mercoledì 13 marzo 2013

IL CONCLAVE E I PAPI DELLA MIA VITA

Ieri, in diretta, guardavo il giuramento dei cardinali sul Vangelo e l" extra omnes".
Ormai l'uso dei media, il colore e la diretta da una parte rendono tutto più spettacolare, quasi un " red carpet " dei porporati, d' altro canto tolgono alla cerimonia quel tanto di " misterioso e segreto" che il bianco e nero dei nostri ricordi passati e la mancanza della ripresa in diretta le conferivano.
Noi " diversamente giovani " siamo nati con Pio XII l' ultimo " Papa regale" della storia con tutte le implicazioni positive e negative che la sua figura e le polemiche su di essa hanno comportato.
Seguì Papa Giovanni XXIII che, per me, resta il MIO papa.
Fu quello che per noi ragazzi di allora segnò la " grande svolta".
Un papa che parlava in prima persona e non con il plurale maiestatis; un papa che viaggiava; un papa che è chiamato ancora da molti " il papa buono " e che è stato uno dei più acuti e lungimiranti personaggi che la Storia recente ricordi.
Il Papa del discorso alla luna, il Papa del Concilio Vaticano II.
Seguì Montini, aspettato, annunciato, quasi erede naturale di Pio XII ma non ancora cardinale alla morte di quello.
Lo ricordiamo per la sua modernità, i dubbi che lo travagliarono, la grande profondità di pensiero.
Se Giovanni XXIII fu il Papa che uscì per la prima volta da Roma, Paolo VI fu quello che inaugurò l' era dei grandi viaggi, quello che visse e patì il sequestro di Moro, che si offrì come ostaggio ai rapitori, che celebrò un funerale di Stato senza la salma perchè la famiglia dello statista preferì funerali privati quasi in opposizione a uno Stato " assente".
Poi venne Giovanni Paolo !, uomo mite che parlò in quel breve mese di pontificato di " Dio madre oltre che padre".
Si sono spese tante parole sulla sua morte prematura ma, probabilmente, il suo cuore non resse e basta.
Papa Giovanni Paolo II veniva da una " Chiesa del silenzio".
E' stato, a mio avviso, uno dei Papi più tradizionalisti della storia ma anche uno dei più dotati dal punto di vista comunicativo.
E questa seconda parte è quella che è prevalsa nell' immaginario collettivo.
Lo ricordiamo tutti giovanile e scattante e poi sempre più lento e affaticato, ostentare la sua malattia quasi come un vessillo, in senso buono si intende.
E' stato il Papa delle " adunate oceaniche", quello che, a differenza di Giovanni XXIII, in nome delle Fede ha favorito il culto della personalità che l' altro aveva osteggiato.
Papa Benedetto XVI è stato, per me, una scoperta progressiva.
L' accento tedesco ce ne restituiva un' immagine intransigente e reazionaria che contrastava con la figura carismatica e " spettacolare" del predecessore.
Invece abbiamo poco a poco scoperto il fine intellettuale, l' uomo mite e schivo la figura, a mio avviso, quasi eroica di chi si fa da parte anche per " dare un segnale".
Ed ora il nuovo Conclave con un Papa emerito ma vivo.
Per chi è cattolico, con i cardinali c'è lo Spirito Santo che illumina e guida i loro gesti.
Per tanti ci sono giochi di potere come per ogni carica importante.
Per tutti noi uomini di buona volontà, in questi tempi bui ci vorrebbe un segnale.
Uno qualunque che ci desse speranza.

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