VIRGINIA, UN NOME VECCHIO E NUOVO Scritto il 6 gennaio 2011
Mia mamma si chiamava Virginia; ieri era il giorno del suo compleanno, se fosse stata viva avrebbe compiuto 97 anni, ma è morta dodici anni fa.
Mia madre era una signore bella, raffinata, discreta, anche se di carattere molto forte.
Fu implacabile per quanto riguardava lo studio, l' alzarci presto la mattina, l' andare a scuola, ci mandava anche con la febbre se non era alta; tanto, diceva, la febbre sale nel pomeriggio e non perdi un giorno di scuola; per il resto, come papà, ci lasciò assolutamente libere in un' epoca in cui nessuna ragazza lo era.
Mia madre insegnava alle elementari; quando vinse il concorso nel '32, non aveva ancora compiuto i 18 anni, fu mandata a insegnare in un paese chiamato Salento, sopra Vallo della Lucania, dove si arrivava a dorso d' asino e ci restò per quattro anni, poi insegnò sempre a Napoli; mia nonna le permise di andare perchè era milanese e credeva nell' indipendenza delle donne, del resto erano tre donne sole: mamma e due figlie perchè mio nonno, tenente medico degli alpini era morto sul Carso nella Prima Guerra a 28 anni e le figlie erano troppo piccole per ricordarlo.
Quando io discutevo con mio padre ( e succedeva perchè avevamo lo stesso carattere ), mamma diceva che io non sapevo la fortuna che avevo, visto che lei suo padre non lo aveva quasi conosciuto.
Fu fatta Cavaliere della Repubblica perchè fu tra le prime insegnanti a usare il metodo globale; da lei, anche se ho insegnato lettere alle Medie, ho imparato tanti " trucchi del mestiere" solo osservandola.
Lei si faceva molto amare, non era espansiva era dolce, discreta, amava fumare, giocare a carte, circondarsi di amici.
Abbiamo vissuto sempre insieme; ci siamo molto amate. Era una buona ascoltatrice; le potevi confidare qualunque cosa, non si scandalizzava e non dava consigl, ascoltava.
A Vico Equense, al Circolo del Tennis, organizzava ogni anno un bellissimo torneo di carte, di cui ancora oggi si favoleggia; perdeva un sacco di tempo a scegliere i regalini per tutti i partecipanti e a decidere col cuoco del Circolo il menù per la cena, era un evento; lei non partecipava, ma accoglieva gli ospiti ed era felice che tutto andasse bene.
Mi ha insegnato a trattare con gentilezza ogni genere di subordinati; con le domestiche, per esempio, ho imparato da lei e abbiamo rapporti splendidi per anni.
Ha vissuto sempre con noi; venne a Milano a 72 anni, comprò un visone enorme, lunghissimo e visse in assoluta allegria altri 13 anni.
Come nonna fu splendida; mise i paletti in modo discreto: lei era la nonna, io la mamma. Badava ai miei figli e a quelli di mia sorella se necessario e sempre con l' aiuto di una domestica, ma fu subito chiaro che voleva i suoi spazi, non era interferente, non ricordo mai che sia intervenuta in una discussione tra me e i miei figli.
Riusciva con la stessa amabile e signorile gentilezza a far sentire una persona il centro del mondo oppure un verme; come ci riuscisse, non lo so.
Amava le borse, i cappelli, le scarpe costose, andare spesso dal parrucchiere, avere le mani curate con le unghie lunghe e laccate; ha lavorato per tutta la vita e, da anziana, qua a Milano, diceva che ormai poteva permettersi di spendere quello che voleva.
Mio marito e lei si volevano molto bene: quando a lui fu proposto dai giapponesi di venire a Milano per aprire una filiale della loro azienda, lui le disse che eravamo una famiglia e che avrebbe accettato se lei fosse venuta con noi, lei disse addio alla vita di Napoli senza pensarci.
I miei figli e quelli di mia sorella l' hanno molto amata e anche tra loro sono legatissimi; credo , forse, avessero una specie di patto. Sta di fatto che tra quattro mesi a mio figlio e mia nuora nascerà una bambina e ci sarà una nuova Virginia; ieri ci pensavo e ne ero commossa: è bello che una persona riesca a farsi amare e ricordare tanto.
Oggi è la festa della mamma, io pubblico di nuovo questo mio ricordo; nel frattempo la nuova, piccola Virginia è nata...e ci rende tutti felici.
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