RENZO ARBORE, L' ORCHESTRA ITALIANA E QUELLA SERA DEL '94 AL TEATRO NAZIONALE
Nel '94 Renzo Arbore aveva fondato il gruppo dell' Orchestra Italiana da appena tre anni.
Veniva per un concerto al Teatro Nazionale a Milano.
In previsione di
ore di " coda " per prendere i biglietti, chiesi a un ragazzo dell' oratorio di andarci lui ( io ero a scuola ) e gli avrei regalato il posto in platea.
Non se lo fece ripetere due volte e mi comunicò che aveva preso i posti in seconda fila.
Saremmo stati Vittorio, io, la mia mamma e questo ragazzo.
Poi mamma che aveva già ottant' anni e cominciava a sentirli, decise di non venire e, al suo posto, invitammo Massimo, un giovane che allora lavorava con me sui " ragazzi difficili " in oratorio e che ora ha più di 45 anni ed è ancora uno dei miei amici più cari.
Quella sera, per tempo, ci trovammo davanti al teatro per essere sicuri di parcheggiare facilmente ( oh la Milano di venti anni fa! ) ed entrammo.
Il teatro era vuoto tranne la prima fila, quella davanti alla nostra che era tutta occupata.
Appena prendemmo posto ci accorgemmo che davanti al proscenio c'era un nugolo di fotografi che cominciarono a scattare foto tra un lampeggiare di flash.
" Cavoli " pensammo " siamo famosi o cosa succede?"
Succedeva che la prima fila era interamente occupata da personaggi ( loro sì ) famosi.
C' erano: Enzo Biagi con una nipote, Mara Venier ( che allora era fidanzata con Arbore ), Giorgio Armani, don Mazzi, Claudia Mori e, tra gli altri, una magrissima Alba Parietti a cui, evidentemente, la televisione dona un' immagine di " fatalona " ma che dal vivo era una ragazza sottile e difficilmente riconoscibile.
Lo spettacolo fu splendido.
Arbore e la sua orchestra tra le moltissime canzoni eseguirono anche " Mandulinata a Napule " che io posto frequentemente in quell' arrangiamento.
Arbore rivelò che quella era l' orchestrazione originale della canzone e gliel' aveva insegnata suo padre.
Eseguita in quel modo, è vero, non l' ho mai sentita.
Anche nelle parole è fedelissima al testo originale specialmente nel verso in cui recita " Staje 'mbracci'a me, 'nnucente só' sti vase...
Bella, stanotte, te só frato e sposo... " che significa " Sei tra le mie braccia, i nostri baci sono innocenti...Bella, stanotte io ti sono fratello e sposo..."
Spesso, in altre versioni, i baci da " innocenti " diventano " cocenti " cambiando il senso della frase.
Tre tutte le vecchie canzoni napoletane è una delle più belle; non so spiegarlo perchè non conosco la musica se non a orecchio ma assomiglia più a una romanza che a una canzone.
Comunque ci furono tantissimi bis e fu una serata indimenticabile.
Fummo però un po' distratti dal vedere tutte quelle celebrità così vicine che se allungavi una mano potevi toccarle: Mara Venier ballava come tutto il pubblico ondeggiando da qua e da là quando Arbore cantò " Il materasso".
Enzo Biagi, nell' intervallo, salutò affettuosamente Claudia Mori dicendole che in settimana avrebbe telefonato a suo marito; pensare che uno solleva il microfono e dice " Ciao Adriano " ci fece una certa impressione.
Ultima nota: durante l' intervallo, una delle bellezze davanti a noi si girò e rivolgendosi dalla nostra parte chiese se volevamo fare qualcosa con loro dopo lo spettacolo.
L' ing e Massimo per anni hanno discusso da chi di loro due la "diva" fosse attratta.
Vittorio allora aveva i suoi 44 e passa portati discretamente ed era in blu; Massimo aveva un completo bianco e tutto il fascino della giovinezza.
Ne hanno discusso spesso ma, poichè nessuno dei due ebbe il coraggio di replicare all' invito, non lo sapremo mai.
Non vorrei che in me parlasse la moglie gelosa ( che non sono) ma credo che la tizia optasse per la gioventù.
Non se lo fece ripetere due volte e mi comunicò che aveva preso i posti in seconda fila.
Saremmo stati Vittorio, io, la mia mamma e questo ragazzo.
Poi mamma che aveva già ottant' anni e cominciava a sentirli, decise di non venire e, al suo posto, invitammo Massimo, un giovane che allora lavorava con me sui " ragazzi difficili " in oratorio e che ora ha più di 45 anni ed è ancora uno dei miei amici più cari.
Quella sera, per tempo, ci trovammo davanti al teatro per essere sicuri di parcheggiare facilmente ( oh la Milano di venti anni fa! ) ed entrammo.
Il teatro era vuoto tranne la prima fila, quella davanti alla nostra che era tutta occupata.
Appena prendemmo posto ci accorgemmo che davanti al proscenio c'era un nugolo di fotografi che cominciarono a scattare foto tra un lampeggiare di flash.
" Cavoli " pensammo " siamo famosi o cosa succede?"
Succedeva che la prima fila era interamente occupata da personaggi ( loro sì ) famosi.
C' erano: Enzo Biagi con una nipote, Mara Venier ( che allora era fidanzata con Arbore ), Giorgio Armani, don Mazzi, Claudia Mori e, tra gli altri, una magrissima Alba Parietti a cui, evidentemente, la televisione dona un' immagine di " fatalona " ma che dal vivo era una ragazza sottile e difficilmente riconoscibile.
Lo spettacolo fu splendido.
Arbore e la sua orchestra tra le moltissime canzoni eseguirono anche " Mandulinata a Napule " che io posto frequentemente in quell' arrangiamento.
Arbore rivelò che quella era l' orchestrazione originale della canzone e gliel' aveva insegnata suo padre.
Eseguita in quel modo, è vero, non l' ho mai sentita.
Anche nelle parole è fedelissima al testo originale specialmente nel verso in cui recita " Staje 'mbracci'a me, 'nnucente só' sti vase...
Bella, stanotte, te só frato e sposo... " che significa " Sei tra le mie braccia, i nostri baci sono innocenti...Bella, stanotte io ti sono fratello e sposo..."
Spesso, in altre versioni, i baci da " innocenti " diventano " cocenti " cambiando il senso della frase.
Tre tutte le vecchie canzoni napoletane è una delle più belle; non so spiegarlo perchè non conosco la musica se non a orecchio ma assomiglia più a una romanza che a una canzone.
Comunque ci furono tantissimi bis e fu una serata indimenticabile.
Fummo però un po' distratti dal vedere tutte quelle celebrità così vicine che se allungavi una mano potevi toccarle: Mara Venier ballava come tutto il pubblico ondeggiando da qua e da là quando Arbore cantò " Il materasso".
Enzo Biagi, nell' intervallo, salutò affettuosamente Claudia Mori dicendole che in settimana avrebbe telefonato a suo marito; pensare che uno solleva il microfono e dice " Ciao Adriano " ci fece una certa impressione.
Ultima nota: durante l' intervallo, una delle bellezze davanti a noi si girò e rivolgendosi dalla nostra parte chiese se volevamo fare qualcosa con loro dopo lo spettacolo.
L' ing e Massimo per anni hanno discusso da chi di loro due la "diva" fosse attratta.
Vittorio allora aveva i suoi 44 e passa portati discretamente ed era in blu; Massimo aveva un completo bianco e tutto il fascino della giovinezza.
Ne hanno discusso spesso ma, poichè nessuno dei due ebbe il coraggio di replicare all' invito, non lo sapremo mai.
Non vorrei che in me parlasse la moglie gelosa ( che non sono) ma credo che la tizia optasse per la gioventù.
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