martedì 28 giugno 2011

RIFLESSIONI AMARE


Ho saputo solo ieri che i protagonisti di uno dei delitti più tremendi di questi ultimi giorni,: il ragazzo che ha ucciso la ex fidanzata e il fratello di lei, alle medie erano nella mia scuola, in altre sezioni.
I due fratelli erano nell' aula di fronte alla mia, coetanei di alunni di un mio corso.
Stamattina ho sentito un mio ex alunno, che ora è all' Università, loro coetaneo e vicino di quartiere: mi diceva che sono tutti stupiti, che il ragazzo era mite, buono, non faceva uso di sostanze; alle medie aveva ripetuto un anno e alle superiori tutti e tre o due dei tre avevano smesso di frequentare la scuola.
Da insegnante, per tutta la vita, ho avuto una convinzione: che il disagio cominci tra infanzia e preadolescenza, da piccoli segnali che professori e genitori attenti dovrebbero poter cogliere; quando, anni dopo, ho saputo di successi di miei alunni ho gioito, quando sono venuta a conoscenza di insuccessi o fallimenti scolastici mi sono fatta enormi esami di coscienza e mi sono sempre sentita in colpa: avrei potuto fare, dire, agire in qualche modo, non ho colto segnali?
Un avvenimento del genere spiazza tutti noi, a parte il fatto di pensare che in tre anni li avrò visti, incrociati, mi avranno salutato con un " salve prof " come si fa quando ci si incontra nei corridoi, avremo fatto l' intervallo insieme centinaia di volte.
Penso ai genitori, a quanto potranno tormentarsi su cosa gli sia sfuggito di una marea di odio o rancore o livore che è montata nell' animo di un ragazzo per portarlo a consumare tante ore compiendo una serie di atti terrificanti; penso alla fragilità di questa gioventù che non riesce a elaborare l' abbandono così come non riesce ad affrontare prove o fallimenti, penso a quanto la nostra generazione e quelle in mezzo debbano farsi carico di situazioni del genere.
So solo che, dopo è facile parlare, discettare, giudicare; la stessa verità, i fatti vengono reinterpretati, distorti, camuffati nella terribile e inevitabile tracimazione dei media; ma prima, a monte, c' è un momento, un segno, una situazione dalla quale si può partire in modo corretto per evitare che si arrivi a questo?

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