domenica 15 gennaio 2012

IL DISASTRO DELLA CONCORDIA


Tutti, specie noi " gente di mare " siamo rimasti sconvolti nell' apprendere del disastro della nave da crociera " Concordia".
" Nessun uomo è un' isola " recita il poeta John Donne; e per noi, nati sul mare è vero quanto mai. Una tragedia di mare ci tocca. Oggi Erri De Luca ha scritto sulla sua pagina di fb: " Il naufragio spetta ai barconi dei migratori. Come si permette un bastimento da crociera di affondare? "
A Napoli c' è un proverbio che dice " Pe' mmare nun ce stanno taverne", che vuole significare la pericolosità del mare.
Io, il mare l' ho sempre amato e non ne ho mai avuto paura. Da bambina più le onde erano alte e più mi lanciavo dentro con voluttà e piacere e anche un brivido di emozione; da più grande ero sempre pronta ad andare in motoscafo, se qualcuno mi invitava, e più il mare era grosso e più l' adrenalina cresceva.
La crociera, quella no, non l' amo; mi scusino gli amici che le hanno fatte e ne parlano con entusiasmo; ognuno ha diritto ai suoi gusti e queste crociere di una settimana con 4000 e passa passeggeri a bordo sembrano dei villaggi vacanze ambulanti; mi sanno tanto di middle class che vuole travestirsi da upper class; si è " intruppati", si fanno i " trenini", insomma le trovo insopportabili!
Altro era la traversata dell' Atlantico in film come " Sabrina" quando una splendida Audrey, seduta sul ponte, viene avvicinata da un cameriere che le porta il messaggio di Bogart ( e i due si odiarono durante le riprese ma noi ne godemmo solo lo splendore ).
A Vico Equense, da anni, il lunedì sera, in quell' ora in cui il sole tramonta e il crepuscolo arriva all' improvviso, in modo così diverso dalle " sere bianche " estive del nord, una nave passa al largo, si avvicina alla costa ma non troppo; qualcuno a bordo, forse il comandante, è del posto e, per salutare suona la sirena di bordo. E' un suono caro che per anni, mentre cenavamo sulla terrazza era per noi diventato un appuntamento abituale.
Dicono che il vecchio comandante della " Concordia" fosse dell' Elba e usasse compiere questo rito; dicono tante cose.
Quanta gente di tutto il mondo ha speso soldi, fatto sacrifici per comprare la propria settimana di sogni!
Le voci si accavallano, si contraddicono: l' equipaggio ha avvertito in tempo, non ha avvertito in tempo, molti dicono di essere stati abbandonati a se stessi, altri sostengono di aver ricevuto tutto l' aiuto possibile; siamo nell' era dei cellulari, tutto si sa in tempo reale.
Fa rabbia che una nave grande come una città venga distrutta quasi a riva, non in mezzo all' Oceano per colpa di uno scoglio che, secondo il comandante, non era segnalato nelle carte.
Il comandante: come tanti è della penisola sorrentina; è stato arrestato. Si saprà poi, sta di fatto che, cosa gravissima nel codice del mare, ha abbandonato la nave quando c' erano ancora persone a bordo.
25 luglio 1956: eravamo a Vico, io ero bambina e in una giornata di sole seguivamo per radio la cronaca della collisione e del disastro che portarono all' affondamento dell' Andrea Doria, la più bella nave da crociera di quei tempi difficili come lo sono questi nostri.
Ricordo mamma che piangeva ( e ancora oggi mi commuovo ) sentendo che il comandante Piero Calamai, dopo che tutti i passeggeri erano stati messi in salvo, restò sulla nave che affondava rifiutandosi di scendere e fu messo in salvo dagli ufficiali che ritornarono e lo costrinsero a seguirli.
Altri tempi, altre storie!

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