martedì 12 giugno 2012

" ACCHIAPPARE" I RICORDI

I ricordi sono strani, quelli remoti si conservano più facilmente specie se stai diventando " diversamente giovane".
Anche tra quelli antichi ci sono particolari e persone che ricordi benissimo  e altri che resetti; per quanto ti sforzi non riesci a riportarli alla memoria, come capita con alcuni ex alunni nelle foto di fine anno.
Ma sono quelli più recenti, quelli di qualche anno fa che,a volte mi " scappano" e io mi sforzo di " acchiapparli" e metterli qua sul blog o come note per evitare che sfuggano.
Da qualche anno metto la sveglia alle 7,30.
A volte mi sveglio prima, spontaneamente ma, voglio essere sicura di poter leggere i giornali con Vittorio e poi fare due chiacchiere con lui prima che esca.
Sono momenti godibili, belli e preziosi e ci tengo molto.
In questo periodo mi sforzo di ricordare come era la vita al mattino fino a quattro anni fa quando è andato via Stefano e poi due anni fa Paolo.
Di quando andavano a scuola o erano all' Università ricordo tutto senza sforzo ma gli ultimi anni?
Chi si alzava prima tra noi? Come avveniva la corsa ai giornali che troviamo fuori alla porta? E l' andata ai bagni in che successione era?
Ricordo con precisione tutto fino a sei anni fa, quando sono andata in pensione poi dal passato si passa al presente.
 Stefano, razionale come sempre, ci preparò alla sua uscita di casa; prima passava i fine settimana con Gloria alla casa nuova, poi ci annunciò che sarebbe andato e poi si trasferì.
Quando è andato via Stefano e qualcuno me ne accennava o io ne parlavo, piangevo; è successo per tre giorni e ancora non me lo spiego.
Non sono una mamma " mammona", ero preparata, non sono facile alle lacrime.
Ignoro se partisse dal cuore o dagli occhi, so solo che piangevo e me ne meravigliavo.
Fortunatamente dopo tre giorni ero in grado di affrontare l' argomento in modo normale.
Entrambi sono andati via uno portando le sue cose poco per volta prima, l' altro, Paolo, lasciando quasi tutto qua.
L' ing per mesi ha preparato scatoloni pieni di cose sue dicendo che o le portava via o le avremmo gettate.
Ricordo Paolo quasi alle lacrime davanti alle raccolte di "Almanacchi del calcio", disperato all' idea che a casa sua non ci fosse posto!
Ma Paolo era anche quello che, da piccolo, dovevamo mandare fuori per poter eliminare di nascosto in sua assenza gli involucri vuoti degli ovetti Kinder.
Chissà perchè ricordo così poco degli ultimi tempi in cui erano in casa.
Penso che fosse perchè, apparentemente,erano fatti che non facevano storia, erano quotidianità e, al contrario di molti altri momenti o forse per esorcizzare il tutto, non facevo nulla per tesaurizzarli.
Ora tornano spesso, molto spesso, Stefano come allora è quello che prepara il caffè per tutti, Paolo si impigrisce e si stende a guardare la tv dopo aver mangiato i suoi due piattoni di spaghetti.
Sono di casa e non lo sono più al tempo stesso; è come se riprendessero il loro posto ma poi, quando mi baciano e vanno via con la loro famiglia, capisco che sono ospiti e per un momento, solo un momento ho una piccola stretta al cuore.
E allora vado ad " acchiappare " ricordi!

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