venerdì 11 novembre 2011

IL QUADRO


Stamattina ho visto un quadro e mi sono innamorata di quell' immagine; era inserita in un cuore e anche questo era bello ma evocava dei luoghi che per me sono i più importanti al mondo. E' di Filippo Palizzi:" Fanciulla sulla roccia a Sorrento".
Io sono di Napoli e vivo da molti anni a Milano, ma il posto più caro al mio cuore è la costiera sorrentina.
Non c'è un angolo di quelle zone che non rappresenti per me un ricordo legato a persone, gioie, dolori, sensazioni di tutta una vita.
Il quadro, dell' 800 napoletano, rappresenta una ragazza che su uno scoglio sporgente come uno sperone sul mare, contempla il panorama.
Non si vede altro, si immagina e questo mi basta: quando la sera da Vico ci muoviamo per andare a cena a Sorrento o a Positano, c'è un punto prima di Meta di Sorrento in cui, come dice sempre la mia amica Luciana:" Il panorama sembra un presepe."
Tutto mi ricorda qualcosa: le corse in moto lungo la costiera fatte da ragazza con entusiasmo e incoscienza, le foto del mio matrimonio e prima ancora la sera in cui mi sono fidanzata.
Ancora indietro nel tempo le lunghe vacanze di una volta, quelle che andavano da giugno a ottobre. La vita di noi ragazzi, d' inverno, non era ricca di distrazioni. In estate eravamo liberi, ci si conosceva tutti, si usciva in comitiva, si andava a ballare, prima nelle case di amici col mangiadischi e canzoni come " Legata a un granello di sabbia", " Voce 'e notte", poi al circolo dell' Unione, con i genitori da una parte che chiacchieravano e noi sulla pista che ballavamo.
Poi crescendo si andava all' Africana a Praiano o al Saraceno ad Amalfi e si passava la notte fuori e si tornava all' alba in tempo per l' apertura del forno ed il panino caldo con la mozzarella dentro o la brioche con il gelato  o la panna dentro.
E sempre, ogni estate ci si innamorava: non importava di chi, erano sempre amori che " dovevano " far soffrire; in genere era di un  ragazzo che, a sua volta, amava un' altra che non lo ricambiava, però era tuo amico e si confidava conte mentre quello che era innamorato di te non ti piaceva per niente.
Ricordo gli anni in cui ero incinta e quelli con i bambini piccoli e poi ho tante foto sempre di quei luoghi dove si vedono i figli sempre più grandi.
Poi per alcuni anni, quando i ragazzi e Vittorio rimanevano a luglio a Milano io andavo da sola; loro mi raggiungevano ad agosto.
La sera rimanevo fino a tardi a contemplare il panorama sul terrazzo e, sempre, mi ha colpito quello strano senso di appartenenza, di "essere a casa", che non provo altrove.
Vorrei essere cremata e restare nel cimitero lassù a S. Francesco;  mi piacerebbe restare per sempre nel posto che ho amato di più.
Questo e tante cose ancora ho pensato guardando quel quadro: nonostante gli abiti ottocenteschi, era semplicemente una fanciulla che guarda quel mare e quel panorama a cui sono legate le mie memorie.

1 Commenti:

Alle 21 marzo 2012 alle ore 11:13 , Blogger Reppy ha detto...

Sono capitata per caso su questa pagina, cercando qualcosa sul quadro di Palizzi. Ma sono felice di essermi fermata per leggere qualcosa di così emozionato ed emozionante.

 

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