisti e allo sparo dei botti, bengala per lo più.
Gli amici ci tengono che si " spari " ma hanno paura, l'ing è contrario ma poi alla fine viene fuori al balcone a darmi una mano.
A me piace vedere il bengala che si consuma, in mille colori, tra le mie mani.
E' come un buon augurio per l' anno nuovo.
Lo so che è male, ho sempre evitato i fuochi pericolosi ma il bengala è d' obbligo.
Anche i ragazzi con i loro amici amavano Capodanno a Napoli o a Vico.
Da qualche anno non andiamo più.
La famiglia si allarga, i figli si sposano, è arrivata la nipotina, si sta insieme in famiglia.
Nel giardino del mio condominio qua a Milano c'è sempre qualcuno, specie genitori e bambini che " fanno i fuochi " ma non è come a Napoli.
E' come un fiammifero rispetto a un falò!
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