LESSICO FAMIGLIARE ( O FAMILIARE )
Ci sono frasi o espressioni che in famiglia vengono usate in talune circostanze; molte volte noi stessi dimentichiamo da quale fatto abbia origine tale abitudine ma lo facciamo e, spesso tali frasi passano da una generazione all' altra e se ne perde l' origine.
Natalia Ginzburg nel suo bellissimo libro tratta l' argomento e stasera a me venivano in mente alcune espressioni che a casa nostra si usano da sempre; mi sono divertita a rficordarle e a cercare, soprattutto, di richiamare alla mente come nacquero.
Per tanti anni quando suonava il citofono e giù c' era una persona di famiglia quest' ultima diceva :" Pronto, Rotondo, posso salire?". L' origine di questa frase risaliva a un tale barbiere che si chiamava appunto Rotondo; veniva settimanalmente a casa del nonno a fare barba e capelli. Allora c'erano i "portavoce" antesignani dei citofoni: degli aggeggi costituoti da un buco otturato da un bastoncino legato con una cordicella; soffiando nel buco il suono arrivava su in casa, da là rispondevano e ci si parlava.
Il barbiere diceva :" Pronto, Rotondo, ( il "sono" era sottinteso) e chiedeva se poteva salire.
Quest' uso si è protratto fino a pochi anni fa quando è morto mio cugino, poi la tristezza per la sua scomparsa ci ha tolto l' abitudine.
Mio nonno paterno era un avvocato napoletano, aveva dodici tra figli e figlie e, da vecchio, spesso la casa era piena di gente. Di sera quando era stanco o annoiato e voleva rimanere solo usava in un dialetto italianizzato una frase improbabile che suonava così: " Si ritirano i tram", volendo dare a intendere che, quella sera i tram sarebbero rientrati prima in deposito. Era un implicito invito a sgomberare il campo; io la uso qualche volta quando sono stanca e avrei voglia di fare la doccia e di spogliarmi e c' è ancora gente in casa.
Anche nella famiglia di papà credo sia nata una frase criptica che usiamo tutti: l' origine dell' uso si è perso anche se la frase è nota.
E' un verso de" La cavalleria rusticana " e dice :" S' io non tornassi fa' da madre a Santa". Viene usata quando uno di noi sta per uscire o per partire e ripone un oggetto o un documento in un cassetto che conosce solo lui ( o lei) e llo comunica a un altro che è in casa perchè ricordi, caso mai ce ne fosse bisogno, dov'è la cosa in questione.
Poi c' è tutta la serie di modi di dire e termini bislacchi nati dal cattivo italiano di Maria Gambino la nostra " storica " colf.
" Affacciare" significa provare se la pasta è cotta," si è buttato" si dice di cosa caduta a terra e rotta, lei diceva così quando rompeva una tazza o un piatto; "sagna" sono le lasagne; lei ha sempre creduto che il "la" fosse l' articolo e nesuno di noi l' ha delusa.
Quando siamo colti in fallo e vogliamo scusarci scherzando diciamo come lei :" Lo so, lo so che sono una povera cafona di campagna!".
Mio suocero, quando si arrabbiava diceva:" Faccio il volto dell' arme"; spesso noi usiamo questa espressione che ce lo fa sentire presente.
I ragazzi erano adolescenti e di pomeriggio, a volte, dicevano: " Mamma, facciamo il giro?"
Uscivamo in macchina, andavamo fino alla vecchia casa, quella dove abitammo appena arrivati a Milano, poi ritornavamo, eravamo vicini.
Da allora, fra noi " facciamo il giro " indica quel rito ormai in disuso, ma ci fa tenerezza rievocarlo: la frase implica una serie di ricordi e un intero periodo che fa parte del passato.
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