martedì 21 maggio 2013

IO ( MA ANCHE NOI ), LE FOTOGRAFIE E LA CINEPRESA



Su facebook ho tantissimi amici fotografi;  i bravissimi, i bravi, i dilettanti puri.
A me sembrano tutti dei geni, visto che io sono una "bestia".
Premetto che alle mie competenze manca quella di saper postare foto sul pc e a questo devo rimediare.
Non è difficile con i cellulari di nuova generazione, ma io non ce l' ho visto che mi serve  per comunicare con  figli e amici.
Penso che per ogni abilità ci voglia soprattutto passione, predisposizione, costanza, impegno.
Noi, cioè Vittorio e io, a parte le foto che da bambini ci facevano, chissà perchè, solo durante le vacanze, abbiamo avuto il primo approccio con la cinepresa più che con la macchina fotografica.
Quando nel '71, da fidanzati, andammo in Romania e Bulgaria portammo quella di mio suocero.
Ci rivediamo giovanissimi con il pugno alzato a Bucarest, c'è un bacio appassionato della coppia di amici che erano con noi e che oggi si vergognano davanti alle figlie di quel bacio lontano.
Vittorio, sempre a Bucarest, la usò come occhiali avendo lasciato i suoi in fondo a un lago, durante un avventuroso autostop fatto per raggiungere il nostro gruppo che stava per partire per la Bulgaria.
Ci diede un passaggio un ingegnere rumeno: io senso dell' orientamento zero, ignoravo come si arrivasse al nostro albergo.
Vittorio senza occhiali usò la cinepresa e riuscimmo a trovare l' ostello non prima che un camion ci sorpassasse e investisse col getto d' acqua di una pozzanghera il poverino che ci accompagnava e che, da gentile, diventava sempre più gelido.
Veramente Vittorio, vedendo arrivare il mezzo, esclamò :" Oh là là ", ma fu inutile!
Grazie alla cinepresa siamo anche finiti in una tesi di laurea.
Quando mio suocero è morto nel '99 mio cognato ha riversato tutti i filmati di una vita in una cassetta.
Una collega di Paolo che doveva fare una tesi su come i film di famiglia testimoniassero le vacanze degli italiani tra gli anni '50 e i '70 visionò il tutto, venne a intervistarci e poi ci ha inviato la tesi.
A noi è dedicato un capitolo intitolato :"  La signorile napoletanità dei Siravo nelle immagini del loro archivio filmico privato".
In effetti da quel film sembra che la nostra vita fosse un succedersi di feste: capita così, il tempo scorre con le sue gioie, i suoi dolori, salute e malattia, matrimoni e morti ma la cinepresa ferma e conserva per sempre i momenti felici e gioiosi. 
Comunque questi ultimi sono descritti con singolare acume e fedeltà.
Vero che le altre famiglie sembra si dedicassero più a viaggi, a escursioni, si parla di montagna, di gruppi familiari in giardino, di figli filmati periodicamente e seguiti nella loro crescita; riporto qua qualche frase del capitolo a noi dedicato: " Le celebrazioni in casa Siravo appaiono preparate in modo impeccabile...tavole addobbate da ricchissimi buffet, eleganti signore ingioiellate sedute...sulle poltrone del salotto di casa, i camerieri che offrono stuzzichini su vassoi d' argento...le domestiche a supervisionare la buona riuscita del pranzo...un' eleganza e una distinzione che non appare mai snob o ricercata,anzi...contraddistinta da ...calore...quasi fosse un tratto, una specificità legata...alla naturale solarità dei napoletani."
In effetti si filmavano sempre anniversari di matrimonio, compleanni, Prime Comunioni.
E passiamo ai nostri rapporti con la fotografia.
In famiglia il " fotografo " per eccellenza era il marito di mia zia.
Era archeologo, scriveva anche, ha lasciato circa 2500 libri, fotografie e diapositive che mia zia ha donato alla biblioteca del comune di Ercolano dove gli hanno intitolato una sala e anche dedicato un busto.
Le nostre riunioni familiari e con amici erano immortalate con grande bravura da lui.
Per quanto riguarda Vittorio e me, oltre ai compleanni, Battesimi e feste del genere, c' era un giorno o due in estate nel quale o con la macchina fotografica o con quelle " usa e getta" fotografavamo noi stessi e soprattutto i bambini e poi ragazzi, poi datavamo le fotografie e per quell' anno ci sentivamo a posto.
Vittorio ha molta più disposizione di me eppure ricordo la sua impazienza in occasione di foto di gruppo.
Continuava a dire :" Stringetevi, avvicinatevi", tanto che io sostenevo che sembrava Totò in "Miseria e nobiltà" e avevo sempre paura che potessimo venire acefali o senza gambe e piedi!.
Negli ultimi anni, da quando ha l' hi -phone, mi accorgo che si dedica con piacere a fotografare tramonti o albe a Vico oppure il nostro giardino o me qua a Milano.
La sua passione resta comunque la musica, infatti suona vari strumenti così come la mia è la scrittura.
Allo stesso tempo mi piacciono tantissimo le fotografie specialmente quelle di paesaggi.
Mi sento e mi dichiaro " ladra di foto ".
Da qualche tempo sono sempre più le amiche che si mettono alla prova e vedo anche con buoni risultati!
Oggi è stata illuminante la frase che mi ha scritto Gennaro Esposito, cioè che bisogna cominciare guardandosi intorno, notando paesaggi o cose che ci colpiscono.
Lui è uno che ha fatto un percorso enorme, è bravissimo, professionale.
Non credo che sia nelle mie corde, comunque vorrei provarci.
Non si sa mai!

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