QUELLI DALL' ALTRA PARTE
Tutti sapevano che non dovevano avvicinarsi troppo e che non dovevano fare domande su quello che c'era oltre la rete.
Quello che si conosceva con certezza era che tantssimii anni prima un gruppo di persone unite tra loro da una serie di disgrazie avevano deciso di ritirarsi dal mondo e di rifugiarsi in quello spazio dove speravano che, grazie a una vita tranquilla, improntata ad austerità, rigore e onestà, il male potesse non entrare e mettere radici.
I loro antenati erano molto ricchi e in un certo periodo era stata costituita una fondazione che garantiva la presenza di un corpo di polizia privato che custodisse i confini e non permettesse a nessuno di entrare e di uscire.
Tra ragazzi erano in molti a parlarne e a sognare come potesse essere vivere una vita di perenne pace e tranquillità, godere di un' esistenza bucolica mantenendosi con i prodotti della terra, non conoscere guerre, inquinamento, potere; essere, grazie alla ricchezza, al passo con la moderna civiltà.
Spesso, d' estate, quando la sera tarda a calare, i giovani si avvicinavano per quanto lo permettevano le ronde e sognavano il mondo beato che c' era oltre la rete senza disoccupazione, problemi economici, conflitti, odi, invidie per il conseguimento del potere.
Una di quelle sere una coppia di fidanzati, approfittando dell' assenza di guardie, si avvicinò tanto da poter sfiorare quella rete lieve e tenace insieme.
Videro che, dall' altra parte c'era una ragazza: era bella, bionda; indossava una tunica sciolta lunga fin quasi ai piedi e raccoglieva fiori canticchiando sottovoce.
Si fecero coraggio e si avvicinarono; anche lei venne verso la rete. Prima circospetti, poi con più sicurezza le rivolsero la parola
La ragazza rispose nella loro lingua e, con sempre maggior naturalezza, come avviene tra giovani cominciarono a parlare.
Loro erano molto interessati mentre la ragazza non sembrava desiderosa di notizie su quanto accadeva dalla loro parte anzi pareva che non sapesse nemmeno dell' esistenza del mondo che c' era di qua.
Aveva una certa ingenuità, un' innocenza come se avesse vissuto solo di dolcezza e di pace.
Chiacchierarono: sembrava anche abbastanza istruita; sapeva guidare, aveva studiato scienze ed ora era decisa a intraprendere studi di medicina per potere, disse, rendersi utile agli abitanti del suo paese.
A un tratto, non seppero come, si parlò di giornali e la ragazza sembrò stupita, non sapeva cosa fossero. Le chiesero se vedesse la televisione; quella la vedeva ma trasmettevano solo programmi di varietà, canzoni, quiz; insomma nessuna notizia di politica o che venisse dal mondo esterno.
A un tratto il ragazzo chese se qualcuno di loro fosse mai uscito; lei rispose che, per quanto ne sapeva, le sembrava che nessuno ne avesse mai avuto voglia.
Il tragazzo chiese:" Ma, se lo voleste, sareste liberi di farlo?" E lei rispose:" Che significa liberi?"
I due fidanzati cercarono invano di spiegarle cosa significasse essere liberi; inutile, la parola libertà non esisteva nel vocabolario di quel popoli placido e felice!
Dopo un po' si salutarono; i due giovani tornarono indietro mano nella mano, tristi e insieme felici, nel nostro mondo imperfetto, iniquo, crudele, spesso senza pace ma dove almeno il significato della parola libertà lo conoscono quasi tutti anche tanti che ne sono privi e che lottano e danno la vita per conquistarla.
" Ho tanti fratelli, che non riesco a contarli: ma ho una sorella bellissima, che si chiama Libertà"- E. Che Guevara
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