Momenti
Oggi è la Domenica delle Palme, c'è guerra in varie parti del mondo, nel nostro paese va come tutti sappiamo e poi nella Grande Storia del Mondo c' è posto per le nostre piccole storie, la vita di ognuno di noi fatta di quotidianità, di lavoro, di amore, di gioie, di dolori...di momenti, insomma.
Ne " Il Gattopardo ", il principe Fabrizio parla di " pagliuzze d' oro dei momenti felici"; io penso che si tratti sia di ricordi di gioia e felicità che di dolore: attimi da tesaurizzare comunque che, o richiami alla memoria o, a tradimento, ti colpiscono quando meno te lo aspetti; basta un niente, una musica, un profumo e sono là, pronti a esseri rivissuti, riassaporati; anche se lontani nel tempo ti sembra che siano accaduti ora, basta allungare una mano e li tocchi, ma non era solo ieri?
Quali sono i " miei momenti"? A volte, se li vuoi richiamare alla mente non vengono come quando ti chiedono quali sono i dieci film o libri più importanti della tua vita, ti si fa il vuoto in testa, poi dopo arrivano a frotte.
E' importante per me farne tesoro mentre li sto vivendo; così, forse, quando capita di doverli richiamare alla mente viene più facile.
Il primo, non in ordine di tempo, ma il più importante e doloroso è quello che io chiamo " la perdita dell' innocenza"; sono passati 36 anni e lo rivivo nella carne: torno da scuola, mancano pochi mesi al mio matrimonio e mamma apre la porta con un viso sconvolto.
Mi dice che ha portato papà dal radiologo per quella che tutti i medici da più di un anno considerano una fastidiosa e dolorosa lombo-sciatalgia e, dal volto del medico ha capito che c' è qualcosa di brutto, alle ossa.
Ricordo tutto di quel giorno, che c' era per pranzo purea di patate con crostini ( è un piatto che per anni non ho potuto assaggiare), ricordo che da quel momento tutto cambiò nella mia vita, andando a ritroso c' è sempre un prima e un dopo e quello è il momento che fa da spartiacque.
Poi ci sono i momenti felici, la notte insonne che passai subito dopo la nascita di Stefano, il primo figlio: l' adrenalina era tanta, avevo desiderato il maschio ed era nato e quella notte sembrava contenere tutte le promesse della vita.
Il giorno dopo la nascita di Paolo: ero in clinica, sola, nelle prime ore del pomeriggio mi portarono in camera il bambino e me lo poggiarono sulla pancia; ero tra veglia e sonno e pensavo che fino a poche ore prima era dentro di me e ora eravamo due esseri distinti, ma ancora così vicini: fu un momento di amore assoluto.
Quando Paolo era piccolo gli raccontavo spesso di quel giorno e a volte me lo chiedeva lui stesso, quasi come una favola.
Poi ci sono i momenti banali, di gioiosa quotidianità; se hai intùito lo capisci che devi farne memoria perchè saranno ricordi preziosi: le sere d' estate a Vico negli anni tra il '94 e il' 98, quando i ragazzi erano grandi ma passavano gran parte dell' estate ancora con noi e c' erano mio suocero e mia mamma e mia zia, tre anziani splendidi e la sera venivano amici dei ragazzi e amici di mamma, quelli di antica data e si restava sul terrazzo fino a tardi a ridere e scherzare; a conclusione dell' estate c' era la sera della festa del paese con i fuochi a mare e tutti venivano a vederli da noi ed era un gran discutere se i fuochi di quell' anno erano stati o no più belli di quelli dell' anno prima.
I venerdì sera, quando papà era ancora vivo e dopo, per anni, quando gli amici mantennero l' abitudine di riunirsi dopo cena a casa nostra; si parlava di politica, si discuteva perchè c' era sempre qualcuno di destra e molti di sinistra, ma si rideva soprattutto e molto.
Il sabato sera, d' inverno a Milano, quando i ragazzi erano abbastanza grandi da uscire la sera, ma poi ritornavano; io preparavo la pizza margherita e cenavamo tutti insieme e poi dopo loro uscivano e noi rimanevamo a casa e a me di non uscire non importava niente sia perchè lo avevo fatto per tanti anni sia perchè sapevo che quelle cene del sabato sera prima o poi sarebbero state un bel ricordo.
Quando i ragazzi vivevano ancora in casa e la sera non sempre uscivano o a volte tornavano e noi eravamo ancora svegli; io sono una che si addormenta sul divano, ma poi vado a letto tardi; era bello chiudere a chiave la porta di casa e pensare che c' eravamo tutti.
I sabati e le domeniche, ora che i ragazzi non ci sono più e io e Vittorio siamo soli ma felici e le ore passano pigramente; lui fa lavoretti, mette a posto documenti, suona, legge io sto al computer, o cucino e poi pranziamo e chiacchieriamo dei fatti del giorno e ci vogliamo bene e siamo felici di questo pigro far niente e delle ore che si inanellano aspettando di vedere in tv la partita o " Che tempo che fa".
Quando, durante la settimana Vittorio torna dal lavoro e, mentre ceniamo, gli racconto quello che è successo durante il giorno e decidiamo cosa vedere in tv, tanto poi ci si addormenta.
Quando uno dei ragazzi telefona e dice che verranno a cena o a pranzo da noi e cosa preferiscono che io prepari; specie se è il loro compleanno.
Le sere d' estate a Vico, quando ci riuniamo a cena o dopo cena con gli amici che sono sia i miei che quelli di Vittorio avendo passato là le ultime 50 e passa estati della nostra vita e hai la consapevolezza calma di stare con le persone che ti sono care da sempre; sono momenti felici e senza sforzo, tanto ci conosciamo bene tra noi, si ricordano episodi andati, e per quanto si vada indietro nel tempo eravamo sempre insieme.
Un pomeriggio passato con un' intera classe il giorno prima degli esami di licenza media, nel 1986: furono ore di perfezione assoluta.
Momenti che solo chi ha vissuto per anni a scuola può capire: un quarto d' ora di chiacchiere smemorate, anche nel chiasso, prima che suoni il campanello di fine lezione, l' odore di gesso, lavagna, carta, corpi sudati, scarpe da ginnastica e senso di avventura che ogni giorno di scuola portava con sè, il senso di trasgressione nell' andare con la classe a fare un giro al mercatino sotto scuola e poi in panetteria, comprare focaccia per tutti, tornare in classe, dividerla e mangiarla.
Le mattinate di Cineforum quando si portava il televisore in classe e ognuno si sedeva dove e come gli piaceva e sbucavano fuori sacchetti di pop corn e patatine e facevamo qualcosa di utile ma ci sembrava vacanza.
Alcuni di questi momenti li vivo ancora, quelli passati li ho goduti, mi piacerebbe a volte riviverli anche solo per un attimo, ma sono così intensi che basta chiudere gli occhi e allungare una mano, ma non era solo ieri?
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