sabato 19 maggio 2012

ERA UN GIORNO TRISTE QUELLO

 Qualunque novità circa la " Fontana Paradiso " e il Ferragosto memorabile " passarono in secondo piano, quella mattina.
Era arrivata e si era propagata la notizia di un attentato dinamitardo a una scuola.
Una ragazza era morta, un' altra gravemente ferita e, solo per pochi minuti si era evitata una strage.
Tutti quelli che frequentavano il giardino, governanti filippine o africane, bambini ricchi o poveri, genitori eleganti o operai, vecchie maestre e impiegati in pensione si sentivano quel giorno più tristi.
La scuola è di tutti: appartiene a chiunque l' abbia frequentata, a noi insegnanti per cui è un luogo sacro come una chiesa, ai ragazzi per i quali è il posto in cui passano più ore al giorno, alla comunità perchè è o dovrebbe essere un luogo sicuro e intoccabile.
Purtroppo forze maggiori in alcuni periodi ci sovrastano e vogliono creare in noi panico e timore degli altri.
Occorre essere forti, più forti del male e uniti.
Quel giorno la " Fontana Paradiso " era più bella del solito ma i rivoli d' acqua sembravano lacrime che scorrevano per una vita giovane spezzata.
I fiori profumavano e sembravano essere un omaggio per la ragazza che aveva perso la vita.
I ragazzi quel giorno non giocarono a pallone, non gridarono o litigarono; passeggiavano in silenzio e parlavano tra loro: si videro insieme ragazzetti malvestiti e bambini eleganti, mamme con abiti griffati e altre stanche che tornavano dal lavoro in fabbrica, vecchine e pensionati chiacchierare con anziani eleganti con le badanti a fianco.
Non ci furono differenze quel giorno: il dolore di uno è il dolore di tutti, una vita spezzata crea lutto nell' intera comunità umana.
Forse sarebbe stato solo per quel giorno o per una settimana o due.
Ma già era sufficiente, era un piccolo passo avanti: la fontana univa non separava, così come il dolore dovrebbe unire e incitarci a non arrenderci e reagire.

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