LA GRANDE RETE
C' era sempre stata, fin dove potevano risalire i ricordi degli abitanti del luogo e anche le storie tramandate loro dai padri e dai nonni.
Nessuno ricordava un tempo senza la grande rete.
Di cosa fosse fatta non era dato saperlo: era una sostanza più leggera della tela di un ragno, sottile e trasparente e al tempo stesso più dura e resistente di un filo di acciaio.
Si traccontava che qualcuno, in tempi remoti, avesse provato a romperla, a scalfirla ma nessuno vi era mai riuscito.
Si innalzava sopra un fabbricato e, ogni tanto, era interrotta come da tralicci per poi estendersi ancora, fin dove lo sguardo poteva arrivare.
Molti prima a piedi poi a cavallo e in tempi recenti in auto avevano cercato di seguirne il tracciato per poter vedere fin dove arrivasse ma erano tornati indietro sconfitti; sembrava proseguire all' infinito.
Si raccontava che un re secoli e secoli prima l' avesse fatta erigere; qua e là nella trama sembravano essere incastonati dei volti.
C' era chi diceva che fossero le immagini degli antichi regnanti e dei nobili loro cortigiani; altri sostenevano fossero ciò che era rimasto delle migliaia e migliaia di persone, forse schiavi o artigiani o prigionieri di guerra che avevano contribuito a erigerla.
Cosa ci fosse dentro non si sapeva: alcuni favoleggiavano di un grande tesoro per custodire il quale era stata costruita; altri sostenevano che ci fossero le tombe dei primi re e delle loro spose.
Solo un vecchio saggio aveva avanzato una volta una strana ipotesi: erano tutti sicuri che là "dentro" ci fosse qualcosa?
Non era possibile che la grande rete chiudesse loro "dentro" e fuori ci fosse qualcosa di grande, libero e infinito?
Ma poichè era vecchio non gli avevano prestato molta attenzione; vivevano bene, erano felici, la grande rete era sempre stata là e sempre ci sarebbe stata. Perchè porsi domande inutili?
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