lunedì 22 agosto 2011

LA FESTA DEL PAESE


La terza domenica di agosto a Vico Equense c' è la festa del paese; il patrono è S.Ciro e viene regolarmente festeggiato a gennaio; oggi invece si celebra l' anniversario dell' arrivo delle reliquie dei SS. Ciro e Giovanni qua, secoli fa.
Le messe si celebrano solo in Parrocchia; poi, alle 19 circa, dopo quella pomeridiana si forma la processione; davanti a tutti una donna con il vessillo, poi il parroco, il sindaco con la fascia e gli altri preti. Seguono i rappresentanti delle congreghe con cappe variamente colorate a seconda della congrega di appartenenza, poi i bambini dell' oratorio che cantano, le colombe di " Fra Cosimo " un francescano che è morto a 98 anni pochi giorni fa e che allevava uccelli,  poi seguono tutte le pie donne che recitano  il Rosario e dietro tutta la gente del paese.
Si dirigono a S. Maria del Toro, una chiesa di carmelitani che è su una collinetta, poi ridiscendono, passano per la stazione ferroviaria e ritornano in chiesa. Al centro del corteo ci sono i pescatori che, vestiti di bianco e blu, portano sulle spalle le due statue d' argento dei Santi.
Di sera, verso le ventitrè e trenta, dalla spiaggia si alzano i fuochi a mare, uno spettacolo bellissimo a cui tutti assistono.
Noi, qua, non abbiamo mai comprato casa, siamo stati sempre in afftto perchè nè mio padre nè mio suocero ritennero opportuno farlo pensando, erroneamente, che da grandi noi saremmo andati in vacanza altrove.
Ora, che viviamo da tanti anni a Milano, i prezzi sono proibitivi e del resto troviamo più comodo venire in albergo che è in una frazione vicina sul mare. Da qua, possiamo vedere i fuochi, la processione quella no, è da tre anni che non la vedo più.
L' ultima casa che abbiamo avuto, quella tra le tante che ricordo con più gioia, era al centro del paese; la processione passava proprio davanti al nostro cancello ed era bello stare là e vederla passare; quando mamma era viva, ma anche dopo, tante donne del paese si staccavano dalla processione per venirci a salutare e poi continuare a camminare; ci facevano sentire importanti, ci sentivamo di appartenere al luogo.
Quella casa ce l' aveva trovata mia sorella a cui da Milano avevamo dato incarico dopo aver lasciato l' altra in colina dove eravamo stati per più di 25 anni; quella era in affitto tutto l' anno e avevamo i nostri mobili;  poi da Milano venimmo sempre meno tranne che d' estate e mia sorella scelse per noi questa casa in paese.
Quando la vide le piacque e, come stabilito la fissò e diede la caparra, poi ci disse che le era sembrato di non aver visto finestre.
 Scoprimmo infatti  che, a parte una bella terrazza-giardino che faceva anche da ingresso, tutta la casa era costruita nella roccia, effetto cantina, tanto per dire: freschissima d' estate e divertente, ma anche umida.
In compenso aveva una quantità di stanze e posti letto: ci abitavamo noi, i ragazzi, mamma, mio suocero con il gatto, mia zia e ospiti a non finire che andavano e venivano.
La sera della processione, arrivava un sacco di gente di tutte le età, amici di mamma, nostri e dei ragazzi, si preparava un buffet, sedie e poltrone in quantità e vedevamo i fuochi; era poi un gran discutere sulla bellezza dello spettacolo rispetto all' anno precedente.
I miei figli e nipoti facevano un gioco ( sventurati ) chiamato il toto-morto: ipotizzavano quale anziano sarebbe potuto mancare l' anno dopo; puntavano sempre su un vecchissimo dottore che è sopravvissuto a molti altri.
Dopo la morte di mamma e di mio suocero passammo al terzo piano: era una casa più piccola e più normale, ma aveva lo stesso panorama per cui io continuai a fare la " festa dei fuochi " e anche senza i nonni eravamo sempre tre generazioni che si riunivano per festeggiare e vedere lo spettacolo,
Gli amici stasera ci avevano invitato a vedere insieme i fuochi in un ristorante sulla spiaggia di Vico ma noi abbiamo rifiutato;  per me, sono legati a " quella casa", a " quel periodo", alla processione e a tutto il resto.
Ora, mentre scrivevo, Vittorio mi ha chiamato e li abbiamo ammirati dalla terrazza della nostra camera.
Questa è una delle cose che amo di questo posto: nell' arco di 55 anni abbiamo accumulato tanti ricordi; è sempre il luogo delle memorie; quando un periodo finisce se ne ricorda il bello, si volta pagina e si guarda avanti; stasera i fuochi sono stati meno belli del solito, ma noi siamo qua e guardandoli, ricordiamo e al tempo stesso ci godiamo il presente.

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