RIFLESSIONI SUL TEMPO
Oggi piove, il tempo è grigio, è arrivato l' autunno. Dalla finestra vedo le fronde scosse dal vento, le foglie cadere e formare a terra un tappeto giallo e rosso, alcuni alberi sono ancora verdi, altri si stanno spogliando poco a poco, come nella poesia del Pascoli " Ma secco è il pruno, e le stecchite piante / di nere trame segnano il sereno...".
Penso a quanto sta accadendo in alcune regioni, un' amica di fb mi scrive che a Genova si ha paura; in questo periodo di tecnologia avanzata in cui tutto sembra possa essere risolto, la natura si vendica in modo primitivo dell' uomo che ne ha alterato l' equilibrio con dissennata follia.
Ma a Milano oggi è una pioggia calma, un tempo normale per la stagione e io rifletto su quanto possa su noi l' abitudine.
Nel Sud si è abituati al sole; quando zia Vittoria veniva a trovarci a Milano, ogni mattina faceva il gesto tipico dei napoletani: guardava come fosse il tempo; se pioveva diceva: " Oggi non usciamo".
Venticinque anni di Milano mi hanno fatto amare queste giornate grigie; in casa si accendono le luci dalla mattina; specialmente se non c' è necessità di uscire è bello accendere lampade qua e là e sentirsi caldi e protetti: è il tempo della stagione ed è giusto che sia così.
Quando due volte all' anno ritorno da Vico, lungo l' autostrada, si attraversano le dolci colline toscane e l' Appennino e, dopo Sasso Marconi , ( e se non sei attento te ne accorgi in ritardo ) di botto ti trovi nella Bassa Padana, dove vedi pianura ovunque, interrotta ogni tanto da una masseria; la sera la nebbia cala di colpo.
Ha un suo fascino questo paesaggio quando si impara a conoscerlo e amarlo, una sua malinconica bellezza dopo l' oltraggioso e splendido mondo di colori e profumi che si lascia al sud.
Viene da pensare che solo in un ambiente del genere Virgilio ( quel Publio Virgilio Marone che uno sciocco leghista ha tacciato di terrone) possa aver immaginato e composto un vero e proprio manuale in poesia sulla coltivazione della terra e l' allevamento degli animali come: " Le Georgiche".
Virgilio che, chiamato in causa a sproposito proprio da uno stupido, ha come sua epigrafe una frase che unifica l' Italia come non mai: " Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope: cecini pascua, rura, duces ".
Speriamo che sia ovunque il tempo della stagione, che ritorni per tutti noi anche il tempo della ragione.
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