sabato 29 dicembre 2012

E NON SIETE MAI CONTENTI !!!

Ancora non ho chiarito a me stessa l' identità sessuale di fb ma di questi tempi è la questione meno importante.
Ma io dico!
Quello/a si interessa a noi, chiede sia sulla home page che sul nostro " stato ":" Come stai? Cosa c'è di bello? Che c'è di nuovo?"
Da quello che sento nei paraggi, tutti vorrebbero rispondere " Un c..." " Una chiavica (sic)".
Poverino/a vuole sapere, ci conosce un po' tutti, forse vorrebbe chiedere l' amicizia a qualcuno, si sente solo/a, specie in questi giorni di festa in cui tra noi ci scambiamo auguri di ogni tipo ma nessuno dice :" Fb tanti auguri! ".
Per dirla alla siciliana con " Montalbano sono", io mi sono " fatta persuasa " che, almeno nei miei confronti la creatura è premurosa.
Ha capito che, nonostante la mia allegria, sono un tipo ipocondriaco e mi chiede continuamente come mi sento.
Conoscendo un po' tutti prende a cuore le nostre situazioni, le nostre pene; ne stanno succedendo di tutti i colori e quello/a le vede scorrere sulla home page e nelle nostre bacheche tutte le c...te che avvengono da queste parti negli ultimi mesi, per non parlare degli ultimi giorni!
Sentite " a mme"!!!
Chiediamogli/le l' amicizia!
Forse sta " nu poco quieto/a e nun ce cerca ( chiede per i non napoletani ) cchiù niente!".

giovedì 27 dicembre 2012

ANCORA VICO EQUENSE

Nel mio cuore c'è sempre, passo l' inverno aspettando che ritorni l' estate.
In ogni caso c'è Gennaro Esposito che con le sue foto mi fa illudere di essere là, di vedere brillare le lucine natalizie sugli alberi insieme alle arance ( miracolo per noi al Nord), di respirare l' aria pulita, di osservare i luoghi amati quando e come mi piace: quasi come esserci.
Nel '56 ricominciammo, dopo i periodi bui del dopoguerra, ad andare " in villeggiatura".
Come cadde la scelta su Vico?
Papà lavorava in quegli anni alla Circumvesuviana, poi dopo passò alle assicurazioni, avevamo i viaggi in treno gratis, era il paese della costiera più vicino a Napoli, i miei ci erano stati prima della guerra e alcuni nostri amici andavano a passare le vacanze là.
L' ho detto spesso: eravamo tutti più poveri eppure tante famiglie medie potevano permettersi quelle lunghe vacanze di tre mesi!
Vico Equense come comune è vastissimo perchè è formato da 13 borgate o " casali" distanti tra loro uno dei quali è addirittura il Monte Faito che fa parte del Comune come ne fa parte anche un piccolo tratto di strada sulla costiera amalfitana, dal lato in cui una frazione di Vico, Santa Maria al Castello, dall' alto di uno strapiombo si affaccia su Positano; il paese come centro però è abbastanza piccolo.
Ho scritto tante volte delle lunghe pigre estati che iniziavano a fine giugno, al termine della scuola e si concludevano con l' ultimo bagno il 4 ottobre, il giorno di San Francesco.
A settembre le giornate diventavano fresche e faceva notte più presto.
I proprietari degli stabilimenti " smontavano " le cabine e lasciavano solo quelle, poche, di noi ultimi ad andarcene.
A Napoli ci aspettava un lungo inverno di molto studio e pochi divertimenti, almeno finchè andammo a scuola.
C'erano, a volte, il sabato le feste a casa di amici con il mangianastri e i buffet e gli occhi vigili delle mamme ma era d' estate lo spasso e per l' estate si viveva.
Potevamo, noi ragazze, mettere i pantaloni e in città non era consentito.
Peppino di Capri dal juke-box cantava " Voce ' e notte ", " Nun è peccato", noi indossavamo i pullover quelli blu di lana grezza che prima mettevano solo i pescatori e che improvvisamente diventarono " il massimo dello chic ".
A luglio e agosto si ballava al Circolo dell' Unione che ora non c'è più in quella sede o all' Ente del Turismo.
E quanti " lenti " favorivano amori che duravano un' estate!
Poi si cresceva e arrivava l' età in cui si aveva il permesso di andare a ballare all ' Africana, sulla costiera amalfitana.
Si tornava all' alba, in tempo per andare dal panettiere e mangiare le brioches appena appena sfornate.
E ci si sentiva adulti e sofisticati.
Io ero scatenata; mi piaceva andare in moto e amavo il brivido della corsa sui tornanti stretti delle strade.
Mamma si preoccupava ma per non venire meno ai suoi criteri di libertà mi chiedeva di dirglielo dopo che ci fossi andata così non si agitava!
Erano divertimenti innocenti!
Sedevamo in dieci, quindici al Bar del Sole in piazza e ordinavamo un solo caffè freddo facendoci cacciare dal cameriere Antonio, altra figura indimenticabile!
Andavamo a cinema e facevamo di quel chiasso che Ernesto, la maschera, ci prendeva a " male parole".
La terza domenica di agosto ancora adesso c'è la festa del paese: dopo la Messa del pomeriggio esce la processione, con le pie donna, i rappresentanti delle Congreghe con le loro cappe colorate indosso, i bambini dell' oratorio, la banda, il sindaco e le statue dei S.S. Ciro e Giovanni portati a spalla dai pescatori scalzi.
La sera ci sono fuochi a mare e per una settimana luminarie e bancarelle.
Vico Equense non è un luogo speciale se non per intere generazioni che lo ricordano come il " luogo delle memorie".
Ognuno forse ha la " sua " Vico Equense: il luogo delle vacanze che lo ha visto diventare da piccolo, adolescente e poi giovane e adulto.
Per alcuni di noi è una malattia, la " vicanite".
Siamo quelli che non hanno mai smesso di andarci, ogni estate,che ci siamo sposati fra di noi perchè guai sposare uno che non è affetto dal male: vede un paese qualunque, con poche distrazioni, nemmeno molti svaghi e non capisce il perchè dell' "insano amore".
D' estate, quando scendo giù uno dei miei divertimenti è fare il giro dei negozi e salutare tutti quelli che sono cresciuti con me, chiedere delle famiglie, fare un po' di " inciuci", conoscere le novità.
Fantasmi gentili, persone amate si intravedono ad ogni angolo di strada: tutto il nostro passato di gioie e divertimenti e ricordi è racchiuso in queste quattro vie che portano alla Piazza.
La Piazza con i suoi bar e Gigino " Pizza a Metro " che prima era in un giardino con le pergole e i tavoli di legno e poi, negli anni, grazie al lavoro instancabile di una famiglia laboriosa è diventato un enorme e affollatissimo ristorante.
E' come un passato che rimane presente: c'è più traffico, l' edilizia ha stravolto il paese ma i nostri occhi lo vedono sempre con l' amore degli anni della fanciullezza.
Ogni tanto d' estate capita che ci siano volti noti che mancano, qualcuno che durante l' inverno è mancato all' appello e, nel fluire della storia, accadrà anche a noi.
Finchè ci siamo, aspettiamo che arrivi l' estate per ritrovarci tra noi amici; e ci si rivede sempre giovani perchè è una delle illusioni belle di chi si conosce da sempre quella di guardarsi e vedersi con gli occhi del cuore e della memoria.

martedì 25 dicembre 2012

UNA STORIA COME TANTE


In genere si comincia in due, con tante speranze ma anche tante incertezze: cosa ci riserverà la vita? Saremo sempre insieme? Ci vorremo sempre bene?
Poi si va avanti, giorno dopo giorno e il tempo si dipana con i suoi momenti belli, tristi e quotidiani.
La nascita dei figli: la gioia di sentirli crescere dentro e poi di vederli piccoli, teneri e assistere alle loro conquiste giorno dopo giorno e condividere con loro ogni attimo, con il cuore che quasi sembra non poter contenere tanto amore.
Poi crescono, sono sempre meno in casa, tornano tardi e i momenti che si passano insieme diventano preziosi come gemme da tesaurizzare per tirarle fuori dopo quando non ci saranno più.
Poi vanno come è giusto che sia, per la loro vita, con la loro donna a crearsi una famiglia.
Rimane il tempo vissuto insieme, i ricordi di una vita che ci legano come un filo di seta o d' oro, per sempre.
Poi la famiglia si allarga, nascono i nipotini, ci sono i genitori delle nuore e ci sono serate come la Vigilia di Natale di ieri sera in cui ogni momento è prezioso perchè tutto è perfetto, tutto al posto giusto, ogni istante e ogni gesto e si pensa che si è lavorato e costruito bene e si ringrazia per la fortuna e i doni ricevuti.

mercoledì 19 dicembre 2012

LUIGI VANNUCCHI

Luigi Vannucchi fu un grande attore, scomparso troppo presto con tutti gli svantaggi e i vantaggi che il morire nel pieno della maturità comporta.
E' da tempo che non scrivo di lui; quelli della nostra generazione lo conobbero in televisione negli sceneggiati belli degli anni '60.
Io, più fortunata, l' ho visto a teatro diverse volte.
Un anno memorabile fecero compagnia lui, Sergio Fantoni, Valentina Fortunato, Valeria Giangottini, forse anche Ivo Garrani: vennero a Napoli al Politeama con varie piecès : "Inferni " di Rosso di San Secondo, " Porte chiuse " di Sartre e " Strano interludio " di ' O Neill .
Era bello e bravo; qualche anno dopo lo vidi in un lavoro di Davide Lajolo : " Il vizio assurdo " sulla vita di Cesare Pavese, bravissimo e totalmente calato nella parte del poeta.
La figlia è mia amica su fb e sempre su fb c'è un sito che lo ricorda a quanti lo ammirarono in quegli anni e ancora adesso.
Su quel sito ho conosciuto alcuni che sono diventati miei veri amici e anche per questo ne parlo con piacere.
Gli è stato risparmiato il degrado dell' invecchiare: non so se sia un bene, avrebbe potuto darci tanto!
Era il migliore amico di Andrea Camilleri che lo ricorda spesso e con grande affetto...
Perchè ho scritto questo ricordo? Fb, a volte, mi sembra diventare una " gabbia di matti"!!! Se dobbiamo ricordare che siano ricordi belli e di spessore...

PENSIERI

Come un Amico che non senti da anni, come un film che conosci a memoria e una canzone che non hai bisogno di fare Play. Come guidare la macchina o cadere e tornare sulla bicicletta, come il cassetto delle posate in cucina a casa dei tuoi genitori. Come il dato di fatto, come il "è così e basta". Senza una ragione ma solo perché è dentro di te: così mi sento quando cammino per le strade di questa città... ( Dallo stato di P. S. )

martedì 18 dicembre 2012

LA PIU' BELLA DEL MONDO


Non sono una ammiratrice " a oltranza " di Roberto Benigni.
Lo seguo da moltissimi anni, questo sì, da quando Renzo Arbore ne :" L' altra domenica" inventò per lui e con lui il personaggio del critico cinematografico ignorante e stralunato.
Non ho amato tutti i suoi film ma due li adoro: " La vita è bella " e " Non ci resta che piangere " che resta un " unicum " nel panorama cinematografico itali
ano.
Noto che, con il passare degli anni ha smussato degli aspetti esagitati ed esagerati della sua comicità e ha raggiunto un equilibrio soddisfacente tra realismo e quel suo caratteristico e " lunare " modo di porsi.
Questo per dire che sono imparziale nel giudizio.
Già mi piacque molto nel commento della " Divina Commedia".
Ha anche buoni autori ma è toscano e per i toscani la Commedia è come " Iliade " e " Odissea " per i greci: la loro epica, la nascita della loro e nostra lingua.
L' esegesi e l' enunciazione dell' ultimo Canto del Paradiso, il trentatreesimo furono splendide: non provavo una commozione simile da anni.
Ieri sera lo spettacolo, iniziato con battute e risate e continuato con la spiegazione degli articoli della Costituzione, credo sia stato quanto di più alto e al tempo stesso semplice ci possa essere.
E' vero, è uno spettacolo che DOVREBBE essere portato nelle scuole di ogni ordine e grado.
C' era dentro l' epica del clima della Liberazione, lo sforzo di tutti coloro, anche di idee e partiti diversi che vi portarono il loro contributo, la semplicità della terminologia, la fluidità della narrazione, l' impegno civile, il sentimento e l' orgoglio che dovrebbero spingere tutti noi a sentirci Nazione e indurre tanti che hanno male operato a vergognarsi.
Ieri sera è stata una serata splendida!
Io all' una di notte, ho rimesso la registrazione e l' ho rivista da capo.
Grazie Roberto!
 —

sabato 15 dicembre 2012

L' UOMO CON LA TROMBA

Oggi il mio giardino condominiale o almeno la parte che è davanti casa mia era così: la neve che ieri è caduta per tutto il giorno va sciogliendosi e precipita a grossi fiocchi dagli alberi mentre a terra è ghiacciat
o e si scivola.
Verso le tredici nel silenzio si è sentito un suono di tromba.
A Milano a volte capita che nei cortili interni si fermino suonatori di strada che strimpellano un motivo aspettando che dai balconi qualcuno dia loro una moneta.
Questo qua suonava ma invece che venire dalla parte delle case si manteneva al centro dove ci sono le aiuole, gli alberi alti, le panchine.
Io, dalla finestra, cercavo invano di richiamare la sua attenzione.
Non amo fare l' elemosina ma in questo caso come in altri è piacevole condividere con qualcuno un momento di "spettacolo " offerto con dignità e pudore.
Nuovi poveri, nuovi zampognari.
Nel frattempo sotto casa mia è passato Bino, il nostro portinaio filippino, marito della mia cara Delia; usciva per fare la spesa e, quando ha visto che volevo farmi sentire dal suonatore, si è avvicinato, e tutto contento si è offerto di portargli lui i cinque euro che avevo in mano.
Loro stranieri, sanno " come sappia di sale lo pane altrui " e sentono la fratellanza in modo particolare.
Ho visto che ha attraversato tutto il giardino, ha dato i soldi all' uomo con la tromba e gli ha indicato il punto dove ero io.
Quello suonando, si è avvicinato un po', io l' ho salutato e lui mi ha fatto ciao con la mano.
Io gli ho gridato:" Buon Natale! " e lui ha ricambiato gli auguri; poi continuando a suonare la tromba si è allontanato nel giardino pieno di neve.

sabato 8 dicembre 2012

ALBERO DI NATALE


Lo scrittore Luciano De Crescenzo in un suo famoso libro che diventò anche un film divideva i popoli in quelli di libertà e quelli d' amore ( ne ho parlato già in altra nota).
I popoli di libertà, generalmente quelli nordi
ci, amano la doccia e l' albero di Natale; quelli d' amore, in genere meridionali, amano fare il bagno nella vasca e il presepe.
C'è ogni tipo di eccezione; io per esempio sono una donna " di niente".
Il termine "donna di niente" a Napoli è insultante e "sottintende".
Vi prego di non pensare a nulla di male; IO NON HO ALCUN TIPO DI SENSO ARTISTICO!!!
Avrò altre doti, ma per quanto riguarda quello:" sottozero polare"; di conseguenza al presepe non mi sono mai nemmeno accostata. Prima lo faceva l' ing, poi l' ha fatto Paolo, ora lo fa Paolo a casa sua con i nostri pastori, qua niente.
Ho visto al supermercato una capanna con già istallati i personaggi principali e c' è anche la luce incorporata.
Il guaio è che si deve fare con i punti della spesa e io, con quelli ho già fatto i bicchieri e i piatti " per tutti i giorni".
Ho una gran quantità di servizi di piatti e bicchieri ma sono irresistibilmente attratta da quelli fatti con i punti del super: pure se si " scassano" chi se ne frega!
Torniamo all' albero e al mio scarso o nullo senso artistico: sopperisco a questa mancanza con un' ansia esagerata di perfezione; le lucine devono essere simmetriche, il tutto, fili e palle deve dare un senso di armonia.
Il mio albero viene sempre UGUALE: sembra un pacchetto elegantemente confezionato; per gli addobbi di casa vado con più calma e metto roba qua e là nel salone e nell' ingresso.
Il primo anno di matrimonio, a Natale, entrai in uno stato tale di agitazione nel preparare l' albero che Vittorio se ne uscì di casa per non litigare.
Ora in genere lo preparo di mattina, è presente solo la mia cara Delia che esprime pareri non vincolanti ma graditi.
Tre giorni fa, il 5 dicembre, ho approfittato del solito momento di calma, ho cercato di vincere la mia "ansia di prestazione " e l' ho fatto. Che sollievo, dopo!
Non pensate mai, miei cari, che io sia brava in qualche cosa: mi salvo in cucina, punto.
E ora ridete amici: fotografi, fotografi- elaboratori,poeti, musicisti,quelli dotati di pollice verde e artisti di ogni tipo e ditemi: sono o non sono tristemente NORMODOTATA???