giovedì 16 febbraio 2012

GLI ANNI IN CUI CREDEVAMO E LE COSE IN CUI CREDEMMO


Ieri un' amica ha postato alcuni versi di una delle poesie che Alexos Panagulis scrisse dal carcere. E' stata come un' ondata che mi ha riportato indietro nel tempo!
Che periodo fu quello! Non solo perchè eravamo giovani ( anche per quello) ma perchè sono stati anni importanti, ricchi di persone e di avvenimenti irripetibili.
Noi amammo e credemmo in John Kennedy e la storia ci ha dato in parte torto ma quel giorno di novembre del 1963 lo sento ancora nella carne come uno dei grandi dolori della mia vita, la fine di un sogno.
Credemmo e con ragione in Papa Giovanni XXIII e, ancora adesso, se dobbiamo ricercare un momento in cui la Chiesa si è sforzata di adeguare il suo pensiero a quello della gente dobbiamo tornare a lui e alla poderosa opera del Concilio a cui lui diede inizio...e il discorso delle Luna? Chi di noi, che appartiene a quegli anni lo ha dimenticato?
Credevamo intensamente, avevamo ideali politici e culturali che ci portavano a discutere e appassionarci.
Io vissi molto intensamente l' epoca dei Cineforum " impegnati", quei film che oggi ci sembrano noiosi ma su cui dibattevamo per ore, finchè, come ho detto altrove, scoprimmo con Woody Allen che si poteva vedere del cinema d' autore e ridere anche!
Ho visto tutte le commedie di Eduardo recitate da lui; era proprietario del S. Ferdinando , un piccolo teatro in Via Foria e noi andavamo di mattina alle sei a fare la fila perchè davano due biglietti a persona.
Nessuna cassetta o DVD può rendere la pura gioia di averlo visto recitare.
Un critico, tempo fa, ha scritto che era l' unico attore in grado di catalizzare l' attenzione dell' intera platea restando in silenzio e di spalle; era proprio così!
Ho visto tutto Pirandello recitato dalla " Compagnia dei giovani": De Lullo, Falk a cui si aggiunsero, in un secondo tempo, Rina Morelli e Paolo Stoppa; ho visto questi due tenere viva l' attenzione di centinaia di persone recitando " Caro bugiardo", una piecè di G. B. Show nella quale leggevano un carteggio tra il commediografo e un' attrice sua amante: loro due, due leggii e la loro arte.
Ho visto Luigi Vannucchi e Sergio Fantoni e Valentina Fortunato recitare insieme un anno una memorabile edizione di " Strano interludio " di E. O' Neill.
Ho visto tanto Brecht negli anni in cui lo rappresentavano.
Ho visto, a Napoli, in un teatrino minuscolo, poco più che una stanza, nascere la NCCP. Il teatro si chiamava " In" che stava per " Instabile". Loro cantavano tra noi e durante l' intervallo rimanevano là e noi non sapevamo che stavamo vedendo nascere una leggenda; c'erano Barra, Angeloni, Trampetti, Vetere, Mauriello, Eugenio Bennato e lui, Roberto De Simone che suonava con loro tammorra e putipù.
L' anno dopo rappresentarono: " La cantata dei pastori" e tre anni dopo esplosero a Spoleto con " La Gatta Cenerentola".
La sera in cui la rappresentarono al S. Ferdinando, io mi accorsi che, vicino al muro, accanto alle nostre poltrone c'era un omino che rideva come un bambini: era De Simone, che, da vero genio, si godeva alla grande lo spettacolo!
Abbiamo fatto le lotte per il referendum sul divorzio: nel 1974 con dei tacchi alti che mi facevano un male cane andai a Piazza Plebiscito per il comizio finale.
Là vidi Panagulis, era come vedere la Storia, l' eroismo greco delle Termopili. C' era anche Mario Soares, da poco tornatoo dall' esilio dopo la caduta della dittatura in Portogallo.
Fu un pomeriggio indimenticabile!
Nel ' 75 ci fu il sorpsso del P.C.I. di Berlinguer alle amministrative e gioimmo ancora; si discuteva per ore, ci accanivamo, inseguivamo idegli ideali.
Nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 1976 Panagulis, compagno di vita di Oriana Fallaci rimase vittima di un misterioso incidente automobilistico a Glyfada, sua città natale. Fu anche quello un giorno di grande dolore.
Queste e altre cose mi hanno ricordato i versi che ieri la mia amica ha postato; che i giovani abbiano ideali questa la mia speranza!

Un fiammifero come penna
sangue colato sul pavimento come inchiostro
l’involucro dimenticato di una benda come pagina bianca
... Ma cosa scrivo?
Forse ho solo tempo per il mio indirizzo
Strano, l’inchiostro si è rappreso
Vi scrivo da in carcere
in Grecia
Alexos Panagulis

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