IO SONO STANZIALE...
Ho scoperto, se mai ce ne fosse stato bisogno, che io sono, senza rimedio, un animale stanziale.
In questi giorni vedo un fiorire di incontri tra amici di facebook che abitano in luoghi anche lontanissimi tra loro.
A muoversi sono soprattutto i fotografi: Jacqueline, la mia cara amica Fata-fotografa, è andata a Catania a vedere la mostra fotografica del Mago-fotografo, poi è andata a Napoli, dove ha conosciuto un altro dei nostri amici, poi a Genova: altro incontro
Un amico che abita vicino Milano ed è anche un bel po' più " diversamente giovane " di me è andato anche lui a Genova: anche qua un incontro.
Io, a volte penso: " Sarà l' età", poi ricordo la mia vita e mi consolo: non c' è dubbio, sono sempre stata tendente alla " stanzialità".
Avevo 12 anni quando i miei da Napoli andarono a Roma per il matrimonio di un cugino di mamma; io preferii restate con la nonna e continuare per due giorni la mia vita di sempre.
Non che non abbia viaggiato, anzi...mia zia, la sorella di mamma, che non aveva figli ed era molto legata a me mi ha portato quando ero ragazza con lei per tutta Italia e mezza Europa; a parte che erano viaggi di quelli organizzati comodi, dove non c' era da stancarsi molto, si conoscevano persone, ci si divertiva, e da questo punto di vista, io non mi sono mai tirata indietro: comitivara, caciarona, amante del chiasso e della compagnia, lo sono stata sempre; forse adesso un po' meno, ma il carattere aperto e cordiale tale da attaccare discorso con chiunque, quello mi resta ancora.
Furono definitivi, per la mia tendenza al " fermo stabile" due viaggi fatti con l' ing quando era studente; eravamo fidanzati e con pochi soldi, viaggiavamo con agenzie che definire tali è un azzardo, andavamo per ostelli, nel 1971 in Romania e Bulgaria, e ne parlerò altrove e nel '73 in Spagna.
Vittorio è nato viaggiatore: in quelle circostanze mi fece camminare fino allo sfinimento fisico per vedere proprio tutto, era estate, c' erano 45 gradi all' ombra, mi beccai un' enterocolite coi fiocchi, sognavo Vico Equense che mi sembrava un miraggio e ad ogni telefono pubblico perdevo ore per chiamare casa .
Furono utili, per un verso, quei viaggi perchè Vittorio mi avvisò che in futuro, ove mai fosse stato fuori per lavoro, mi avrebbe telefonato solo occasionalmente: così è stato, per la felicità di entrambi, anche perchè quando non sono io a viaggiare, ma gli altri, io non sono per niente preoccupata; non ho paura dio incidenti o disgrazie e aspetto con serenità notizie se e quando ne arrivano.
Siamo stati fortunati: Vittorio ha avuto un lavoro che gli ha permesso di viaggiare per tutto il mondo, io sono rimasta a casa, felice, con la convinzione radicata che tutto quello che, con fatica e spreco di energie e tempo, vai a vedere sul posto, lo puoi conoscere a casa dai libri, film, ora anche Internet.
Sono ancora adesso stupita del coraggio che ho avuto quando a 39 anni, per il lavoro di Vittorio, ci siamo trasferiti da Napoli a Milano; ho passato un inverno tremendo, sapendo che a giugno avrei lasciato la casa dove ero cresciuta, gli amici, la SCUOLA dove da anni insegnavo, un inverno dicendo dentro di me addio a tutto, poi arrivata qua, mi sono inserita velocemente e ora, pur sentendomi napoletana, non tornerei mai indietro.
Spesso ho pensato a ciò e ne ho dedotto che ho la " sindrome della chiocciola "; dovunque possa portarmi la mia casa, i mobili, il divano, i libri, la tv e la FAMIGLIA, là metto radici; le scuole come gli alunni, sono uguali in tutto il territorio nazionale e anche qua ho potuto coltivare la grande passione dell' insegnamento.
E' vero che così i miei orizzonti si sono allargati, ho conosciuto due tipi di società e di mondi diversi e questo mi ha fatto bene, ma l' ho fatto solo per amore.
Ancora adesso, anzi di più, il pensiero di partire mi mette ansia; comincio a preparare la valigia con giorni e giorni di anticipo, e tutto questo per quel breve periodo dell' anno in cui da Milano vado a Vico Equense; il ritorno non è così traumatico: mi distacco con dolore dai luoghi della " memoria ", ma sono contenta perchè ritorno alle mie abitudini, ai miei riti quotidiani, a casa insomma.
Per cui, amici di fb, così come due di voi hanno già fatto, se mi volete sono qua: disponibile ad ospitarvi, a invitarvi a cena o a pranzo, a offrirvi un bel caffè o una tazza di the: in caso contrario, poco male, continueremo ad essere amici da lontano volendoci bene ugualmente!
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