venerdì 16 settembre 2011

IL DIVERTIMENTO " IMPEGNATO "


Il mio amico Sandro  scrive delle belle osservazioni rievocative sotto le mie note; io sono logorroica e grafomane, lascio da parte quello che sto scrivendo sul mio blog e mi lancio nei ricordi; prendetevela con lui.
E' vero, gli anni dal '66 in poi furono quelli dell' Università e del divertimento alla grande: anni di  follie che allora ci sembrarono trasgressive e che erano, tutto sommato, innocenti.
Nel frattempo arrivò il '68 e, accanto al divertimento ecco l' impegno,
Del '68 all' Università mi resta un ricordo preciso: una mattina intera a votare una mozione proposta dal collega Troia ( nome che era già un programma). Si trattava, in breve, di come si dovessero votare le mozioni: se per alzata di mano o se ci si doveva spostare sulla destra o sulla sinistra dello Scalone della Minerva a seconda se si era favorevoli o contrari.
E' chiaro che il  '68 fu molto più di questo ma qualche anno fa vedendo il bel film " Mio fratello è figlio unico " ho ritrovato anche quel tipo di atmosfera.
C' era poi il Cineforum, tutti ci andavamo.
A Napoli il principale e più bello era tenuto da un gesuita: Padre Casolaro. Era assolutamente laico e frequentatissimo.
Vedemmo tutto Bergman, vedemmo tutto Bunuel (ricordate " La Via Lattea " e " Nazarin"?)
Parlo per paradossi ma, generalmente, il film era impegnato e importante quanto meno risultava comprensibile:  bisognava soffrire!
Ricordo un film ungherese o polacco in lingua originale con sottotitoli bianchi su sfondo innevato; ogni tanto un albero, qua e là, ci permetteva di leggere qualche parola.
Scoprimmo, è vero, Roman Polanski ( Cul de sac ) e film meravigliosi come " Elvira Maddigan" e " Messaggero d' amore " di Losey, opere che la televisione non passa mai e che mi regalarono il gusto del cinema che ho cercato di trasmettere con il mio Cineforum ( più allegro ) per tanti anni ai ragazzi a scuola.
Nello stesso periodo cominciarono le serate di autocoscienza: si parlava, si leggeva, si dividevano le persone in" quelli di destra " e " quelli di sinistra" tramite divisioni rigide che, in massima parte oggi ci accorgiamo essere frutto di stereotipi.
Noi andavamo al Pontano, un istituto religioso tenuto dai gesuiti e là, una volta a settimana leggevamo e discutevamo gli scritti di Marx: eravamo Vittorio, io e mia sorella, il suo fidanzato di allora e un seminarista di Bologna che oggi è un gesuita famoso. Vive in una piccola comunità in Calabria, scrive meravigliosi libri, si chiama Pino Stancari; mi piacerebbe rivederlo e ricordare quegli anni.
Dal punto di vista cinematografico ci sdoganò, che Dio lo benedica, Woody Allen e il suo " Dittatore delle stato libero di Bananas ", il primo film che arrivò in Italia anche se non il primo in ordine cronologico.
Lo vedemmo il un cinema d' essai che si chiamava " No" e scoprimmo che si può ridere da morire e vedere, nello stesso tempo, film intelligenti e " impegnati".

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