Da quando sei nella mia vita?.
Non lo so, si perde nella notte dei tempi.
Eravamo ragazzini, si villeggiava insieme a Vico Equense, tu avevi 2 anni e passa meno di me, quindi eri amico di mia sorella più piccola, da ragazze si guardano quelli più grandi.
Poi, nell' estate del '70 stessa comitiva, tu sempre così maturo, più grande della tua età, io sempre un po' pazzerella, forse più piccola della mia età anagrafica ( lo sono rimasta e lo rimarrò per sempre).
Alla fine dell' estate, era il 30 di agosto, all' uscita da una pizzeria con gli amici, un poco " fatti a vino ", un bacio dato quasi per scherzo, un rapporto che si consolida, si rafforza.
Tu sempre preciso, già ing. prima ancora di esserlo, mi dicesti: " Tra cinque anni ci sposiamo".
Così fu, ti laureasti a luglio del '75 e a settembre ci sposammo, senza soldi, senza lavoro; povera mamma tua, avanzava riserve, ma noi ci sentivamo forti, avevamo programmato tutto, centellinavamo quello che i parenti ci avevano regalato, io facevo le supplenze, tu facevi colloqui.
Abitavamo in una casetta minuscola che degli amici ci avevano prestato, piena di muffa, i nostri vestiti sono rimasti per anni impregnati di quell' odore.
Dopo un anno andammo a stare da mia mamma, che fu legata a te sempre da un grande amore; lei era rimasta vedova e tu avevi messo come condizione che il primo anno lo passassimo da soli, " per stabilire i rispettivi equilibri ", così dicesti.
Fu l' unico anno in cui litigammo da pazzi!
Poi fosti assunto, ma per due anni e mezzo tu dovevi stare a Bergamo, io a Napoli, dove, nel frattempo avevo avuto l' incarico, tu venivi per i fine settimana; fu allora che giurai che dovunque fossi andato, io e i figli, se ne fossero arrivati, saremmo venuti con te; la famiglia la sera deve stare insieme.
Nel' 78 nacque Stefano e nell' 82 Paolo, furono momenti di pura felicità.
Nell' 86 ti venne proposto di venire a Milano per aprire e dirigere la filiale italiana di un' azienda giapponese; fosti bravissimo e incosciente, accettasti, cominciasti da niente, nemmeno la sede esisteva e creasti un futuro di benessere per tutti noi.
Mamma venne con noi, io morivo all' idea di lasciare Napoli, la scuola, gli amici, io sono una stanziale ma non esitai nemmeno un istante; ti dissi solo: " Se mi vedi piangere, fai finta di niente ".
Ho pianto solo una volta: quando tornammo da Milano dove eravamo venuti a cercare casa; mi sembrò tangibile e definitivo.
Poi tutto è stato veloce, i ragazzi sono cresciuti, io sono come una chiocciola, dove stabilisco la mia casa, là sto bene, poi tante esperienze belle: amicizie, lavoro, scuole.
Non tutto è stato facile, in 44 anni di vita insieme ci sono periodi bui, momenti in cui l' altro non lo riconosci più, forse è in crisi, forse non gli piaci più come prima, forse il rapporto si incrina.
In quei momenti ho applicato la mia filosofia di vita: non chiedere, non pensare, costruire " l' interno dall' esterno " , lasciare invariate abitudini, piccole consuetudini: il pranzo domenicale insieme, le vacanze con i figli, il regalino a S Valentino, accantonare la pena, se c' è, mostrare agli altri un volto sorridente e godersi la vita che, comunque, offre tanto.
Quando, a poco a poco, come l' onda sulla risacca, con gli anni, tutto torna come prima, non c' è nulla da recriminare perchè nulla si è cercato di sapere, non c' è rancore, perchè non c' è niente da perdonare e ci si ritrova, attraverso le curve della vita e del matrimonio, più uniti di prima, anche perchè ho cercato di vivere sempre come mi ha insegnato mio padre: con leggerezza e pensando che nulla e nessuno ci appartiene.
Occorre quindi prendere " qua e ora " quello che gli altri possono darci e dare loro quello che possiamo e sentiamo.
Il progetto di vita insieme, quello è stato sempre alla base e mai messo in discussione; con i figli sei stato presente tanto, se non come quantità di tempo come qualità.
Ho sempre fatto riferimento a te, erano maschi, tu hai saputo essere autorevole con dolcezza, io ho sempre seguito i tuoi consigli, anche quando il mio carattere impulsivo, mi avrebbe spinto ad una maggiore irruenza.
Qualche volta riflettiamo insieme che è stato un bel contendere: due caratteri forti che si sono fronteggiati senza litigare quasi mai, facendo, per amore, delle piccolissime concessioni all' altro, mantenendo il piacere di conservare la propria opinione e il proprio punto di vista.
Credo che nessuno dei due avrebbe resistito con un altro più debole, avrebbe finito col non stimarlo; così ci siamo scambiati tante volte, a turno, l' onore delle armi facendo piccole concessioni all' altro.
Però come è bello adesso che i ragazzi non ci sono più stare insieme: il piacere d conversare, di vedere insieme ( o di dormire insieme ) la televisione, il piacere dei lunghi sabati e domeniche tutti per noi; tu suoni o leggi o ascolti musica, io sto al computer e ti racconto dei miei amici di fb come per una vita ti ho raccontato dei miei alunni; si parla di politica, si legge il giornale e se ne discute, tu parli del lavoro.
Per quanto vada indietro nel tempo, mi sembra che tutti i ricordi siano comuni, i miei genitori diventarono anche i tuoi, e i tuoi anche miei; gli amici quelli sono di entrambi.
D' estate a Vico è un piacere, li conosciamo tutti da piccoli e non si sa chi di noi due sia stato per primo amico loro; a volte, in modo indipendente, gli stessi amici erano, per un verso i tuoi e per l' altro i miei anche prima che noi stessimo insieme.
Non sei espansivo; bisogna conoscerti per capire di quanta sensibilità tu sia capace; ho sempre avuto una vita da regina, specie ora: tante piccole attenzioni non solo materiali, ma sentite, una vita tranquilla, placida, dove nulla mi viene negato anche se entrambi amiamo il " basso profilo".
E' bello anche chiederti se mi vuoi bene: da una vita rispondi sempre sì; io ti chiedo: " Quanto? " e da una vita mi rispondi :" Tre ".
Mi hai insegnato anche tante cose a computer, anche se, invece di dire" Clicca qua, fai così", essendo ing, mi vuoi spiegare la teoria.
E io mi impappino.
Come che sia, grazie di esserci e di essere come sei.