COME SIAMO FINITI IN UNA TESI DI LAUREA
Dopo la morte di mio suocero, nel 1999, uno dei miei cognati riunì tutti i filmati di famiglia girati nel corso degli anni con la cinepresa, li raccolse in un VHS con una musica di sottofondo e regalò i ricordi di una vita familiare a tutti noi.
La cinepresa era stata comprata da mio suocero per la Prima Comunione di uno dei figli nel 1964; sono tanti i momenti da ricordare: feste, soprattutto, anniversari, il cinquantesimo del matrimonio dei nonni di Vittorio, Vico e le vacanze e le partite di pallanuoto e il viaggio in Romania che facemmo Vittorio e io da fidanzati nell' estate del '71.
La cassetta finisce con il bagnetto a Stefano, mio figlio, quindi nel 1978.
E' stato un bel regalo, anche se a me ha fatto una certa impressione rivedere scene dimenticate, volti di persone scomparse; in fotografia è diverso, lo sopporti di più, sono immagini fisse, nel film il movimento ti dà, a volte, una stretta al cuore.
Qualche anno fa, forse cinque o sei, Paolo che stava per laurearsi ci comunicò che una sua collega della Cattolica avrebbe scritto una tesi sulle vacanze delle famiglie italiane negli anni tra i '50 e i '70 viste attraverso i film di famiglia.
Per questo le prestammo la cassetta, lei la visionò, poi venne un giorno a farci una specie di intervista sui contenuti del video; chiese spiegazioni, chiarimenti, noi raccontammo.
Mesi dopo ci è arrivata, per posta, la tesi con un gentile biglietto di accompagnamento nel quale Laura ci comunicava di esseri laureata a pieni voti e ci ringraziava per il contributo.
E così ci siamo ritrovati a essere un paragrafo di un capitolo di una tesi di laurea.
Delle dieci famiglie prese in esame, la maggior parte è del Nord o, come noi, meridionali che vivono al Nord.
Non conosco gli altri filmati, ma il capitolo che ci riguarda rispecchia fedelmente, se non la realtà, quello che di essa si vede.
Cominciamo dal titolo:" La signorile napoletanità dei Siravo nelle immagini del loro archivio filmico privato".
Siravo è il cognome di Vittorio, ma essendo entrata io presto nella sua vita ci siamo tutti, la sua famiglia e, in parte, la mia.
In effetti da quel film sembra che la nostra vita fosse un succedersi di feste: capita così, il tempo scorre con le sue gioie, i suoi dolori, salute e malattia, matrimoni e morti ma la cinepresa ferma e conserva per sempre i momenti felici e gioiosi. Comunque questi ultimi sono descritti con singolare acume e fedeltà.
Vero che le altre famiglie sembra si dedicassero più ai viaggi, a escursioni, si parla di montagna, di gruppi familiari in giardino, di figli filmati periodicamente e seguiti nella loro crescita; riporto qua qualche frase del capitolo a noi dedicato: " Le celebrazioni in casa Siravo appaiono preparate in modo impeccabile...tavole addobbate da ricchissimi buffet, eleganti signore ingioiellate sedute...sulle poltrone del salotto di casa, i camerieri che offrono stuzzichini su vassoi d' argento...le domestiche a supervisionare la buona riuscita del pranzo...un' eleganza e una distinzione che non appare mai snob o ricercata,anzi...contraddistinta da ...calore...quasi fosse un tratto, una specificità legata...alla naturale solarità dei napoletani."
Leggendo, e risponde al vero, ne esce fuori quel po' di " spagnolismo" che la Napoli bene aveva nei suoi riti festivi, quella naturale propensione a godere anche se in modo raffinato, i momenti di " otium".
C'è poi più avanti::" Vico Equense , per i Siravo, è il luogo elettivo delle vacanze anche perchè il primogenito Vittorio conosce, durante queste villeggiature, Eva, la donna che sposa, proprio in una chiesa della cittadina, nel 1975.".
E ancora riguardo alla nostra giovinezza:" La vacanza...estiva di Vittorio...e della fidanzata Eva ...nel 1971...appare abbastanza pionieristica nel tempo...per la libertà che i genitori avevano concesso ai propri figli, ma anche per la scelta dell' itinerario: Bucarest e il Mar Nero...Un viaggio...con connotazioni quasi politiche, in sintonia con una stagione della nostra storia contraddistinta in modo forte dall' appartenenza politica.".
Ecco come, attraverso anche all' intervista fatta a noi, partendo da vecchie immagini ci viene incontro, in uno scritto, la nostra vita o almeno, parecchi attimi felici di essa.
Un' ultima annotazione. C'è uno spezzone di pochi secondi, girato da Vittorio sulla spiaggia; è un settembre dei primi anni 70.
Si vede mio padre, con un pullover leggero a collo alto e la giacca; ci aveva probabilmente accompagnato alla spiaggia e andava via per lavoro.
Si sofferma velocemente a salutare mamma e le amiche di lei: che naturalezza e mancanza di affettazione in quel baciamano appena accennato, frutto di un' educazione di generazioni ma così naturale e spontaneo; cose di una volta!
Qualche anno fa, forse cinque o sei, Paolo che stava per laurearsi ci comunicò che una sua collega della Cattolica avrebbe scritto una tesi sulle vacanze delle famiglie italiane negli anni tra i '50 e i '70 viste attraverso i film di famiglia.
Per questo le prestammo la cassetta, lei la visionò, poi venne un giorno a farci una specie di intervista sui contenuti del video; chiese spiegazioni, chiarimenti, noi raccontammo.
Mesi dopo ci è arrivata, per posta, la tesi con un gentile biglietto di accompagnamento nel quale Laura ci comunicava di esseri laureata a pieni voti e ci ringraziava per il contributo.
E così ci siamo ritrovati a essere un paragrafo di un capitolo di una tesi di laurea.
Delle dieci famiglie prese in esame, la maggior parte è del Nord o, come noi, meridionali che vivono al Nord.
Non conosco gli altri filmati, ma il capitolo che ci riguarda rispecchia fedelmente, se non la realtà, quello che di essa si vede.
Cominciamo dal titolo:" La signorile napoletanità dei Siravo nelle immagini del loro archivio filmico privato".
Siravo è il cognome di Vittorio, ma essendo entrata io presto nella sua vita ci siamo tutti, la sua famiglia e, in parte, la mia.
In effetti da quel film sembra che la nostra vita fosse un succedersi di feste: capita così, il tempo scorre con le sue gioie, i suoi dolori, salute e malattia, matrimoni e morti ma la cinepresa ferma e conserva per sempre i momenti felici e gioiosi. Comunque questi ultimi sono descritti con singolare acume e fedeltà.
Vero che le altre famiglie sembra si dedicassero più ai viaggi, a escursioni, si parla di montagna, di gruppi familiari in giardino, di figli filmati periodicamente e seguiti nella loro crescita; riporto qua qualche frase del capitolo a noi dedicato: " Le celebrazioni in casa Siravo appaiono preparate in modo impeccabile...tavole addobbate da ricchissimi buffet, eleganti signore ingioiellate sedute...sulle poltrone del salotto di casa, i camerieri che offrono stuzzichini su vassoi d' argento...le domestiche a supervisionare la buona riuscita del pranzo...un' eleganza e una distinzione che non appare mai snob o ricercata,anzi...contraddistinta da ...calore...quasi fosse un tratto, una specificità legata...alla naturale solarità dei napoletani."
Leggendo, e risponde al vero, ne esce fuori quel po' di " spagnolismo" che la Napoli bene aveva nei suoi riti festivi, quella naturale propensione a godere anche se in modo raffinato, i momenti di " otium".
C'è poi più avanti::" Vico Equense , per i Siravo, è il luogo elettivo delle vacanze anche perchè il primogenito Vittorio conosce, durante queste villeggiature, Eva, la donna che sposa, proprio in una chiesa della cittadina, nel 1975.".
E ancora riguardo alla nostra giovinezza:" La vacanza...estiva di Vittorio...e della fidanzata Eva ...nel 1971...appare abbastanza pionieristica nel tempo...per la libertà che i genitori avevano concesso ai propri figli, ma anche per la scelta dell' itinerario: Bucarest e il Mar Nero...Un viaggio...con connotazioni quasi politiche, in sintonia con una stagione della nostra storia contraddistinta in modo forte dall' appartenenza politica.".
Ecco come, attraverso anche all' intervista fatta a noi, partendo da vecchie immagini ci viene incontro, in uno scritto, la nostra vita o almeno, parecchi attimi felici di essa.
Un' ultima annotazione. C'è uno spezzone di pochi secondi, girato da Vittorio sulla spiaggia; è un settembre dei primi anni 70.
Si vede mio padre, con un pullover leggero a collo alto e la giacca; ci aveva probabilmente accompagnato alla spiaggia e andava via per lavoro.
Si sofferma velocemente a salutare mamma e le amiche di lei: che naturalezza e mancanza di affettazione in quel baciamano appena accennato, frutto di un' educazione di generazioni ma così naturale e spontaneo; cose di una volta!
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