giovedì 11 ottobre 2012

IL " VOI " A NAPOLI

Generalmente tra persone ci si da il " lei " quando si è estranei o il " tu " tra giovani, in ambienti lavorativi come la scuola oppure quando si entra in confidenza.
A Napoli, oltre al " lei " e al " tu " esiste il " voi" anche se in forma meno diffusa di una volta.
A parte coloro che lo usano indiscriminatamente, il " voi " è uno dei modi più sottili per sottolineare le differenze di classe.
Generalmente lo si usa con i sottoposti ai quali non si dà il " tu " perchè implicherebbe una confidenza superflua.
Una volta lo usavano i figli nei confronti dei genitori.
Il fatto è reciproco: si danno il " voi " tra loro signora e domestica, professoressa e bidella, cliente ( importante ) e artigiano.
Tra noi " napolidi " al Nord, capita, talvolta di usarlo ma sempre nell' accezione di cui sopra e alternandolo al " lei " che è una forma ugualitaria e livellatrice.
Non è bello anche se in qualche modo " avvicina " ed è discriminante: io l' ho usato finchè sono stata a Napoli e d' estate a Vico Equense perchè molti ancora si rivolgono così.
A Vico però esiste una forma bellissima di saluto: il ciao anche a persone a cui si dà il " lei " o il " voi".
E' abituale e delizioso sentirsi dire: " Ciao signo' ".

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