sabato 17 marzo 2012

MY WAY


Oggi la mia amica Jacqueline ha postato un video di questa, che è la mia canzone preferita.
In genere la si ascolta con piacere, soprattutto nell' interpretazione di Sinatra. Questo video aveva, e mi è piaciuto molto, la traduzione in italiano.
Io amo questa canzone anche perchè mi sento orgogliosa di aver vissuto " a modo mio".
Per vivere così non c'è bisogno di essere trasgressivi ad ogni costo; basta esserlo " dentro"; rimanedo fedeli ai propri ideali, non dovendosi mai pentire o vergognare di un' azione anche se si va incontro all' impopolarità.
Io mi considero fortunata: se lo sia stata veramente o se tenda a vedere la parte piena del bicchiere, questo non lo so.
Ho avuto dei genitori, soprattutto mio padre, che a noi due figlie hanno regalato la libertà di vita e di pensiero negli anni '60, quando nessuna ragazza era libera.
Negli anni dell' Università, pur laurendomi a 23 anni, ho fatto qualunque " pazzaria" possibile; serate passate fuori fino a notte fonda, amici che andavano e venivano, qualche amorazzo senza importanza e qualcuno importante.
Se c'è un Paradiso spero che i miei genitori si stiano divertendo e molto così come hanno permesso a noi, senza fare nulla di male, di divertirci.
Ci hanno insegnato a vivere con leggerezza, ci hanno insegnato che noi non apparteniamo a nessuno e non possiamo avanzare pretese di possesso verso nessuno, marito e figli inclusi. E questo, vi assicuro, nella vita aiuta molto.
Sono stata fortunata perchè da 42 anni sto con lo stesso uomo, quest' anno sono 37 di matrimonio; non tutti i momenti sono stati belli, ci sono periodi in cui ti sembra di non riconoscere l' altro ma poi pensi che a ognuno di noi è concesso essere nervoso o distratto da altro; l' importante, credo, sia pensare che può capitare a lui ma anche a te e io non ho mai chiesto, indagato, preteso.
Poi gli anni passano, i figli crescono e vanno via ed è bello terminare come si è cominciato ma più amici, complici, ci si fa compagnia, si sta bene insieme, sono ore belle come quando si era ragazzi ma con qualcosa in più.
Sono stata fortunata per le ore passate con i figli: le assaporavo quando vivevano in casa sapendo che un giorno le avrei ricordate.
Dopo la laurea sono andati via presto, li ho incoraggiati; amo molto le loro visite e telefonate perchè sono spontanee non richieste o pretese da noi.
Ma quello che ho amato di più al mondo, la mia passione e divertimento è stato insegnare.
Cominciai a fare supplenze nei paesi di " camorra" e mi innamorai di un posto alla periferia nord di Napoli dove ho insegnato per tredici anni fino all' 87 quando per motivi di lavoro di mio marito siamo venuti a Milano.
Qua ho insegnato per 20 anni, prima nelle periferie degradate, poi in un" progetto nomadi" e infine gli ultimi dodici anni in una scuola " bene" dove però c' erano anche alunni " truzzi" che erano quelli che amavo di più.
Sono stata fortunata perchè, fregandomene di quello che pensavano i colleghi, ho sempre dato il mio numero di telefono alle famiglie degli alunni, ho ricevuto i genitori fuori orario, ho raccolto confidenze di ragazzi con genitori separati che nei compiti raccontavano le loro pene e poi mi pregavano di non far leggere i temi a casa.
Ho fatto studiare Dante e Manzoni e tante poesie a memoria ma un giorno a settimana era dedicato al Cineforum: era un progetto educativo studiato da me e testato per anni ma lo vivevamo insieme come puro divertimento; i ragazzi portavano patatine e pop-corn, si sedevano dove gli pareva, anche a terra.
Dopo avere visto il film facevamo tanto lavoro anche scritto come relazioni, critiche, trailer ma quello che rimaneva impresso era il divertimento.
Il giovedì sotto scuola mia c' era mercato: all' ultima ora di lezione qualche volta uscivamo, i ragazzi e io; andavamo a vedere le bancarelle, poi li portavo dal panettiere e offrivo a tutti la focaccia, la mangiavamo in classe e tutto questo ci dava un meraviglioso senso di trasgressione.
Sono stata fortunata perchè dopo essere andata in pensione sono venuta su fb e intere classi, quasi 200 persone, mi hanno chiesto l' amicizia.
Hanno età diverse: i più grandi quasi 50 anni, io ho cominciato presto, eravamo quasi coetanei, i più giovani quest' anno hanno la maturità.
E' stato come avere la lampada di Aladino: quante volte ci si domanda che fine avrà fatto quell' alunno, se quell' altro avrà realizzato i suoi sogni. Grazie a fb io lo so.
Sono fortunata perchè, ostinandoomi a insegnare " a modo mio", si stabilisce un filo sottile di amicizia e complicità che non esclude il rispetto e che dura per sempre; non ci sentiamo molto o spesso ma basta un augurio, una frase, un link postato ed è come se tutto fosse accaduto ieri.
Qualche volta, lo confesso, per pochi minuti ho nostalgia di scuola: mi manca il senso di avventura che per anni ha accomunato me e un' enorme schiera di alunni. I volti cambiavano ma il senso che ogni giorno dovessimo scoprire insieme qualcosa di meraviglioso era sempre uguale nel tempo.
Vorrei, ma solo per qualche istante, sentire l' odore di scuola: quell' odore misto di gesso, lavagna, cancellino, scarpe da ginnastica, sudore.
Ho lottato in modo silente ma ostinato per fare " a modo mio"; quante volte i colleghi insistevano sul distacco, la severità, dicevano che noi professori" siamo un gradino più su"; credo che confondessero autorità con autorevolezza: i ragazzi sono molto intelligenti e sanno quando e chi devono rispettare qualunque sia il grado di confidenza.
Ho lottato e molto ma sono contenta perchè penso, avendo agito " a modo mio" e credendoci, di aver vinto.
Almeno ho bei ricordi

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