giovedì 27 ottobre 2011

MORIRE GIOVANI


Oggi ho visto in tv i funerali di Marco Simoncelli;  la sua personalità, le modalità della morte, la fama e simpatia di cui godeva hanno richiamato migliaia e migliaia di persone: amici, compagni di sport, ammiratori e anche gente che, comunque, non riesce a sottrarsi allo spettacolo mediatico e che cerca a tutti i costi di "esserci".
Mi ha colpito fin da ieri l' atteggiamento dei genitori: composto, dignitoso, a tratti quasi sorridente pur nell' immenso dolore.
Non vale mai la pena di morire giovani; ci sono sport nei quali l' incidente mortale è sempre messo in conto e al tempo stesso scaramanticamente ignorato e tenuto lontano dalla mente.
Io spero che la famiglia e quanti lo hanno amato facciano qualcosa di serio che ne prolunghi la memoria: una fondazione o qualcosa del genere.
Se così non sarà, oggi, nei prossimi giorni, nei prossimi mesi, forse per qualche anno la memoria rimarrà viva sotto l' impatto emotivo, poi  accadranno altri eventi, nuovi idoli sorgeranno e lui, in ogni caso, sarà morto.
E quando il tam tam mediatico prima o poi sarà spento, quando gli amici si faranno vivi meno spesso, quando la fidanzata che è giovane, come è anche giusto si rifarà una vita, la famiglia  allora sarà sola con il suo dolore; quello sì, rimarrà per sempre nei suoi cari, anzi aumenterà ogni giorno perchè perdere un figlio è contro natura. Prima o poi accadrà e calerà il silenzio dopo la grande, immediata emozione dei primi tempi e altri eventi prenderanno il posto di questo che oggi ci sembra indimenticabile.
In chiesa c' era Giacomo Agostini; lo ricordo giovane; è ancora bello, un signore di mezza età che la sua storia è riuscito a viverla tutta. Aveva gli occhi pieni di lacrime, forse era uno dei più commossi anche se non conosceva Marco di persona ma conosce la vita e la fama che è quanto di più effimero esista.
" Innalzato il sepolcro dipartîrsi
tutti in grande frequenza, e nella vasta
di Prïamo adunati eccelsa reggia
funebre celebrâr lauto convito.
Questi furo gli estremi onor renduti1025
al domatore di cavalli Ettorre."

Sono gli ultimi versi dell' Iliade, Ettore e Achille nel nostro ricordo sono sempre giovani perchè morti nel pieno fulgore,  ma ne vale davvero la pena?  Penso di no.

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