domenica 2 ottobre 2011

ANCORA SU MONDO REALE E MONDO VIRTUALE


Tempo fa ho parlato sul mio blog di facebook: vorrei dire ancora qualcosa.
Ripeto che, inizialmente, entrai per contattare ex alunni; da questo punto di vista, come in una bella favola, ho realizzato il sogno di ogni professoressa di lettere (o altro ) che abbia svolto per quasi 40 anni questo lavoro con passione: sapere cosa ne sia stato dei propri alunni, se hanno realizzato i loro sogni e aspettative, se noi abbiamo lavorato bene per loro e individuato le loro potenzialità.
In terza media svolgevamo sempre un tema in classe:" Io e i miei compagni fra 20 anni". Veniva fuori di tutto: l' antipatico della classe sarebbe diventato spacciatore o, nel migliore dei casi, un barbone; il secchione diventava un povero sfigato.
Poi, in genere, lo impostavano sempre allo stesso modo: inventavano una festa o una giornata particolare in cui, come per incanto, tutti incontravano tutti; diventava un elenco di nomi seguito da successi e insuccessi a seconda della maggiore o minore simpatia che li teneva uniti.
Una sola volta ci fu uno svolgimento insolito: un ragazzo, geniale e distratto, con tutti i pregi e difetti del vero genio, uno di quelli che è stato il primo di due fratelli miei alunni ( di quante famiglie ho avuto in classe il primo/a e poi secondi e anche terzi ) scrisse che era era stato invitato ad una festa e aveva incontrato persone gentilissime che sembravano ricordare benissimo lui chi fosse e che, invece, lui non conosceva affatto.
Solo per combinazione aveva scoperto, dopo, che si trattava dei suoi ex compagni delle medie; li aveva semplicemente rimossi. Aveva ragione, non fu una classe delle più simpatiche, non per i singoli ma per lo spirito di classe che è un' altra cosa.
Del resto da quando sto su fb le abitudini dei giovani sono già cambiate: loro le novità le divorano, le assimilano e le cambiano, ora è raro trovare link postati da ragazzi o anche da giovani o da adulti al di sotto di una certa età.
Scrivono brevi, criptiche frasi oppure usano il mezzo per chattare.
Sono stati sostituiti sempre di più  dai " diversamente giovani", da noi insomma.
Desiderio di aggregazione? Non sempre. Una punta di narcisismo? Certamente, vedere le proprie impressioni scritte e commentate fa provare spesso un senso di orgoglio. Solitudine? Qualche volta.
Molti come i fotografi lo usano semplicemente per esporre le proprie foto: poi fa sempre piacere vederle commentare positivamente sia da profani che da addetti ai lavori.
Io ho tanti amici fotografi e più che piacermi o meno e scriverlo, non posso, di fotografia non ne capisco niente: invece loro sono attentissimi e si fanno complimenti e usano termini tecnici.
Se penso all' ing che, da quando i ragazzi erano piccoli e anche ora che siamo noi due soli, un giorno d' estate, uno degli ultimi, quando non può più farne a meno, come se prendesse un antibiotico, prende la macchina fotografica, scatta quanto più può, come viene viene e considera la cosa terminata. Esiste la testimonianza visiva che le vacanze e Vico sono là dove  e come sono sempre state negli ultimi 55 anni.
Ho delle vecchie foto di gruppo, specie se eravamo in molti, che venivano fuori da sue impazienti raccomandazioni : " State  un po' più stretti, abbassatevi un po'" Sembrava Totò in " Miseria e nobiltà "; spesso venivamo acefali o senza piedi.
Ne conosco tanti di fotografi e sono loro  amica nel senso che ci scriviamo e con qualcuno ci telefoniamo.
 Jacqueline  ha un modo personalissimo e " maschile " di fotografare la realtà e definirlo maschile è un complimento: va all' essenziale, senza fronzoli, il suo mondo è limpido, nitido, ordinato; io dico spesso che Jacqueline farebbe sembrare ordinati, se li fotografasse, anche i cumuli di " monnezza " di Napoli.
C' è, tra i fotografi, uno le cui foto mi fanno commuovere tanto le vedo belle; non dirò il suo nome,è una persona schiva. Fotografa  sempre in bianco e nero e riesce a dare un' anima alle cose o mette la sua anima interamente in quello che rappresenta.
Mi è capitato di assistere in modo indiretto a eventi umani che lo hanno toccato e penso che abbia veramente una bella anima.
Dopo aver detto la mia da non tecnica sui fotografi passo all' amicizia.
Una mia amica di fb con cui abbiamo preso l' abitudine di sentirci anche telefonicamente, mi ha comunicato che ne usciva  per le troppe delusioni ricevute.
Ho cercato di dissuaderla ma lo ha fatto ugualmente.
Penso che non dobbiamo sovradeterminare il mezzo: è piacevole discorrere, scambiarsi opinioni, scoprire interessi comuni, in qualche caso intrecciare vere e proprie amicizie, ma poi basta.
 Nemmeno nella vita "reale" dobbiamo caricare persone che ci sono care di aspettative esagerate; ognuno ci dà quello che può e non possiamo pretendere di più.
Un' ultima notazione che non avevo mai fatto prima: ci sono presone che conosco su fb da tanto tempo, addirittura " amici " della prima ora, che sono lettori assidui del mio blog quindi sanno tutto di me e io di loro non so nulla, nemmeno che lavoro facciano, nemmeno il volto conosco perchè si nascondono dietro dipinti o immagini di fantasia;  la prudenza va bene, ma penso che sarebbe più giusto, anche se poco, " gettarsi dentro", giocare alla pari. Ma è un' opinione come un' altra; ognuno poi faccia come meglio crede.

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